Viviamo in un mondo in cui tutto è proiezione: le Pubblicità ci proiettano in mondi migliori, I film ci proiettano in emozioni più grandi, più belle, più perfette. I social ci proiettano in versioni aumentate di noi stessi, in cui il nostro controllo su ciò che mostriamo diventa un divario che piano piano ci divide da ciò che siamo.
Quante volte avrete sentito le teorie di molti guru del "self-improvement" che vi dicono che per ottenere qualcosa basta desiderarla. "Visualizzarla", così dicono. Che vogliono convincervi a suon di stage intensivi che la potenza del desiderio è sufficiente per far manifestare nel mondo ciò di cui voi avete bisogno?
Questa visione, oltre ad essere puerile e adolescenziale, è anche deleteria. La proiezione - se non è gestita nel modo giusto - distrugge. Un'anima sensibile, che ancora non si regge da sola, che ha bisogno di forza, di tempo e di coraggio, di fallimenti e di dolore, rischia di trovare nella proiezione, l'eden perfetto nel quale non affrontare mai le proprie difficoltà. Rischia di continuare a vivere di proiezione (e di stage) fino alla sua morte.
Come dice il proverbio. "Chi vive sperando…"
Penso che l'illusorio convincimento che basti desiderare qualcosa per ottenerlo, provenga dalla manifestazione di varie generazioni viziate dall'amore di genitori (loro sì, veri lavoratori). Una deriva che ha portato piano piano a pensare che tutti debbano per forza essere premiati a prescindere dal risultato ottenuto.
"La partecipazione come metro di successo, invece del merito."
Da un estremo all'altro. Siamo passati dalla violenta competizione ultra-capitalista ad un "all you can eat" del buonismo, in cui uno vale uno a prescindere da tutto.
Ma non è così, per una semplice e buona ragione: i desideri prendono spazio, nel mondo reale. Chiunque, animato da un desiderio, agisce e si comporta di conseguenza. Quindi il desiderio esiste e richiede di essere riconosciuto. Richiede energia, prende energia, spazio vitale.
E se esiste in questo mondo, che è fatto di risorse finite, allora è fisicamente impossibile che tutti i desideri di tutti gli uomini possano essere avverati solo per via della volontà di chi li muove. L'universo è un equilibrio sempre cangiante, in cui, come diceva Lavoiser, "nulla si perde, nulla si crea, tutto si trasforma."
E quindi è vero che i desideri trasformano il mondo, ma vi siete mai chiesti il loro costo qual è?
Se le risorse non sono infinite, è possibile che un mio desiderio fagociti quello di un altro. É molto possibile. Anzi, direi che è addirittura certo. Proprio per via del manifestarsi di tale desiderio nella realtà.
Ecco, mi piacerebbe che si parlasse di più dei costi dei desideri, più che della loro realizzazione.
Alla prossima pagina.