Diario D'artista

Chi completa opere e promesse guadagna un valore che regna supremo nella realtà: l'affidabilità.
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#122 Finire, finire, finire!
15 Aprile 2024
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#122 Finire, finire, finire!
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Nella mia varia carriera, ho imparato una cosa molto importante: il valore di completare la propria opera: è immenso, più grande di quanto possiate pensare.

Nel completare qualcosa, avviene la vera nascita. È in quel momento, e solo in quel momento, che l'opera diventa altro che un sogno, una follia di immaginazione. Quindi, da un punto di vista artistico, è nel suo completamento che l'opera trova il proprio senso. Proprio come l'articolo sulla risoluzione drammaturgica che ho scritto alcune settimane fa.

Ma non è solo questo aspetto a giovare del completamento. Anche l'artista, nel completare l'opera, pur vivendo un trauma da separazione, procede verso una fase diversa, di bilancio, retrospezione quasi, che gli permette di guardare al futuro in un modo diverso. Ricco della sua produzione, che gli dà la forza (sia interiore, ma anche in maniera concreta, esteriore, in uno scambio di valore monetario che gli dà la possibilità di pensare che la sua arte sia anche il suo pane), l 'artista, con il completamento, si rafforza.

Ma è il terzo aspetto quello più importante. Quello che ho capito sulla mia pelle. Chi completa, è affidabile. E questo, in un mondo fluido e veloce come il nostro, è oro. Chi completa è un monolito che conferma al mondo che “ciò che dice, fa”. L' affidabilità è un valore importante per l'artista. Io penso che ogni volta che una persona mi legge sceglie scientemente di donarmi il suo tempo. E il tempo è talmente prezioso che non ha un valore definito. Si dà del tempo solo all'artista affidabile, perché il timore di perdere tempo, di sprecarlo in qualcosa che poi, in fondo, non è né trasformativo, né emozionante, è come una spada di Damocle.

Vi faccio un esempio concreto: Fellini, o più recentemente Spielberg. Due geni incredibili, che hanno dimostrato, per tutta la loro carriera, di essere sempre attenti al loro operato, di concluderlo, di dare, ogni tot anni, un'opera. Questo ha permesso di predisporre il pubblico all'ascolto attento delle loro opere. E solo occhi e orecchi attenti possono captare i segnali dell'artista.

Quindi, l'artista che completa, in un certo senso, predispone la realtà all'ascolto.

E cosa vuole, un artista, se non essere ascoltato?

Voi siete riusciti a finire dei progetti incredibili? Avete qualcosa di incompleto che vi urla quotidianamente di essere finito? Vi aspetto nei commenti.

Piccola nota a margine: i prossimi quattro episodi del "Diario d'Artista" saranno i primi quattro capitoli del primo volume dell'"Anello di Saturno". Potrete ascoltarli e leggerli, proprio come ascoltate e leggete queste pagine del diario. E potrete anche commentarle, se vi fa piacere. Sapete che io leggo sempre e rispondo quasi sempre, quando riesco.

Spero che questo viaggio che vi offro vi piaccia, e che lo condividiate, ogni volta, con chi pensate che possa essere divertito da questa storia che ho scritto.

Alla prossima pagina.

Articolo scritto da  Flavio Parenti
Sono un attore, scrittore e regista nato a Parigi e cresciuto in Italia. Ho lavorato in film, serie TV e teatro, collaborando con registi di fama internazionale. Sono appassionato di storytelling e amo sperimentare con diverse forme d'arte per raccontare storie.

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24 comments on “#122 Finire, finire, finire!”

