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Come posso coltivare l'empatia, equilibrio tra sofferenza e giustizia, e trovare bellezza e rinascita anche nel dolore?
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L'empatia
30 Maggio 2024
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L'empatia
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L'empatia. A volte mi chiedo se averne sia una qualità oppure un difetto. "Il giusto" ecco quanto uno dovrebbe averne: la giusta empatia per non soffrire troppo e per non essere ciechi davanti alle ingiustizie della vita, del destino.

Quando ero piccolo, ricordo che soffrivo tantissimo nel vedere persone martoriate dalla vita: i portatori di handicap, le sedie a rotelle: ingiustizie che non riuscivo proprio ad accettare. Le trovavo - e lo trovo tuttora - così ingiuste.

Perché loro sì e io no? Perché sono stati puniti? Esiste davvero un giusto e uno sbagliato in questa vita? Tutte domande, mi pare ovvio, che si fa chi prova empatia per coloro che lo circondano. Ma l'empatia non è solo emotiva, esiste anche quella cognitiva.

L'empatia cognitiva è la capacità di riconoscere i punti di vista altrui, di essere aperti davanti alle differenze che ci distinguono e che fanno dell'umanità la barriera corallina delle idee. E in questa società, che sembra - a suo dire - così volta alla diversità e all'inclusione, ne vedo poca, di empatia.

Le differenze vere non sono quelle che ci piace vedere negli altri. Le differenze vere sono quelle che non sopportiamo, che troviamo orribili, inaccettabili. Ed è su quelle differenze che dovremmo arricchirci, parafrasando Paul Valery. E in tutto questo marasma di inclusività, mi sembra a volte che si perda la nozione che tutti - anche quelli davvero diversi - hanno il diritto di esprimersi. Io amo la libertà.

E nella creatività? L'empatia è uno strumento che permette di crescere per osmosi, che ci da la possiblità didi nutrirci di ciò che ci circonda in un modo costruttivo, aperto e libero. L'empatia artistica, la capacità di comprendere un poeta, un pittore, uno scrittore, è una forma più alta - se posso osare dirlo - di empatia, che fonde sia il nostro lato razionale che quello emotivo. Un'empatia olistica che rasenta, quando vissuta davvero, uno stato vitale, un'apertura totale nei confronti del mondo.

Mi ricordo di un film con John Travolta, Phenomenon, in cui lui - un uomo normale - viene diagnosticato con un tumore al cervello. Comincia a essere profondamente intelligente, a risolvere equazioni impossibili anche per i computer, e poi, alla fine, si ferma davanti alla bellezza degli alberi che respirano con il vento. Il suo punto più alto è stata l'empatia.

Mi viene in mente anche il sacchetto di plastica di "American Beauty" che vola, semplicemente, preso dalle correnti ascensionali. L'empatia è quella porta che ci dà l'occasione di intuire la bellezza che c'è nel mondo, di vedere - anche nel dolore - la possibilità di una rinascita e anche nella perdita, un nuovo inizio.

Concludo questa mia piccola parentesi con una forte sensazione che mi porto dentro: Io credo che tutti gli esseri umani siano empatici per natura - a parte, chiaramente, i casi patologici - ma purtroppo, l'empatia è come un muscolo. Se non viene allenata, si incancrenisce, si riversa dentro di noi, portandoci a dimenticarci degli altri, rendendoci schiavi di fama, gloria e potere. Di noi stessi.

E come si allena l'empatia? Con l'arte, con l'amore, con la curiosità.

Sì, nel mondo ci vorrebbe più empatia.

Alla prossima pagina.

Articolo scritto da  Flavio Parenti
Sono un attore, scrittore e regista nato a Parigi e cresciuto in Italia. Ho lavorato in film, serie TV e teatro, collaborando con registi di fama internazionale. Sono appassionato di storytelling e amo sperimentare con diverse forme d'arte per raccontare storie.

