8 Maggio 2023

La sindrome dell'impostore: quando l'artista dubita del suo successo e di sé stesso

La sindrome dell'impostore. Un pensiero subdolo che spesso assale me e tanti artisti, persone di successo e altri. Affronto un argomento personale e delicato, alla ricerca di una risposta alle mie insicurezze.

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La sindrome dell'impostore: quando l'artista dubita del suo successo e di sé stesso
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Conoscete la sindrome dell'impostore? Oggi voglio parlare di questo pensiero subdolo che spesso assale gli artisti, affermati e meno noti. È importante sapere che l'artista, costantemente in attesa di un riscontro sul suo operato, è spesso una persona fragile, o almeno, si pone in una posizione di fragilità, in quanto lascia che sia il giudizio altrui a definire, se non la sua felicità, sicuramente una parte della sua esistenza. Pertanto, l'artista si interroga frequentemente sul valore del suo lavoro: "Ne varrà la pena?", "Riuscirò mai a guadagnare abbastanza per farne una professione?", "Forse avevano ragione i miei genitori/parenti/amici/opinionisti a dire che l'arte non dà da mangiare."

Tuttavia, grazie alla fatica, alla volontà, allo studio, l'artista, a volte, raggiunge il successo. A questo punto, si potrebbe pensare che tutto sia risolto, che non avrà più problemi e che godrà del riconoscimento di tutti. Tutti gli diranno quanto sia bravo nel fare ciò che gli piace. Finalmente, la pace! Eppure, non è così. Dietro la porta del riconoscimento, si nasconde la sindrome dell'impostore.

In sostanza, la sindrome dell'impostore scatta quando l'artista inizia a dubitare di sé e del suo successo, pensando che forse tutto sia un bluff. Magari non è così bravo come credeva o come gli altri pensano. Magari invece ha ingannato tutti! E così pensa che per un'incomprensibile allucinazione collettiva, tutti lo hanno elevato a un livello che non merita. Mentre i suoi amici - forse più talentuosi - meriterebbero molto più di lui. Queste insicurezze possono portare a conseguenze tragiche, in quanto sentirsi un impostore è il preludio all'annientamento dell'identità e all'infertilità creativa.

È interessante sapere che esiste un concetto chiamato "profezia che si autoavvera", un tema affascinante. Per riassumere: noi amiamo avere ragione. Quindi, se iniziamo a pensare che "tutti gli uomini tradiscono" (tanto per fare un esempio), inconsciamente inizieremo a cercare uomini che tradiscono, così da poter confermare la nostra teoria! Questa follia è stata analizzata e confermata da molti esperti. Funzioniamo in questo modo, vogliamo realizzare ciò in cui crediamo. Quindi, fate attenzione alle vostre convinzioni!

Tornando alla sindrome dell'impostore, l'artista, anch'esso soggetto alla profezia che si autoavvera, pensa di sé: "Sono un impostore". E non importa quanto coloro che gli vogliono bene si ostinino a dirgli il contrario, lui continua a nutrire questa insicurezza e si perde in essa.

Personalmente, vivo questa sindrome ogni giorno, sia come attore che come artista in generale. Quando ho finito la scuola di recitazione di Genova, ero convinto di essere circondato da attori più bravi di me, e ne sono tuttora convinto. Attori che magari non lavorano o che fanno fatica ad arrivare a fine mese. Per non parlare delle mie regie e delle mie produzioni, delle mie poesie. E ora del libro. Ho un costante tarlo nella mente che mi dice: "Sei un bluff, dietro tutto quel parlare c'è solo il vuoto. Sei qui solo perché hai gli occhi azzurri." Sono serio, purtroppo questi pensieri, dopo 20 anni di carriera, continuano a corrodere la mia anima.

E cosa si può fare? Onestamente, non lo so. Mi piacerebbe cancellarli, dimenticarli, o dimostrare a me stesso che non è vero. Forse è quello che sto facendo quotidianamente, scappare lontano, senza fermarmi, per mostrare a me stesso che no, non sono un impostore, che c'è qualcosa dentro di me che ha valore, che è mio, che ho coltivato personalmente e che mi rispecchia.

Non credo che riuscirò mai a trovare la pace, perché questa mia corsa, in fondo, fa solo cambiare continuamente il panorama, ma io sono sempre io: un uomo che corre e non si ferma mai, per paura di guardarsi allo specchio.

Alla prossima pagina.

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MariaRosy
MariaRosy
9 mesi fa

,,,Parole toccanti che fanno riflettere..colme di VERITÀ per Tanti..ehh già..!! Ci si ossessiona di mille domande con riflessioni al seguito..molto austere e sgraffianti su se stessi...ma poi con uno schiocco di dita siamo sempre pronti ad indossare la maschera di routine, più o meno simpatica o accattivante.. frivola, ma anche scostante, antipatica e indifferente su c'ho che non si vuole vedere..che non si vuole ammettere o per paura, o per presunzione, o non si è sempre pronti per un confronto, per un dibattito..ecc.ecc. 🤷‍♀️
Lo specchio di ognuno di Noi: si che riflette la nostra figura, il nostro viso, ma..in realtà non è SEMPRE MAI C'HO CHE SI VEDE VERAMENTE!!..ahh se potesse parlare quello SPECCHIO ehh!!?! ah ah🤣 😊😉 SEI INTERESSANTE FLAVIO..FORTUNATI CHI TI VIVE !!🤗 😘👏👏👏✨🍀ciao M.Rosy

Stefania
Stefania
9 mesi fa

Paura di guardarsi allo specchio... Ho ascoltato per tre volte e per tre volte sono rimasta in silenzio, ogni parola mi sembra fuori luogo, un tuffo dentro l'anima per trovarmi in un labirinto

Lidia D'arienzo
Lidia D'arienzo
10 mesi fa

Flavio parenti sei grande

Maria Pia Chiarlitti
Maria Pia Chiarlitti
10 mesi fa

Flavio sei un grande attore io ti ho conosciuto nella fiction Paradiso delle signore il tuo cognome viene dal Frosinone di origine?

Flavio Parenti
Flavio Parenti
10 mesi fa

Maria Pia Chiarlitti No, ho origini toscane

Maria Pia Chiarlitti
Maria Pia Chiarlitti
10 mesi fa

Flavio Parenti grazie della risposta 🥰

Sofia
Sofia
10 mesi fa

Le tue parole.....
I miei pensieri

Grazie 🌹

Susanna
Susanna
10 mesi fa

Ciao Flavio, ho ascoltato e letto più volte questo articolo, perché ho trovato molto interessante il contenuto. Farsi delle domande sulle proprie capacità, sempre che non diventi un tarlo invalidante, penso sia una buona cosa. Mettersi in discussione aiuta a migliorare .

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