Per chi non sapesse cosa fosse il burnout, in sostanza è quel momento in cui tutte le fatiche esercitate verso un dato obiettivo diventano così grandi e così pesanti da impedire alla persona di continuare. Questo può portare a moltissimi problemi: depressione, crolli psicologici, abbandono degli obiettivi. Insomma, è qualcosa di brutto, e molti - se non tutti - ne sono soggetti. Più degli altri, sicuramente coloro che hanno tendenze compulsive e ossessive, che puntano alla loro direzione come un pitbull che morde la carne, incapaci di fermarsi, di darsi pace fino a che non saranno riusciti nel loro intento.
Ebbene sì, lo ammetto, sono uno di questi. Chi mi conosce già lo sa: faccio tanto, anzi, faccio troppo. Ogni volta provo a ricordarmi che non dovrei, che alle nove di sera è venuto il momento di fermarsi, di smettere di rispondere, di scrivere, di "lavorare".
Ecco qual è il mio problema: ho molto raramente la sensazione di lavorare. Per me, scrivere, recitare, rispondervi, tuffarmi in una nuova passione, studiare, sono elementi fondanti della mia vita. Così tanto che non li percepisco come un peso, e quindi mi sovraccarico senza nemmeno rendermene conto.
Pensate che addirittura mi scordo di bere. Per ore, se non giorni. A 23 anni, mentre recitavo "Galois" al teatro stabile di Genova, ebbi le coliche renali per mancanza di liquidi ingeriti. Ho scoperto che mi manca la lampadina che si accende quando il mio corpo necessita di idratarsi. Questo perché mi perdo totalmente nelle mie idee, nei miei pensieri, nelle mie passioni.
È una cosa bellissima, e mi sento così fortunato a poter esercitare ogni giorno la mia arte, in un modo o in un altro. E non potrei se voi non foste qui al mio fianco. Questo mi dà forza, ma anche - è inevitabile - mi assorbe energia e tempo. Sento la necessità di far sentire che ascolto, che ci sono e a volte esagero. Lo dico per me. Dovrei davvero imparare a chiudere i rubinetti, ad isolarmi. Ma come faccio? Ecco che alle 23:54 mi sovviene un'idea per una storia, oppure un nuovo metodo per il sito, eccetera. Sono continuamente assalito da me stesso…
Quindi, come faccio? Vorrei chiudere questo articolo avendo trovato qualcosa, una miccia, una piccola pepita che mi possa permettere di evitare il burnout. Una volta mia madre mi disse che il suo problema era che "era troppo romantica nel suo lavoro", che vorrebbe dire che prendeva tutto a cuore.
Non importa se è un lavoro d'ufficio o un lavoro creativo, è importante staccare. E per farlo, è importante inquadrare l'opera artistica come un lavoro. Retribuito, con degli orari. Perché sennò lo scotto da pagare è alto, altissimo: disidratazione, asocialità, depressione. Che poi, a pensarci bene, sono tratti quasi distintivi dell'artista.
L'artista non scinde il proprio moto creativo dalla propria vita e così facendo, a volte cede alla passione che si fa ossessione, desiderio violento alimentato dal fuoco sacro dell'arte.
E ci vuole acqua per alimentare quel fuoco sacro. Acqua e pazienza. Proprio come le piante.
Ecco, mi sento un po' come Luca nell'anello di Saturno: una pianta sradicata non dalla vita, ma da sé stessa, in perenne ricerca di mutamento, di trasformazione. Sono come una trottola che balla incessantemente, fino a che, proprio come quel giocattolo, finirò la mia danza in movimenti compulsivi e agitati, per poi addormentarmi.
Mi piacerebbe riuscire a imparare a rallentare dolcemente... ma una trottola che si ferma tranquilla voi l'avete mai vista?
Ora vi scrivo con la bottiglia d'acqua vicino a me. Tra poche settimane ricomincerò "Il paradiso delle signore". Non vedo l'ora, perché il "lavoro" mi restituisce ordine, mi obbliga a dormire, a riposare, a prepararmi.
Dopo mesi di follia creativa, di scrittura incessante dell'Anello di Saturno, nel quale purtroppo non sono riuscito a completare del tutto l'ultimo volume (sono a metà), sarò costretto a darmi pace, a ritrovare l'equilibrio che la recitazione mi impone.
Non vedo l'ora.
E voi, come gestite il burnout? Avete trovato metodi personali che funzionano? Vi aspetto nei commenti.
Alla prossima pagina.
io ancora a 81 non l'ho trovato. Sono sempre in movimento. Questo fin da piccola..
Ciao Flavio. Credo che nella vita occorre vivere di passioni, di piaceri, di creatività in mezzo ai doveri. Sta a ciascuno di noi saper dosare queste cose.
La differenza nel dosaggio, come nello zucchero, non lo fa un cucchiaino in questo caso ma ahimé la persona.