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  • Buongiorno Flavio. Come si sara' accorto, sono anch’io affetta da una disabilità motoria: tretraparesi spastica, a causa di un parto prematuro. Non mi sono mai sentita una martoriata o punita dalla vita. Ho sempre vissuta bene lo mia disabilità; poiché la mia famiglia ed anche i nostri miei amici non mi hanno mai fatto pensare la mia condizione. Io ho bisogno di loro; ma anche loro hanno bisogno di me. Le difficoltà ci sono però si cerca di affrontarle insieme sempre col sorriso, perché è quello che manca oggi.
    Stare alle persone che soffrono è straziante.
    Io soffro tantissimo quando vedo persone affette le malattie rare senza cura o quasi; ma ho la speranza che i nostri giovani ricercatori trovino delle cure che sconfiggano o quantomeno migliorino la vita anche a loro.
    La gente è sempre meno empatica anche a causa dei social network, che subdolamente, ci isolano nella realtà dalla realtà; e’questo secondo me che porta all’egoismo. Hai tanti amici su Facebook, su Twitter, su Instagram, ma in realtà sei solidissimo.

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  • Salve, Flavio! Ora si parla di empatia, capacità di immedesimarsi negli altri, con la loro interiorità più o meno espressa, con il loro modo di pensare e il loro progettarsi.

    Credo di esserlo empatica, perché questa dote ha a che fare con la sensibilità e l’amore della libertà che per fortuna ho ricevute in eredità.
    Credo che sia una fortuna avere a che fare con persone empatiche , in cui tali due caratteristiche si compenetrano, perché chi ne è è portatore… possiede sconfinata umanità e grande larghezza di vedute.
    Con loro si può avere un buon dialogo e sani confronti, da cui possono derivare anche consigli utili per la nostra vita. .
    Il che non è possibile nella chiusura che ci rende impermeabili ai rapporti umani e ci nega la possibilità di scambi autentici, tutto ciò che naturalmente non a che vedere con l’insulsa e incondizionata superficialità di contatto.
    Anche io sono sempre stata colpita dalla sofferenza altrui, specie quella eclatante che colpisce con malattie visibilmente penalizzanti bambini, miei coetanei allora,o in situazioni famigliari e sociali vistosamente svantaggiate, quando il bisogno del prossimo urla la sua richiesta di aiuto e la diversità sembra un fardello troppo greve per non essere condiviso…
    Anzi, da scolara, ero attratta dai reietti, dalle compagne di classe chiaramente disagiate che forse con le loro condotte ribelli all’autorità dell’insegnate chiedevano solo un po’ di cura in più ed ai compagni un po’ di
    comprensione…. Se Giulia( i nomi citati sono ,puramente casuali) era dietro la lavagna perché insopportabilmente ribelle alla maestra, pensavo al suo
    disagio in quella posizione abnorme, separata dalle compagne e demonizzata.
    Se gioia la chiamavano “la picchiona” perché non si limitava a litigare a parole ma scendeva a vie di fatto, menando , notavo che aveva lineamenti più marcati e pelle più ambrata della nostra, forse, pensavo, così usa al suo paese d’origine, ed intuivo come potesse essere diverso e interessante conoscerlo…
    Devo dire che in questo c’entra anche l’educazione cattolica ricevuta , che mi inculcava carità ed amore del prossimo, con speciale attenzione ai bimbi disagiati, nati senza mezzi economici e privi di guida, quindi da comprendere e perdonare nei loro eventuali comportamenti disturbatori.
    Così come tra le tante bambole che mi venivano regalate , ce ne fu più di una con la pelle nera, da me amata particolarmente come nera fu la bambola che confezionai in panno lenci, per un’esercitazione scolastica, poi cucita con commovente pazienza dal mio caro papà …( non ho avuto mai manualità ed attitudine al cucito infatti pur essendo naturalmente creativa…).
    Non giudicare e non contrastare ( specie slealmente) il pensiero altrui, ed eventualmente la relativa condotta, fu poi per me, cresciuta, fatto naturale per un imperativo etico introiettato e definitivamente assimilato, secondo quell’assoluto amore per la libertà che mia madre mi aveva inculcato come principio fondamentale di vita.
    Ciò che mi ha sempre portato a scelte personali convinte anche se difficili , che comunque ho difeso imperterrita come indiscutibili, osteggiata o incompresa spesso, come per me incomprensibile l”ottusità e la prepotenza di giudizio degli estranei.
    Naturalmente tale mia apertura , che ho anche pagato a caro prezzo, accumulando “crediti”…, mi ha poi consentito negli studi compiuti, di taglio umanistico, una profonda comprensione degli autori letterari trattati e curiosità conoscitiva verso le ideologie filosofiche studiate, stimolandomi al confronto.
    Credo che una buona educazione e una viva curiosità intellettiva siano fondamentali , come dici, per alimentare l’empatia che nasce però fondamentalmente sulla base di una viva sensibilità allenata all’ideale di libertà esistenziale.
    Grazie, Flavio. Ancora una volta ci hai indotto a riflettere con il tuo interessante articolo.Buon inizio di giornata,
    A più tardi, alla prossima pagina. Mariangela.

