Il seno della donna

Qualcuno mi ha chiesto come mai Anna copre il suo seno nella copertina del volume 4. Ne approfitto per fare un pensiero.

Il seno della donna e non dell’uomo… Infatti, c’è una disuguaglianza, ma è sensata? Perché esiste?

O piuttosto, a monte di una visione maschilista del mondo, ci sono ragioni logiche per cui il seno della donna è, se vogliamo, tabù? (Soprattutto nella società americana che, comunque, comanda le linee guida.)

Nella maggior parte delle società occidentali, il seno femminile è stato associato alla sessualità, mentre in molte altre culture è visto principalmente come simbolo di maternità e nutrimento. Questa sessualizzazione ha portato a considerare il seno femminile un aspetto privato o proibito, da nascondere in pubblico.

Le tradizioni religiose di molte culture hanno contribuito a normare il corpo femminile in modo più restrittivo rispetto a quello maschile. Ad esempio, in alcune interpretazioni di religioni abramitiche (cristianesimo, ebraismo, islam), il corpo femminile è stato percepito come un potenziale “strumento di tentazione”, e quindi soggetto a maggiore controllo.

La nostra società ha vissuto e sta vivendo una grande rivoluzione sessuale. L’Occidente, per quanto possa sembrare retrogrado a certi, è comunque il luogo dell’avanguardia su questo aspetto. Questo è un tema caldo, politico. E io non bazzico tali lande. A me piace la fantasia, la bellezza, le storie.

Poi, come Giuliana mi ha scritto, sono un artista-manager: ho due cappelli, quello del poeta e quello del commerciante. Quindi questa domanda, prima di tutto, va risposta con la concretezza inopinabile dei fatti.

La saga è una saga per ragazzi, 14+.

E mi direte: “Eh, vabbè, con tutto quello che vedono in TV o sul web”.

Sì, rispondo io. Ma non potrebbero. Lo fanno, ma non potrebbero. Ed è responsabilità mia, come genitore, tenere sotto controllo, dialogare e comprendere mia figlia, per evitare questo tipo di comportamento. Quindi, “tutto quello che vedono in TV e sul web” non è un argomento.

Per essere ancora più fattuale e mettere non solo il cappello del manager, ma proprio tutta la giacca e cravatta: Amazon è una società americana, e negli Stati Uniti il capezzolo femminile è tabù. Posizionarlo sulla copertina del libro avrebbe portato con sé il rischio di dover rifare la copertina, perdere il lancio e ritardare le vendite. Nulla di drammatico, per carità, ma sarebbe stato un peccato.

Quindi, davanti alla scelta se essere elegante e non esibire il seno direttamente sulla copertina, e farlo manifestando una libertà creativa che non era necessaria per me, ho preferito la prima.

Un giorno, forse persino per la prossima saga, potrei trovarmi di nuovo davanti al dilemma, e questa volta scegliere di mostrarlo. Perché quello che conta non è il gesto politico in se, ma quanto quella scelta sia in sintonia con la storia, con i lettori che desidero toccare.

Non sono le idee a comandarmi, a decidere per me. Sono io, con le mie idee, certo, ma non solo. Voglio raccontare storie, voglio farlo nel modo più ricco, fantasioso e semplice possibile. Il mio scopo è raggiungere il cuore dei più, perché nei testi che scrivo ci metto anche un messaggio. Un messaggio profondo, quella che chiamo “l’idea guida”, che porta con sé temi universali, umani. Temi che colpiscono la gente, perché cambiano una prospettiva e poi anni dopo, si ripercuotono nella politica, fatta da uomini, per gli uomini.

Un messaggio che viene svelato solo alla fine delle mie storie.

Sinfonia di Parole

Amo la musica. Sorgente pura di emozioni. Per questo mi piace quella strumentale, più che quella cantata. Mi piace lasciarmi andare senza filtri all'interno di un flusso di composizione, che sia di musica classica o elettronica.

Chi ha letto l'articolo precedente sa che ho finalmente finito l'Anello di Saturno. Completare un'opera è un momento incredibile. Erano le dieci di sera, avevo messo Elettra a letto e Eleonora era a un DJ set. Ero quindi da solo in casa, luci spente, davanti al mio gigantesco monitor. Sapevo di dover affrontare la fine di tutto. Ero emozionato, ma allo stesso tempo avevo una voglia matta di arrivare a quel punto.

Organizzo nei minimi dettagli la mia scrittura. Scrivo a blocchetti, e se dovessi farvi vedere le strutture che sottostanno alla mia scrittura, penso che verrei preso per un pazzo. La cosa bella è che questa struttura che produco poi muta, si modella a seconda di dove la storia va a parare. Nei primi quattro volumi, sapevo con precisione come sarebbero finiti, ma ero aperto a ogni idea, a ogni mutamento, perché credo nel processo organico di creazione. Io, nel frattempo che scrivo, cambio, muto, assorbo nuove informazioni, nuove idee e quindi anche la mia scrittura, di rimando, muta.

Ma per il quinto volume era diverso. Il quinto volume è stato, per me, un vero e proprio atto di coraggio, perché si tratta di un'opera conclusiva, che non apre nessuna parentesi, ma che tenta di chiuderne il più possibile, dando un senso profondo alla storia.

Non è facile scrivere un finale di 250 pagine. Almeno, non lo è stato per me. Difatti, il quinto volume ha richiesto più tempo degli altri per essere completato. Quando lo leggerete comprenderete il perché. È il volume più delicato, più semplice e più "normale" dei cinque. Eppure, per me, è quello più magico.

Insomma, mentre scrivevo queste parole finali, avevo messo alcuni brani a me cari per accompagnarmi in quell'emozione. Uno su tutti era "A mano a mano" di Cocciante, che poi sarà presente nella saga.

Ma non solo, ci saranno, in ogni volume, dei brani musicali italiani e non, a disegnare i tempi e le emozioni della storia.

Nel primo volume, durante la festa dopo la sagra, ecco che spunta: "This is the rhythm of the night", super anni '90!

Nel secondo volume, troverete (non vi dico dove): "Ti amo" del grandissimo Umberto Tozzi.

E poi molti altri. Un brano che secondo me incarna l'emotività e le tematiche di questa saga è "Only Time" di Enya.

Insomma, un pezzo bellissimo, emotivo, che ascolto e ogni volta mi commuove. lavoro anche con la musica. Sicuramente questo è dovuto al mio retaggio cinematografico e teatrale, in cui la musica è la perfetta sostenitrice dell'emozione umana. E l'incastro perfetto tra immagine, musica e recitazione genera quel momento unico, magico, a cui ogni artista ambisce.

Ma non è perché ho finito l'ultimo volume della saga che è finito il lavoro. Ora c'è l'editing del terzo volume, poi il quarto, poi il quinto. Gli audiolibri. E il marketing! E le fiere! Insomma, di lavoro ce n'è. Ma qualcosa, dentro di me, già pulsa di desiderio di affrontarne un'altra saga.

Stavo pensando di scrivere 5 soggetti e poi sottoporli alla vostra votazione. In questo modo, potrei avere un'idea di quale di quei soggetti sembra generare più interesse e poi comincerei a lavorare su questo. Vi piacerebbe l'idea? Sarebbe sicuramente un modo innovativo e creativo di cominciare un lungo lavoro di storytelling.

Fatemi sapere nei commenti se siete interessati.