Esploro la guerra interiore, il conflitto tra essere e avere. Rifletto sull'arte come sfogo terapeutico e sulla mia fortuna di avere genitori supportivi. Arte e guerra, due facce della stessa medaglia: una lotta per la pace dell'anima e della terra.
La guerra. La guerra non finisce mai. Tra i confini immaginari di una terra che ben si beffa di queste linee disegnate dalle scimmie, di risorse che sono di uno o dell'altro in base a chi ci arriva per primo, a chi ha più carri armati.
Ma oggi è della guerra dentro di noi che voglio parlare. Quella che ogni giorno ci confronta con i nostri desideri, le nostre paure. Quel dilemma infernale tra l'essere o l'avere, tra il "chi sono?" e il "chi voglio essere."
Come possiamo pretendere che milioni di uomini agiscano in pace, se non sono capaci di essere con sé stessi, in pace? In effetti, la pace interiore, quello stato quasi magico a cui molte religioni provano a far ascendere i loro proseliti, è un punto di partenza, un luogo in cui i ponti possono essere costruiti, in cui amori, unioni, e persino la morte e la malattia possono essere abbracciati senza contrasti, ma con accettazione.
L'artista, forse più di altri, vive questo contrasto quotidianamente, anche semplicemente per il fatto che la sua scelta di vita, spesso è ostacolata da coloro che gli vogliono bene, soprattutto all'inizio. É una vita difficile, quella dell'artista, una vita fatta di rinunce alle sicurezze, per inseguire la propria passione a scapito di molte cose, anche di relazioni, di amori, di guadagni sicuri.
Io sono stato fortunato, i miei genitori mi hanno sempre appoggiato nelle mie scelte, con un valore incrollabile che mi hanno ripetuto ad ogni angolo, ad ogni bivio della mia trama. "Qualsiasi cosa tu scelga, sappi che hai le spalle coperte, Flavio. Noi siamo qui." Ecco se dovessi indicare cosa rappresenta più di tutto per me l'amore genitoriale, direi che è proprio questa frase qui. Una frase che in un certo senso, mi ha appacificato con le mie paure, mi ha tranquillizzato. Mai, in tutti questi anni, ho necessitato di questo aiuto che mi fu sempre offerto, ma il fatto di sapere che fosse disponibile nel caso in cui ne avessi avuto bisogno, mi ha dato quella spensieratezza necessaria per andare avanti.
Spensieratezza.
Ecco una parola che ha una sua magia. Credo che molte guerre interiori, se ci fosse più spensieratezza, si scioglierebbero come neve al sole. Altro che trascendere, buddità o illuminazione. Un po' di spensieratezza e via!
Ma poi nasce in me un dilemma di cui ho già parlato. Ma se fossimo tutti spensierati, l'arte sarebbe davvero la stessa? Si dice che gli artisti diano il meglio di loro nei tormenti dell'anima, nella solitudine che li pone di fronte all'abisso esistenziale. Un artista spensierato non è forse come un violinista senza strumento?
Ecco, sta emergendo in me un pensiero: l'artista è il combattente di sé stesso. Perennemente in lotta contro i suoi demoni, le sue visioni. Proprio come coloro che, con visioni, paranoie e generalizzazioni, proiettano sul "nemico" tutto l'odio, tutta la paura, tutta l'ira che i loro demoni sopiti hanno covato senza trovare sfoghi.
Sfoghi. Ecco qua. Se è vero che l'artista vive di contrasti e lotte interiori, è anche vero che egli trova, proprio attraverso l'arte, una possibilità di sublimare il torbido che ha in sé, si sfogarlo. L'arte è un atto terapeutico per l'anima di chi la fa, e - se fatta bene - anche per l'anima di chi l'ascolta, la guarda, la sente.
Quando ero piccolo, e cominciavo il mio percorso di artista, guardavo con stupore i soldati al fronte. Nelle tende del deserto, tra proiettili e solitudini. Mi chiedevo come fosse possibile resistere in quell'inferno. E poi scoprii che molti di loro, proprio per non collassare sotto il peso della difficoltà, si tuffavano nell'arte. Nei libri, nei film, nella musica. Alcuni persino nella scrittura.
In quel momento, mi ho capito che l'artista e il soldato sono due facce della stessa medaglia. Due combattenti, uno dell'anima, l'altro della terra. Entrambi cercano la pace, entrambi attraversano territori pericolosi, ma in dimensioni contrapposte. Senza il soldato, la pace necessaria a far fiorire l'arte non ci sarebbe. Ma senza il sollievo dell'arte, i soldati avrebbero la vita difficile.
