Viviamo spesso in quello che viene anche chiamato "il dilemma di Icaro".
Icaro, figlio di Dedalo, lo visse nel momento in cui decise, andando contro il suggerimento del padre, di avvicinarsi troppo al sole. Come spesso succede, i miti greci ci aiutano a definire i nostri problemi e, a volte, a trovare proprio attraverso queste storie soluzioni per la nostra quotidianità. È questa la vera forza del mito, poiché non esemplifica un esempio preciso, bensì rappresenta piuttosto una metafora ad ampio raggio, che echeggia dentro di noi in maniera libera.
Icaro, figlio dell'architetto che costruì il labirinto in cui Minosse volle nascondere il minotauro, fu incarcerato insieme al padre all'interno del labirinto. Non avevano scampo: sarebbero presto stati uccisi e mangiati dal mostro, e nemmeno Dedalo era capace, tanto era complicato il labirinto da lui costruito, di trovare la via d'uscita. Così, insieme al figlio, decise di recuperare cera e piume d'uccello, con le quali fare ali per librarsi sopra le grandi mura e volare via dalla minaccia.
Il padre, premuroso e ferito nell'anima da un evento accadutogli in gioventù, quando il nipote, Taio, per eccesso di zelo festeggiò convinto di aver inventato lui la sega (che invece fu creata da Dedalo) e così facendo precipitò da un terrazzo e Taio morì tragicamente. Così Dedalo si preoccupava molto di dire al figlio di non avvicinarsi al sole, poiché la cera si sarebbe sciolta.
Sole… metafora del desiderio.
Sappiamo bene come andò. Il giovane, ebbro di libertà e di volo, desiderò salire verso il sole, toccarlo con mano e, chissà, magari incontrare il Dio che lo trascinava nel suo carro. Ahimè, proprio come aveva previsto Dedalo, le ali del figlio si sciolsero e Icaro precipitò rovinosamente nel mare, sparendo per sempre.
Tutti noi viviamo questo dilemma tra la razionalità e il desiderio. L'artista, per esempio, deve decidere quando fermarsi. Quando eccede nel darsi troppo, nel fare della sua fragilità un punto di contatto con chi lo segue, esponendo ferite ancora fresche che avrebbero bisogno di solitudine per rimarginarsi. Oppure quel momento in cui bisogna scegliere tra i soldi o la visione. Insomma, i dilemmi sono molteplici e, come ho detto all'inizio, si presentano a ogni uomo e donna di questo mondo, non solo agli artisti.
Quante volte vi siete trovati a dover fare una scelta, una decisione? Decidere: tagliare la testa alla vittima. La scelta, qualunque essa sia, è quindi una rinuncia. Ed è proprio in quella rinuncia che forgiamo il nostro carattere e definiamo, come le ali della farfalla, il nostro lontano futuro.