  1. Flavio comunque Misa che devo andare su YouTube a sentirmi finire finire finire oppure su Spotify perché non mi fa sentire L audio ho cliccato però comunque non mi fa sentire propio comunque cosa dice . Quindi prima dovrei leggere poi commentare e dirti cosa mi rappresenta perché se non sento e non seguo la tua lettura comunque lèggerei una cosa che comunque non capisco di che tratta per capirlo dovrei leggere la lettura e sentire ciò che dici perché se poi hai rappresentato qualcosa come faccio a capire se hai scritto qualcosa che mi rappresenta se non ho letto L audio prima sento e poi commento

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  2. Mi proyecto increíble fue escribir y editar mi primer libro que refiere a un mago de hace mucho tiempo atrás, surcaba los mares para dar su show en todo el mundo y es una historia real. Ascolto la tua voce per imparare il italiano ma non so molto brava a scrivere il messaggio, scusa! Mirta

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  3. Ciao Flavio, sì sono d accordo con Te , portare a termine sempre quello che si sta creando che sia un Disegno, un’ Opera terminare di scrivere un Libro , un Incontro..mai lasciare le cose a metà.
    Io qualche volta però mi sento un po’ persa nei miei pensieri e do la precedenza all ascolto soprattutto della Musica e del Ballo intendo moderno , perché mi aiutano a fare altre cose mi danno la carica, sai sono un po’ solitaria…
    Ciao Flavioe grazie

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  4. Carissimo Flavio, sono completamente d’accordo con te. Nella mia vita quotidiana, ma ,soprattutto in quella professionale, ho cercato sempre di finire quello ho iniziato, soprattutto nelle promesse , perché sono convinta che questo modo puoi essere credibile e acquisire fiducia e stima , solo così gli altri crederanno in te e tu farai del tutto non puoi tradirli. Alla prossima

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  5. Buongiorno, Flavio. Tasto dolente per me, già dal titolo di questa tua pagina , con l’ insistenza su un termine e relativo concetto che non sono nelle mie corde. Dovrei chiedere a uno psicologo perché i rudimenti che ho della disciplina dello studio dell’ anima non me loco consentono. Umanamente non credo di essere una persona inaffidabile , in tutta sincerità., ma tale atteggiamento , di cominciare e non terminare, che denota una certa neghittosità forse cela altro…. Forse paura del tempo che passa, della fine, insomma? E certo insicurezza, due atteggiamenti mentali che mi riconosco.
    Sono sempre, o quasi, stata diligente scolasticamente, ed anche curiosa ed orgogliosa, tenace nelle mie passioni, ma forse un fallimento personale iniziale, intorno ai venti anni, per me allora atroce , forse più propriamente una delusione cocente, quella che percepii e ancora a distanza di una vita sento come un tradimento di un sogno, ha determinato in me un mutamento e una battuta d’arresto. Quasi espressione di un “non volersi più bene “ che mi ha tarpato le ali e congelato potenzialità personali, quindi anche ogni conato di creatività e il gusto di esternarla in progetti finiti, soddisfacendo l’umanissima ambizione di un adeguato apprezzamento, senza che poi lo scorrere degli anni mi abbia guarito.
    Su questa base psicologica di “ sconfitta” poi si è stabilizzata una pigrizia immobilizzante , tanto che, sebbene non mi siano mancati gli stimoli a imboccare nuove strade, abbracciando idee di approfondimenti culturali o creativi, mi sono arrestata poco dopo, prima di concludere che era meglio appunto non sprecare tempo( e risorse economiche) in idee velleitarie che mi portavano a fantasticare su castelli di sabbia.
    A tutto ciò, devo aggiungere per chiarezza, non per vanto, che la mia formazione culturale è stata fortemente condizionata da quella dei miei famigliari, come ho, già detto, genitori e due fratelli, più grandi di me, entrambi perduti, purtroppo, .tutti e quattro noti nell”ambiente scolastico in cui ho sempre lavorato e conosciuti nell’ambito, culturale cittadino, specie mio fratello maggiore Bruno, stimato Dirigente Scolastico e sensibile intellettuale. Tutto ciò che ho già spiegato se mi ha predisposto a un certo tipo di studi, umanistici, non mi ha di fatto spianato strade concretamente, anche per la serietà e correttezza dei miei famigliari che hanno sempre rispettato il mio desiderio di libertà e autonomia.vale a dire non sono mai stata favorita nella progressione di studi e nel mio lavoro. Comunque, sono cresciuta con un sentimento di inadeguatezza, con la previsione di come ci si aspettasse da me più di quanto, forse potessi o volessi dare, disagio da cui invece avrei potuto,essere scevra se avessi scelto strade diverse… Ma del senno del poi, sono piene le tasche, come si suol dire…
    Unendo i vari momenti della mia storia personale arrivo oggi a comprendere come la mia già nota tesi di Laurea in letteratura italiana sul “ Ruolo della donna nell’opera di Anna Banti” avesse rappresentato uno scoglio a mi avesse inchiodato per molto tempo, ritardando il conseguimento della. Laurea in lettere moderne.
    Fu quello un progetto caparbiamente portato avanti in completa autonomia, non scelto però, ma affidatomi, su un argomento che in tutta sincerità non conoscevo e che mi parve dall’inizio di difficile realizzazione. In poche prole, non sapevo,da dove cominciare ,già che studi,precedenti in merito alla scrittrice, iglie del critico d’Arte Pietro Longhi, scarseggiavano, come succede per molte tesi che vertano su argomenti di studio specialistici, poco o per nulla battuti. Oltre alla pregiudiziale di partenza che io veramente femminista non sono mai stata e sebbene neppure l’autrice lo fosse, ad ogni modo la tematica dei suoi libri
    , di difesa della donna in una società di impronta maschilista, si poteva leggere tendenzialmente, anche considerato la temperie culturale di allora, in tal chiave.
    “Finire, finire, finire”restò per anni nella:ai mente come un traguardo,a cuI pensavo con un certo “fastidio” , con il disagio di un bambino disobbediente che non adempie a un dovere , non come il coronamento di una conclusione di studi per cui, forse non pienamente convinta, avevo comunque sostenuto con una bella media di voti, una ventina di esami( confesso,sempre esperienze logoranti, anche a causa della mia emotività che non mi consentiva di brillare come altri che sapevano dare di loro stessi un’impressione valorizzante , a parità di impegno e preparazione, credo).