É un dialogo silenzioso, agli opposti dell'etica, della morale, e della visione del mondo.
Arte e guerra. Amore e morte. Fratelli distanti, eppure indivisibili.
Sono un attore, scrittore e regista nato a Parigi e cresciuto in Italia. Ho lavorato in film, serie TV e teatro, collaborando con registi di fama internazionale. Sono appassionato di storytelling e amo sperimentare con diverse forme d'arte per raccontare storie.
"Se è vero che l’artista vive di contrasti e lotte interiori, è anche vero che egli trova, proprio attraverso l’arte, una possibilità di sublimare il torbido che ha in sé, si sfogarlo. L’arte è un atto terapeutico per l’anima di chi la fa, e – se fatta bene – anche per l’anima di chi l’ascolta, la guarda, la sente." Condivido ogni tua parola, ogni tuo pensiero... Grazie, Flavio!
Buongiorno, Flavio. Certo avere la.comprensione dei genitori nelle strade che si intraprendono da ragazzi è importante, sapere di poter contare sul loro sostegno psicologico e materiale quando si è ancora fragili ed incerti perché ancora mancano risultati concreti e a spingerci sono inostri sogni e i nostri progetti. ..
La guerra è sempre nel nostro intimo, quanto più si è esigenti e forte è il divario tra la nostra realtà è ciò che pretendiamo da noi stessi, il che è amplificato per un Artista che riesce poi a sublimare appunto nel fare Arte, nelle sue molteplici manifestazioni, conflitti e tensioni. Arcinoto e con radici antiche ( penso all’ arte classica del’ antica Grecia) il potere catartico riconosciuta all’Arte, sia nel suo farsi, sia nell’essere gustata, dunque dalla parte dei fruitori, o del pubblico potremmo dire.( penso alle tragedie greche o all’ineguagliabile bellezza delle arti figurative dell’Ellade classica).
Momenti privilegiati di vita quelli dell’Artista che si estrae dalla contingenza e dalla imperfezione del reale verso la perfezione della dimensione altra, dove tutto pare raggiungibile è garantito.
Significativa l’immagine estrema che ci proponi, dell’accostamento e del confronto tra due umanità che parrebbero diametralmente opposte, il soldato e il poeta, ma che infondo sono entrambi alla ricerca , attraverso l’arte, di liberazione e pace, come dici bene “ due facce della stessa medaglia”.
Così la tua pagina di diario, DI ARTISTA, per noi è motivo di riflessione crescita, di liberazione e pace dunque, anche noi combattenti nella vita quotdiana alla ricerca di ristoro dagli affanni e luce di infinito.
Grazie, caro Flavio.
Buona serata . Alla prossima pagina.
Credo che l 'artista viva principalmente d'ispirazione che può trarre non solo guardando il proprio mondo interiore ma anche di chi ci circonda .Saluti Flavio☺️
Grazie Flavio🏩" Al buio completo non siamo mai🏩la via c'è🏩qualsiasi male guarisce🏩in noi qualcosa fa luce🏩io le paragono a lucciole🏩iniziano a danzare🏩a intermittenza brillano🏩si sollevano intorno🏩in in battere d'ali nascono🏩volano nell'anima🏩volano sul prato del cuore🏩volano in ogni senso nostro🏩cammina🏩vai sempre in fondo🏩non avere paura🏩non sapresti dell'autunno 🏩se fosse sempre sole🏩se tu rimani attaccato al soffrire🏩non sarai mai libero🏩ci vuole follia o complicità🏩di un rischio anche breve🏩guarda il sole come azzarda🏩tra rigido inverno🏩il suo passeggiare folle🏩con luci da mille voglie🏩ha trovato il segreto di tanto brillare🏩MILLE VOLTE TI RINGRAZIO🎊Isa
“E mentre io guardo la tua pace, dorme / quello spirto guerrier ch’entro mi rugge” ecco il primo pensiero, i versi che sempre ritornano nei miei dissidi interiori. Uno spirito che si addormenta in una pace transitoria, dopo uno sfogo, una poesia magari, ma sempre si risveglia e riparte. La pace interiore è provvisoria, un arrivo e una ripartenza. Anche il Foscolo è stato un soldato che ha vissuto il “reo tempo” in prima persona. E forse proprio in guerra, come dici tu, si è rifugiato nella scrittura, nella poesia e quindi nell’arte. Grande il punto del valore, per te, dell’amore genitoriale, e commovente la tua riconoscenza. Alla prossima !
