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DIARIO d’ARTISTA

Superare il blocco dello scrittore

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Superare il blocco dello scrittore
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Superare il blocco dello scrittore

Il blocco dello scrittore è una delle esperienze più frustranti che un creativo possa vivere. Ti siedi davanti al foglio, o allo schermo, e le parole semplicemente non arrivano. La paura della pagina bianca diventa soffocante, mentre il vuoto creativo sembra insormontabile. Nel corso degli anni, ho affrontato questa paura più volte, e ho imparato che non esiste una soluzione unica. Tuttavia, ci sono strategie pratiche che mi hanno aiutato a superare questi momenti di stallo e a ritrovare il flusso creativo.

Accettare il vuoto: è parte del processo creativo

La prima cosa che ho capito è che il vuoto non è nemico della creatività. Al contrario, fa parte del processo. Spesso ci sentiamo bloccati perché siamo terrorizzati dall'idea di non avere nulla da dire o di non essere all'altezza delle nostre aspettative. Accettare il vuoto come una fase naturale, piuttosto che come un fallimento, è stato il primo passo per affrontarlo con serenità.

Quando mi siedo davanti alla pagina bianca e mi sento paralizzato, cerco di ricordare che il blocco fa parte del mio percorso creativo. Non devo combatterlo, ma accoglierlo. A volte, questo semplice cambio di prospettiva è sufficiente per far fluire le idee.

Riconoscere la paura della perfezione

Spesso il blocco dello scrittore nasce dalla paura di non essere perfetti. L'idea che ciò che scriviamo debba essere immediatamente impeccabile ci paralizza. Mi è capitato spesso di fermarmi prima ancora di iniziare, proprio perché volevo che le prime parole fossero perfette. Ma ho imparato a concedermi il permesso di sbagliare. Scrivere non è un atto di perfezione, ma di esplorazione. Non tutto quello che mettiamo sulla pagina deve essere buono. La prima stesura è un processo di scoperta, un modo per dare forma alle idee grezze.

Questo tema della perfezione è qualcosa che ho esplorato profondamente anche nel mio libro, "La Divina Avventura". Il desiderio di perfezione può portare alla dannazione, e il personaggio di Kato paga le estreme conseguenze della sua ossessione. La ricerca di un ideale irraggiungibile finisce per diventare un fardello insopportabile. Allo stesso modo, nella scrittura, la paura di non essere perfetti può bloccarci, mentre la vera creatività emerge solo quando ci concediamo la libertà di sbagliare.

Routine e rituali: la chiave per sbloccare la creatività

Come ho già esplorato in precedenza, la routine e i rituali hanno un ruolo fondamentale nel mio processo creativo. Quando mi trovo bloccato, tornare alla mia routine è uno strumento potente per rompere il blocco. La ripetizione dei gesti, la disciplina di sedermi alla scrivania anche quando non ho voglia, mi aiuta a creare uno spazio mentale in cui le parole possono emergere.

Un rituale che mi ha aiutato particolarmente nei momenti di blocco è la scrittura libera. Prendo il quaderno e scrivo qualsiasi cosa mi venga in mente, senza giudizio. Spesso, dopo alcuni minuti di scrittura senza senso, inizio a trovare un filo conduttore che mi porta verso nuove idee. Questa tecnica mi permette di aggirare il blocco mentale e di entrare in uno stato più fluido e creativo.

Cambiare prospettiva: il potere della camminata

Camminare è uno dei miei alleati più preziosi contro il blocco creativo. C'è qualcosa nel movimento fisico che libera la mente. Quando mi sento bloccato, esco di casa e faccio una passeggiata. Il semplice atto di camminare, osservare il mondo intorno a me, ascoltare i suoni e lasciare che la mente vaghi, spesso mi aiuta a sbloccare nuove idee.

Credo molto nel potere della camminata, non solo come esercizio fisico, ma come pratica creativa. Come i pensatori greci, camminare mi permette di riflettere senza pressione, di lasciare che le idee emergano spontaneamente. È un momento in cui posso staccare dal lavoro e al tempo stesso avvicinarmi ad esso in maniera più intuitiva.