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  • Anch’io credo che per natura saremmo tutti empatici, ma la tendenza la vedo volta ad evitarla, e purtroppo anche nell’educazione dei ragazzi, perché fa male, e così finisce che non l’avvertiamo più. Peccato perché l’empatia ci renderebbe migliori. Io la sento passare dall’emotività alla consapevolezza, e quando mi sento privilegiata avverto un senso di colpa. Valery, una di quelle letture folgoranti che ti cambiano. Ma anche queste tue pagine, che inducono a riflessioni importanti. Grazie e buona domenica.

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  • Grazie Flavio🎠Continua a scrivere🎠scrivere desta il senso della curiosità🎠sviluppa l'empatia🎠fa scoprire il nostro mondo emotivo 🎠interiore🎠distende la mente🎠stimola la fantasia🎠CONTINUA A DONARE LE TUE PREZIOSITÀ🎠CONTINUA A RACCONTARE LA TUA STORIA🎠GRAZIE🎠🎠

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  • Carissimo, puntuale e descrittivo su ogni piccola o/.
    Tu ne sei il maestro e grande osservazione
    Credo che Empatia è ciò che ci fa compagnia. In ogni caso, osservazione e soprattutto della bellezza . Grazie a presto

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  • Ciao Flavio!

    Mi è piaciuto molto il tuo articolo sull'empatia, l'approccio che dai è molto interessante, hai molto ragione quando dici che siamo empatici per natura e sono d'accordo che quando sei bambino non hai pregiudizi sei semplicemente empatico con gli altri i bambini, con la natura, con gli animali domestici ed esprime puramente ciò che sente e dice ma man mano che cresce perde quell'empatia perché le notizie, la violenza, l'ambiente familiare, gli amici, i vicini, la tecnologia lo isolano... ora i giovani trascorrono più tempo cellulare e ricordo che qualche settimana fa un mio amico mi disse così: "Lascio il lavoro e non posso più continuare a lavorare da casa. Sono chiuso in casa da più di 5 anni di lavoro senza avere un vero contatto con le persone e qualcosa mi fa sentire È successo in tutto questo tempo che non riesco più a connettermi con le persone quando sono lontano da casa"...insomma, non è più empatica con le persone e con ciò che la circonda , grazie Flavio per avermi fatto riflettere e pensare di più all'empatia.

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  • Bravo Flavio il pensierosul'empatia mi è piaciuto molto io penso di appartenere a quelle persone empatiche!!!!

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  • “E come si allena l'empatia? Con l'arte, con l'amore, con la curiosità.”
    Per me anche la Natura..mi siedo nel Parco e osservo qualsiasi forma di vita e mi dispiace quando vedo poca ma poca attenzione da parte delle altre Persone ecco da quelle Persone mi allontano istintivamente

    Sempre non cesso mai, anche se sono triste il mio viso i miei occhi parlano, le Persone si fermano a parlare con me e mi salutano mi guardano anche se non le conosco, anche i bambini mi guardano e mi tendono le manine, anche i cani abbaiano e vogliono avvicinarsi…alcune volte hanno paura mentre si avvicinano …ma io non faccio nulla però provo per Tutti quando guardo QUALCOSA…certo l Empatia provarla così Istintivamente non ci devo pensare …
    Ciao Flavio io sono sempre d accordo con Te un abbraccio

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  • Olá, Flavio
    Você aborda a complexidade da empatia de uma forma tão sutil que nos faz refletir sobre a importância de encontrar um equilíbrio. De um lado, a empatia emocional nos faz sentir a dor dos outros, o que pode ser angustiante e nos confrontar com as injustiças da vida. Por outro lado, a empatia cognitiva nos permite entender e respeitar diferentes pontos de vista. Acredito que a empatia vai muito além de apreciar as diferenças superficiais; trata-se de abraçar e aprender com as diferenças que consideramos difíceis de aceitar.
    Como você mencionou, a empatia é uma qualidade inata dos seres humanos e que precisa ser cultivada através da arte, do amor e da curiosidade, para que não sejamos sufocados pelo nosso egoísmo e pela busca de poder.
    Obrigada por esta clareza de pensamento! Até breve!