    Già ho raccontato come poi concluderla per me sia stato un evento, che forse stupì qualcuno ( chi rosica sempre esiste…), ormai inaspettato, ma voluto da me per soddisfare le legittime aspettative di mia madre, che sempre amorevolmente mi aveva sostenuta e ( da “ addetta ai lavori”) credeva in me.
    A lei sentivo di dovere tale soddisfazione. La ricordo , ormai anziana e gravemente malata, sebbene coraggiosa guerriera, che mi implorò di “finire”.: la sua fragilità e la sua tangibile pena furono come uno schiaffo alla mia inettitudine e giurai a me stessa che lo avrei fatto questo atto conclusivo, sapendo che poi tanto tempo più non rimaneva per realizzarlo. . E terminai con grande sacrificio perché , poiché ormai da anni lavoravo e per terminare mi sottoposi a un notevole tour de force, sottraendo ore al sonno e negandomi qualunque passatempo, in un isolamento quasi monacale.
    A ciò si aggiunse il paziente e qualificato ascolto , per lo più settimanale, del mio Relatore, per me che lo adoravo, prestigioso, . che fu certo grande aiuto e guida illuminante. Anche l’orgoglio di concludere con lui, soddisfacendo lei sue esigenti aspettative( io lo stimavo molto e lo ammiravo come altre studentesse presso cui, pur anziano, suscitava un certo fascino) , furono determinanti, ottenendo la gratificazione del 110 finale che mi premiò rendendomi la giustizia che non avevo avuto in altre occasioni. L’alfieriano “ Volli, volli, volli, fortissimamente volli” effettivamente aveva dato il suo risultato ottimale.

    Nonostante questo “trionfo” ancora non ho fatto pace con me stessa, e ancora ho uno scritto , ora autobiografico, nel cassetto, interrotto per l’urgenza dell’ultimo concorso , vinto, in ambito lavorativo, prima della pensione, che mi costrinse a studi giuridici, per me ostici. Fino ad ora non sono riuscita a riprenderlo in mano. Poi chissà?…
    Sono perciò perfettamente cosciente di quanto significhi e costi concludere, immagino anche per un Artista creativo, ma credo che in questo sia determinante la passione e la fede da lui riposta nel suo progetto e la coscienza dell’impegno, profusovi. Sono convinta, conoscendoti, caro Flavio, della riuscita del tuo, abbracciato e portato avanti con tanto entusiasmo, soddisfacendo anche
    le aspettative di noi che ti seguiamo con affetto e ammirazione , e lo abbiamo visto nascere e svilupparsi
    Fino ad oggi, ormai arrivati alla vigilia della pubblicazione del primo romanzo dei cinque attesi. Prevedo perciò un eclatante, meritato successo per “ Ll’Anello di Saturno,” per cominciare.
    Felice nuovo giorno! Buona scrittura…. Grazie.
    Mariangela