Spezzare il blocco con la struttura

Uno degli strumenti che uso per superare il blocco è la tecnica e la strutturazione. Lavoro con una scrittura ricorsiva, strutturata su un ciclo di cinque movimenti narrativi che si possono isolare a livello di paragrafo, di scena, di capitolo, di volume, o addirittura di saga. Il concetto di frammentare un grande problema in una serie di piccoli problemi permette di superare ogni blocco. Un tragitto di 10 chilometri può sembrare infinito, ma se lo spezziamo in 100 tragitti da 100 metri, diventa qualcosa di tangibile, realizzabile. Questo mi permette di affrontare progetti ambiziosi senza farmi paralizzare dalla loro vastità.

Ricordare il "perché"

Quando tutto sembra bloccato e la frustrazione prende il sopravvento, cerco di ricordare il motivo per cui scrivo. Scrivere non è solo un mestiere, ma una vocazione, un atto di amore verso le storie che voglio raccontare. Ricordare il mio "perché" mi aiuta a ritrovare la motivazione quando il blocco sembra insuperabile.

Mi chiedo: "Perché questa storia merita di essere raccontata?" "Perché ho iniziato questo progetto?" Spesso, riflettere su queste domande riaccende la scintilla creativa e mi spinge a continuare anche quando la strada sembra difficile.

Trovare un faro nella notte

Una delle migliori strategie per non restare bloccati è avere un faro, una luce da seguire. Per questo è importante sapere di cosa parla il libro. Avere una singola frase che lo riassuma, un concetto chiave. Quella frase diventa la tua ancora di salvezza quando ti perdi nel buio della foresta creativa. Quando mi sento sopraffatto o confuso, torno a quella frase, a quella essenza della storia, e ritrovo la direzione. Il blocco non è altro che una deviazione, ma con un faro chiaro davanti a me, posso sempre ritrovare la strada giusta.

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20 commenti

  1. Bellissima questa pagina.
    Accettare il vuoto o il blocco ed accoglierlo è importante.
    Si, concordo, che è legato all' idea di perfezione.
    A volte anche a me quando scrivo un nuovo progetto mi accade durante.
    A quel punto sarebbe bene staccare la scrittura, assecondare il momento e far altro.
    Invece di accanirsi.
    La perfezione non va inseguita, non esiste.
    Mi è piaciuto molto il pezzo in cui scrivi che per te la scrittura è un atto d' amore verso le storie che racconti e ci racconti.
    Lo dovrebbe essere per tutti credo un atto d' amore scrivere, infatti le tue pagine spesso sono intrise ( passami il termine) di passione, sentimenti, intensità oltre che descrizione e racconto.
    Sono d' accordo inoltre, che è proprio l' atto di amore il perché dello scrivere e insieme alla motivazione che ti spingono a riflettere.
    Quel perché che ti ha mosso ogni qualvolta scrivi soffermandosi soprattutto su un punto in particolare che poi ci svelerà...
    Tutto ciò ti fa trovare la direzione giusta, ti spinge a " camminare" in avanti illuminato da una luce. Eh si!
    Anche la tua camminata che usi per rinfocillare la mente e le idee serve tantissimo.
    Anch' io uso molto la camminata dopo una giornata intensa di lavoro sulle persone e di relazione di aiuto alla persona.
    La mente si libera, ma al tempo stesso si rigenera cosi come il corpo si ricarica di nuove energie che vanno reinvestite nuovamente.
    La camminata è una delle tante pratiche inoltre meditative che se usate, favoriscano benessere psicofisico alla persona.
    I blocchi sciolgono, ma servono anche se talvolta deviano.
    L' importante è poi saper entrare e scegliere un bivio giusto.
    Saluti Flavio alla prossima pagina.
    Sabrina G.

  2. sono anni che scrivo ricordi memorie frasi , ma non riesco assemblare il mio racconto e quindi dare un avvio a queste parole in modo scorrevole e con un senso.
    ciao attendo un la grazie .

  3. sono anni che scrivo ricordi memorie frasi , ma non riesco assemblare il mio racconto e quindi dare un avvio a queste parole in modo scorrevole e con un senso.
    ciao attendo un la grazie

  4. "L'idea che ciò che scriviamo debba essere immediatamente impeccabile" è il mio blocco primario. Non solo nella scrittura, ma nella vita. Pretendo di essere subito svelta e capace anche nelle cose che non ho mai fatto prima. A questo proposito mia madre mi ripete sempre due parole: "datti tempo".