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  • Empatia è un qualcosa che sento ed ho sempre sentito dentro di me. Immedesimarsi ed entrare nel dolore, nella sofferenza degli altri, soprattutto di coloro che amo. Questa società attuale, purtroppo, è molto lontana da questo concetto. Tu, Flavio, che sei un grande scrittore, non potevi trovare pensieri e parole migliori, efficaci, per rappresentarla. Sempre complimenti come scrittore e come interprete

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  • Oggi purtroppo non c'è empatia, poche persone riescono a entrare nell' animo dell' altro e capirne i sentimenti positivi e negativi, gli esseri umani sono piuttosto egoisti. È ovvio che,se tutti fossero empatici, il mondo sarebbe un posto migliore. Tu, io e quanti altri lo sono? Bell'enigma!!

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  • Wow..!
    Vado a nozze sicure con il tema scelto da te oggi: empatia!
    Da sempre convivo in questa seconda "pelle" che mi fa sentire le emozioni e gli stati d'animo di chi mi circonda..
    Tu parli di pregio o difetto...credo convintamente ,grazie anche all'esperienza di nsegnamente che sia un grande dono ,una capacita' di tanti che mettono a servizio il "sentire dentro" la sofferenza dell'altro e sono vicini in modo particolare alle persone piu' deboli .
    La cosa piu' importante e' farne un punto di forza e non di debolezza rispetto a chi non ne ha e ti fa sentire un "minus" per il bagaglio emozionale che porti dentro.
    Le persone , e sono la maggior parte,scelgono di vivere in modo egotico ed egoistico;e' una societa' dell'apparire,dove non ci si confronta per migliorarsi ma solo per superare gli altri .
    In questo modo non c'e' spazio per l'empatia,diventa un' intrusa specie nel mondo giovanile dove prima di tutto prevale il farsi valere,rispettare a volte anche con modalita' arroganti e prepotenza,piu' dell'entrare in
    Tu ,Flavio,parli di un 'empatia in senso lato e ne fai un'analisi perfetta ,mi piace molto l'associazione di empatia onnubio all'arte ... si e' una vera e propria arte comprendere ,ma necessita' di un'alfabetizzazione affettiva ed emotiva sin dai primi anni di vita.
    Grazie Flavio !

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  • Buongiorno! Anche se si accende la tv a pranzo e si sente parlare di guerra nucleare e si riflette sul fatto che l'Empatia poco conta quando prevalgono i "grandi inquinanti ". L'Egoismo e i suoi strumenti, il Potere, il Denaro. L' Empatia può venire naturale fino a livelli che possono sembrare soprannaturali. Pensate quanta ne provano i santi, Madre Teresa e altri esseri illuminati come loro. Che riescono a reggere davanti agli orrori. Tanti medici che guardano in faccia la sofferenza. Se volessimo potenziare razionalmente l'Empatia potremmo meditare sul concetto di interdipendenza. Semplicemente la vita di tutto ciò che ci circonda, gli altri, gli animali, le cose, il mondo è integrata alla nostra. Il loro percorso è comune e la nostra fine sarà la loro. Scherzando con il suo tipico umor il Dalai Lama disse che in fondo un buddista è egoista perché pensare agli altri, mettersi sempre dalla loro prospettiva, è il miglior modo di pensare a noi stessi. Anche il sito di Flavio è positivo in quanto veicolo di confronto, interscambio. Prevarrà nell'umanita' la capacità di provare Empatia contro i mostri creati dall'Ego? Il Cantico delle Creature di S.Francesco è un inno all'espansione del cuore al Creato. Se il cuore si chiude invece implode e quello che può essere luce diventa la tenebra più profonda. Il cuore di tenebra dell'omicida. Del dittatore. Buona fortuna a noi tutti...

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  • Caro Flavio mon smetterei mai.di ascoltarti, la puntata di oggi. L'empatia e un sentimento che conosco. .no n smetterei mai. Di ascoltarti. ❤️ sei eccezionale

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  • L'argomento di questo articolo oggi è stato difficile per me. Conosco l' etimologia di questa parola, ma non ho parole adatte per esprimere il concetto di empatia. Ci provo comunque: in psicologia il concetto significa entrare in sintonia spontaneamente negli stati d' animo a comprendere la situazione dell'altra persona. Mentre nella pubblicità e nell'arte, l'empatia è la capacità di catturare l'attenzione di coloro che guardano o leggono il messaggio. Una persona empatica generalmente è.molto sensibile alle emozioni, comprensivo e disponibile ad aiutare gli altri. Viviamo in una società egoistica, che cerca di imporre l'apparire l'avere successo in poche parole contare secondo i canoni della società stessa. L'empatia è quindi una dote preziosa. (Il cane che abbaia non morde tipo io)