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  6. Ciao Flavio🎆"Sempre inizio e fine si ameranno🎆la fine genera il principio"🎆Perché pensi al successo?🎆Vuoi salire sul piedistallo più alto?🎆Perché abbassi il prezzo del libro per vendere di più?🎆Perché chiedi di acquistare il testo anche se non viene letto?🎆Pensi che la tua Anima sia felice di queste scelte?🎆Queste azioni abbeverano la vanità🎆È il destino a decidere🎆Ciò che vuoi 🎆come una luna ambiziosa non nasce🎆ciò che vorresti 🎆è stampato sulla trasparenza del sole🎆se inganni il cuore🎆non si compie il sogno🎆Tu hai tanta visibilità🎆È il cielo che detta🎆Vivi 🎆Non correre🎆Abbraccio grande🎆Isa🎆

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  7. L’artista sposa il suo pubblico che lo applaude fragorosamente nel suo abbraccio clandestino; se è vero ciò l’artista è un vero artista realizzando la sua opera che va in giro per il mondo che l’accoglie con generoso entusiasmo e gratitudine.

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  8. Buon pomeriggio Flavio! L’affidabilità, in ambito personale, lavorativo e famigliare è un valore aggiunto, portare a termine qualcosa, definire, concludere sono tutti passi importanti che aiutano a sentirsi realizzati e compiuti.

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  9. Quanto scrivi è esattamente ciò che cerco in un artista: essere affidabile nel senso di sapere che potrò contare sulla sua presenza in una qualche forma creativa.
    E' vero che ciò comporta sottrarre tempo a qualcos'altro della vita di ognuno di noi per dedicarlo alla lettura, piuttosto che all'ascolto o alla visione di un film. Credo che donare tempo sia il regalo più bello che si possa fare. Forse è proprio questo che cerchiamo negli amici e il desiderio di essere ascoltato non è solo dell'artista ma di ogni essere umana. Pertanto non vedo l'ora di ascoltare i primi quattro capitoli de L'Anello di Saturno. Ti farò sapere le emozioni che hanno suscitato in me. A presto

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  10. È vero,il senso di compiutezza ti dà gratificazione ed una affermazione positiva agli occhi altrui.....oltre che essere una importante sfida per ciascuno di noi.
    Anche io mi sono trovata in situazioni di studio o anche lavorative per le quali mi sembrava non raggiungere mai l'obiettivo.......ma una volta completato......ti senti quasi incredibilmente magico.
    Un abbraccio....alla prossima

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  11. È incredibilmente gratificante vedere um sogno che si avvera, il senso del dovere compiuto e di aver fatto del suo meglio. È un misto di orgoglio, sollievo e persino nostalgia di dover dire addio a qualcosa in cui hai investito cosi tanto tempo ed energia, ma è un addio desiderato.
    Sono ancora nella fase di finalizzazione de un progetto, ma so che dopo questa fine raccoglierò solo frutti e raggiungerò I’autorealizzazione. 🇧🇷🇧🇷
    A presto.

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  12. oh, the first chapters. A fantastic idea! We will also learn to find pleasure in waiting, living in this beautiful reality of reliability. 🙂 And listen attentively.

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  13. Ciao Flavio!
    Complimenti per le tue riflessioni sul ‘finire un libro’; hai assolutamente ragione sul senso di compiutezza che questo dona ma anche sul dinamismo e ambivalenza del rapporto tra autore e libro .. da 6 anni ho un libro ‘sospeso’ ( traduzione e curatela dell’opera di un pittore/scrittore non noto ) ed è la haunting presence nella mia vita . Pur vivendo di altro lavoro ( insegno ) sento che il non portare a termine questo libro soffoca in qualche modo la mia vocazione . Finire per essere affidabile e quindi compiere anche il doloroso ma liberatorio passo del distacco e della crescita. Merci Flavio !