  5. Grazie Flavio, è sempre un piacere leggerti e ascoltati.
    Da parecchio sto scrivendo la storia della mia famiglia e come tu hai detto ci sono giorni o lunghi periodi in cui non riesco a scrivere nulla. Le idee e i ricordi sono tanti, ma trovare il modo giusto, non retorico e piacevole a volte è difficile.🤗❤️

  6. Bellissima pagina. Io non sono una scrittrice, ma mi piacerebbe molto imparare. Quando in eventi particolari mi si presenta l'opportunità di incontrare artisti come cantanti e attori, non potendo, giustamente, avere il tempo di raccontarmi, preparo una lettera, dove mi racconto ed esprimo la mia ammirazione per loro. Se ben ricordi, in occasione del nostro incontro a Ct (Etnacomics), ti ho dato la mia lettera. Ebbene tutte le volte che mi metto davanti al foglio bianco, l'euforia e l'emozione per l'imminente incontro mi bloccano. E mi dico: - Come comincio? - Che gli dico?
    Un abbraccio e alla prossima!

  7. Mi hai fatto ricordare il blocco davanti al foglio protocollo del compito in classe d'italiano ! Il vuoto creativo suona strano, ma è un bel concetto, così come l'hai spiegato. Il gesto sblocca sempre, è la prima forma concreta del pensiero su cui iniziare a lavorare. E vale anche per non rimanere zitti agli esami, io cercavo subito un argomento appiglio, anzi me lo preparavo. Adoro la disciplina, fondamentale per un mestiere artistico autonomo che si disperderebbe. È anche una grande componente di professionalità. Sono una perfezionista che sa accontentarsi, perciò ho amato Kato e ne ho percepito il dolore disarmante della delusione. Interessanti, affascinanti, curiosi, belli, questi racconti del tuo lavoro d'Artista. Grazie! Diventeremo tutti scrittori 😊

  8. Ciao Flavio,
    grazie per i quid che ci dai sempre...
    Sicuramente camminare aiuta e porta all'ispirazione.
    Alla prossima.

  9. Sei molto generoso , in sharing risposta a la tua possibile difficolta che e la stessa di tante. La mía personale fronte a un canvas bianco. Grazie e saluti!

  10. Non posso pensare che tu abbia subito un blocco dello scrittore;secondo me sei un vulcano di idee. Con la tua penna d'oro hai scritto cose meravigliose, aspetto con ansia la seconda saga, ce la farai sicuramente. A volte può succedere che ci si sente senza idee, ma si tratta solo di alcuni momenti.Rilassati con le persone a cui vuoi bene, una camminata le idee arrivano.

  11. Ciao Flavio. Questi tuoi interventi mi piacciono perché pochi scrittori parlano dei meccanismi che li portano alla stesura dell'opera. Pensa se lo avessero fatto Proust o Flaubert (che in effetti parla delle sue difficoltà creative sulla Bovary in alcune bellissime lettere da scrittore a scrittrice a Madame De Stael)... Io posso parlare della pittura, del restauro. Nel mio lavoro ricorre sempre un fatto: all'inizio la materia vince sempre. Materia fisica nel mio caso. Va addomesticata. Bisogna metterle la briglia e venirci a patti. Solo entrando nella realizzazione del dipinto, solo mettendo mano al restauro, manipolando fisicamente la materia con gli strumenti del mestiere, si diventa protagonisti dell'intervento. Ma nelle prime fasi bisogna farsi prendere per mano dagli elementi costitutivi, senza l'illusione di dominarli. E restare aperti alla "deviazione" di cui parli. Il disegnatore e autore di fumetti Moebius ne ha fatto una sua storia, "La Deviation". In pittura come in altre branche creative la soluzione spesso viene dal lasciarsi andare a prendere la svolta laterale improvvisa e non prevista che sgombra il campo dai preconcetti che ci bloccano invece, come crediamo, di definirci. Quello che alla fine veramente ci definirà sarà
    l'avvenuto addomesticamento del nostro caos interiore. È "la magia del Fare" per citare Excalibur di John Boorman. "Addormentarci nell'alito del drago". Fino alla successiva prova con noi stessi da superare. Buon lavoro creativo, Flavio!

  12. Articolo molto interessante; offre molti spunti di riflessione a tutti, indipendentemente dal proprio mestiere. Aiuta comunque a capire perché talvolta ci si blocca nelle piccole e nelle grandi cose.

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