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  • Beh, direi che creare storie è un ottimo modo per allenare l'empatia. Una sola persona (l'autore) deve imparare a pensare con la mente, con il cuore e con i nervi di tutti i personaggi che inventa. Quale metodo migliore per vestire i panni altrui e sviluppare empatia? Una persona capace di vedere solo con i propri occhi e di sentire solo con la propria anima non potrebbe mai scrivere, se non di se stessa. Quindi va da sé che un buono scrittore è per forza, prima di tutto, una persona empatica.

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    1. Quanto è vero! Anche se si tratta comunque di un'empatia - almeno in fase di scrittura - rivolta verso l'interno

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      1. Si è vero, ma tutto quello che proiettiamo all'esterno deve prima maturare all'interno. Penso a uno scrittore che decide di dare vita a un personaggio non vedente...e per mesi o anni di scrittura deve sforzarsi di "vedere come chi non vede". Di sicuro quello scrittore potrà sviluppare un grado maggiore di empatia nei confronti dei non vedenti (quelli veri) rispetto a chi banalmente incrocia un cieco per strada e il tempo di voltare l'angolo sta già pensando ai fatti suoi. Secondo me è per questo che gli autori dicono sempre di essere sfiniti dopo la stesura di un libro, nonostante si faccia da seduti. Perché scrivere è a tutti gli effetti una palestra, solo che al posto dei muscoli si allenano altre virtù.

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  • Mi viene naturale essere empatica, mi ritrovo spesso con le lacrime agli occhi, di fronte a certe realtà o situazioni che non ti stanno bene, dove ti fai la domanda "perché loro?" "È ingiusto"come dicevi tu Flavio.
    Situazioni dove sei impotente, che non puoi cambiare, non ne hai la possibilità.
    E questo ti porta a grandi sofferenze, per questo devi proteggere
    te stesso, schermandoti con un po' di indifferenza. È non è facile.

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  • I feel empathy knows right from wrong. When trained a bit. A lot of training can make looking at this world a hard task. Not to open every door all at once might be necessary. But to do more fully what we do: Empathy frees ourselves from opposition and we feel human and life.

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  • Anche io ancora nella mia piena maturità,mi chiedo se possedere l'empatia sia un bene o meno ....a volte le situazioni altrui le porto con me anche a casa ......non saprei se oggettivamente sia un vantaggio o meno.
    A causa della mia empatia spesso ci ho rimesso e non poco....... però ad oggi , nonostante tutto,nel bene o nel male preferisco esserlo , soprattutto se mi puo essere di ausilio nel percepire Ancor più le situazioni o le emozioni degli altri.....e co è forse uno strumento nelle mie mani per comprendere il prossimo.
    Alla prossima Flavio

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  • Ciao
    come al solito sei eccellente nello spiegare il reale significato di empatia che non viene compreso da molti, anche perché viviamo in una società egoistica !!!
    Alleniamo l'empatia
    Grazie
    un abbraccio
    Gabry

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  • Io purtroppo, perché io tutto questo lo vivo come una condanna! Io sono un PAS! Sento tutto sia nel bene che nel male! È un arma a doppio taglio, perché ti distrugge! Lo sono fin da bambina! Sento tutto degli altri,il loro dolore,la falsità, la rabbia! Tutto! È bello essere così? A volte no! Ecco perché aiuto sempre chi ha bisogno, perché così puoi fare qualcosa di bello,per gli altri e per te stesso!

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  • Empatia: la capacità di indossare la pelle di qualcun altro
    Cerchiamo di essere empatici
    Buongiorno a tutti

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  • Verissimo. Nelle relazioni interpersonali l’empatia è una delle principali porte d’accesso agli stati d’animo e, in generale, al mondo dell’altro ed è essenziale ricordare questa porta d' accesso - come hai fatto Tu - perché siamo in un contesto storico in cui si esalta l' opposto. Luca e Anna, i protagonisti del tuo bellissimo libro ' L' anello di Saturno ', ci fanno emozionare perché creature fortemente empatiche e profondamente innamorate.

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  • Molto interessante la tua idea di empatia ...qualcosa di fondamentale per relazionarsi con gli altri.

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  • Pagine passate

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