Si, trovo davvero stupefacente quanto uomini sensibili, spinti da uno spirito patriottico, idealista, abbiano scelto la lotta fisica. Io non credo che ce la farei...
Siamo tutti dei combattenti, ognuno nella sua "vocazione", con accenti diversi. L'artista è giusto vederlo come un soldato, che difende e sacrifica. Ma ognuno in radice lo é. San Paolo di sé in una lettera dice: ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa ". La pace interiore non é un punto di partenza, secondo me, ma un traguardo!!
Carissimo Flavio ,mi rivedo sempre nelle tue attente riflessioni.....sembra quasi riflettersi ad uno specchio.
Hai perfettamente ragione nel dire che la guerra in primis è dentro ciascuno di noi ,nelle nostre scelte,nei nostri dubbi,nei nostri sogni.
Alla prossima,un abbraccio
Ciao Flavio, mi hai fatto emozionare tantissimo. Posso solo dirti che io non riesco ad avere la spensieratezza nelle cose che dico, che faccio tutti i giorni, accudo la mia Famiglia xchè tutto questo me lo hanno insegnato i miei Genitori questa si è una guerra intima felice x me x il risultato che, ho il marito generoso dandomi aiuto in tutto, una figlia genero e due meravigliosi con tanta soddisfazione anche a livello scolastico pur non studiando poesie a scuola. Questo è un mio cruccio perché le insegnanti non le hanno nel prgramma scolastico!!!!!!. Ti chiedo scusa, non aver potuto seguirti x un pò xché ho avuto un lungo trasloco ora spero di farlo. Ciao Flavio ora sto aspettando l'ora x vederti ne il P.d.S.
Questa pagina mi ha toccato molto anche io sono un po' in conflitto con me stessa e non sono mai stata conpresa la parola spensieratezza non la conosco purtroppo grazie buon lavoro alla prossima.
Ciao Flavio
Grazie per la bellissima pagina. Concordo su tutto. Ho sempre vissuto una grande lotta tra me e me. Anche io sono stata fortunata. Ho avuto genitori che hanno avuto fiducia in me e questo mi ha aiutata molto in tutte le mie scelte. L' artista più di tutti vive una vita difficile fatta di eterna lotta interiore ed esprime se stesso con la sua arte. Grazie
Un saluto
Marina
Ciao Flavio, ho ascoltato con molta attenzione le tue parole e mi hanno toccato molto. Ti ho già più volte dimostrato la stima che ho per te sul tuo profilo Instagram e questa è un'ennesima testimonianza. Mi ha emozionato soprattutto perchè condivido i tuoi pensieri in quanto anch'io ho intrapreso un percorso artistico come pittore, artista visivo si direbbe oggi. Concordo sul coraggio e supporto dei genitori, concordo che "è una vita difficile, quella dell’artista, una vita fatta di rinunce alle sicurezze, per inseguire la propria passione a scapito di molte cose, anche di relazioni, di amori, di guadagni sicuri"; concordo sul termine sfogo, necessità di esternare, che più che altro definirei smarginare... andare oltre la ragione, e qui prendo a prestito le parole del filosofo Umberto Galimberti che spiegano in modo esemplare il rapporto tra follia e creatività. Dice Galimberti: l'arte richiede la follia; Karl Jaspers, ha detto che ogni volta che abbiamo a che fare con un'opera d'arte, ci comportiamo come quando ammiriamo una perla, dimenticando che la perla è la malattia della conchiglia. Così senza la schizofrenia dell'artista, l'opera non sarebbe mai nata. Noi chiamiamo malattia la follia, in realtà la follia è il fondamento dell'ideazione, della creatività. Non si crea e non si producono ideazioni nuove, se non attingendo, non nelle regole della ragione ma nella follia che abita in noi. Grazie ancora Flavio per le tue stimolanti riflessioni, e se un giorno dovessi aver bisogno di un illustratore per i tuoi libri fammi un fischio, io faccio anche l'illustratore tra le mie molteplici attività artistiche. Un caro saluto, Guido
essere e voler essere è l'eterno dilemma ma con l'aiuto dei tuoi familiari Flavio puoi continuare a seguire i tuoi talenti artistici grazie per questo diario un abbraccio
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Ultimo aggiornamento: 06 Gennaio 2024
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