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  14. Il mio secondo libro urla assolutamente. L'affidabilità, a volte, fa a pugni con il perfezionismo dell'artista. Tu, come artista, hai trovato il giusto equilibrio. Avanti tutta, dunque!

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  15. Ciao Flavio,
    comprendo benissimo la compiutezza dell'opera.
    Anche io, nel mio piccolo, ho delle scadenze e quando le completo e le porto a termine, mi sembra davvero un gran bel risultato!
    Non ho pendenti, almeno per il momento.
    Grazie per tutti questi quid che ci doni.
    Non vedo l'ora di ascoltare 'L'anello di Saturno'....
    A presto.

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  16. Ciao Flavio! L’affidabilità, in ambito personale, lavorativo e famigliare è un valore fondamentale e anche molto attraente, secondo me.
    Chi dice e poi mantiene… bè… ha un effetto WOW!
    Per me è legge ed è una cosa che ricerco molto anche nelle persone che mi affianco!
    Congratulazioni perché tu stai portando a termine ciò che ti sei preposto. Grande stima!
    Io cerco di portare avanti con grande responsabilità la mia attività e i miei obiettivi.. buona giornata

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  17. Finire vuol dire completare, se usato in un altro contesto della frase può assumere un termine molto doloroso. Finire significa rendersi responsabile per sé stessi e per gli altri. So per certo che tu gli impegni li porti a termine. Finire vuol dire anche completare una serie di azioni che portano a chiudere un capitolo. Dopo la fine di un tempo è importante che si apra una nuova prospettiva all'orizzonte a cui rivolgere lo sguardo per trovare nuovi stimoli.

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  18. Ciao Flavio. Vogliamo buttarla sul filosofico-esistenziale? Ogni azione che cerchiamo di completare e di fatto completiamo è una sfida al termine della vita, termine che ci lascerà giocoforza incompleti e in sofferenza per l'ultimo non detto, l'ultimo non fatto. Per cui i completamenti sono tutte piccole rivincite, consapevoli inconsciamente o grazie all'esempio delle altre vite, che ad un certo punto dovremo cedere all'incompletezza. I libri li hai finiti. E già il germe della prossima scrittura magari sta maturando in te. Non voglio leggere on line i primi capitoli. Per non guastarmi il piacere di sfogliare le pagine di carta una volta acquistato il libro. Riuscirò a non farmi tentare non aprendo il diario? Seguire un principio che riteniamo giusto per noi può essere anche quello una conferma di affidabilità con noi stessi. Ma metterlo in discussione può migliorare la nostra duttilità, la nostra apertura mentale... Mi hai messo in un dilemma. Alla prossima!!!

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  19. Começar a semana com este texto , decifrando o italiano e sentindo a força de cada palavra é um presente precioso! Estou feliz, motivada para rever coisas que precisam de recomeços....que grande dom você recebeu e doa com tanto amor! Que a vida te seja benção! Um carinho do Brasil, meu amigo!

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  20. Verissimo Flavio : oltre al talento, un artista deve dimostrare affidabilità per poter essere riconosciuto,quotato,cercato. È necessario portare a termine ciò che si sta facendo sia per sé (impegni presi con sé) sia per gli altri che meritano rispetto. Il mio progetto più difficile da portare a termine [al di là dell' impegno dimostrato precedentemente nello studio e nel lavoro] è stata l' assistenza ai miei genitori ( io, figlia unica ) anziani che, per diversi problemi di salute, mi hanno lasciata a breve distanza una dall' altro ( 2020 e 2022 ). Io che sono sempre stata precisa e competitiva nello studio e nel lavoro pensavo di essere abituata "alla pressione", ma l' assistenza a loro è stato un impegno totalizzante che sfinisce e che ruba tempo e sonno. Fino alla fine ho fatto tutto quello che c'era da fare, sono stata una caregiver multitasking, sono state prosciugate le mie energie e questo è stato quel che più mi ha segnato. Il progetto era fare sì che vivessero, per questo andavo avanti tra mille difficoltà, per ritardare il momento dell' addio. Buona settimana

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