Ebbene ci stai facendo conoscere chi sei nelle tue mille sfaccettature ed attraverso le tue passioni ti muovi, alimentato da uno zucchero diverso lo zucchero dell' interesse e della passione, ed appassionato vivi immerso nel tuo mondo come persona che poi si affaccia alle altre persone per il piacere di farlo e talvolta di non farlo perché no.
Le fatiche che riversi nel tuo lavoro, non le avverti, non le puoi avvertire mosso da motivazioni alte, sete di produrre, creare, conoscere e sapere. E' una sete diversa la tua, ti disseti solo se cio' che in te poi diviene...bellissimo questo!
Sappiamo tutti che il 70 per cento del nostro corpo ha bisogno di sete, ebbene dobbiamo idratarci molto per vivere sani, ma ci sono seti e seti. Meglio saperlo comunque e rispettarlo per carità.
Hai parlato di elementi fondanti della tua vita che sono proprio queste, ben vengano. Credo che non è facile dosare bene le fatiche, per impedire che diventano pesi enormi da continuare, ma i limiti esistono e ciascuno di noi deve darsene, anche tu te ne sei accorto in questo infatti.
Allora che fare? Assecondiamo il senso di stanchezza capendo che e' un campanello di allarme per poter dire" basta stasera smetto, metto da parte rimando a domani" sai perché?!? Perché in fondo all indomani, la resa sarai migliore della sera prima ma, la grinta, la motivazione e la molla a progredire sarai sempre la stessa, animata dalla tua forte passione che tende verso obiettivi e fini buoni, veri e giusti.
Concludo dicendo che in questa pagina stavolta, mi sono ritrovata molto, anche io spesso mossa da impegni e passioni tra cui anche la scrittura dimentico di bere, mi dimentico spesso e leggendoti ho sorriso riconoscendomi.
Ed infine ti dico nella vita si deve vivere di passioni, di passioni piccole e grandi ed obiettivi fattibili, poiché strada facendo poi ci si accorge cosa e' importante e cosa non lo e' per poter dire ho vissuto bene e non sopravvissuto.
Ciao Flavio🔮Forza 🔮è giunto il tempo🔮passa il tunnel🔮la LIBERTÀ CREATIVA TI ATTENDE🔮troverai GIOIA 🔮LETIZIA🔮 troverai l'ESSERE🔮il BRILLARE PARTICOLARE🔮dimenticherai l'avere🔮il successo🔮la paura🔮 FORZA FLAVIO🔮UN ABBRACCIO LUMINOSO🔮🔮🔮Isa🔮🔮
Ti capisco benissimo caro Flavio io a volte , non dormo nemmeno ma sai cosa mi aiuta ? Fare yoga se nn lo facessi sarei perennemente in ansia , stressata , lo yoga mi aiuta non solo fisicamente ma anche e soprattutto mentalmente. Anche s
olo fare un mantra come ooohhmmmm oppure chiudere gli occhi e isolarsi non pensare a niente , lasciare che le idee, i pensieri ti arrivano ma poi cacciarli via, come dice la mia insegnante fai entrare poi butta tutto fuori , inspira ed espira a pieni polmoni. Prova a farlo anche solo due minuti poi allunghi a dieci piano piano . Davvero ti rigenera te lo assicuro. Buona fortuna!!
Ho appena letto il diario di lunedì e, per coincidenza, oggi ho pubblicato un post sul mio Instagram che contiene un messaggio collegato a questo argomento.
Il mio italiano non è buono
Quindi perdona gli errori grammaticali.
Il mio post:
Adriana Calcanhoto (cantante brasiliana, come me) ha detto:
Vado in giro per il mondo
Facendo attenzione ai colori di cui non conosco il nome
I colori di Almodovar
I colori di Frida Kahlo...
Vai là fuori, camminando, senza alcuna destinazione
Solo con le mie riflessioni
Sulle mie scelte
Riguardo la giornata
A proposito della vita...
Osservando le persone, il paesaggio, le macchine che vanno e vengono...
Ascoltare i suoni, il clacson, l'urlo del venditore di popcorn...
Succedono così tante cose contemporaneamente
Ti sei mai fermato a pensare, quando è stata l'ultima volta che hai fatto qualcosa del genere?
RALLENTARE
Perché tanta fretta?
È questa la fretta di essere felici? NO
Questa fretta è realizzare,
gli obblighi, la palestra, il libro da leggere, le faccende domestiche...
E non puoi dimenticare che hai bisogno di dormire
C'è così tanto da finire che 24 ore sono diventate poche.
RESPIRARE
Siediti in un bar e ordina un caffè
Rimani lì per un po'
Abbastanza tempo per capire cosa sta succedendo intorno
TEMPO, TEMPO, TEMPO, TEMPO
Abbiamo bisogno di tempo solo per noi stessi.
Nessuno sa quanto tempo ci resta qui,
Solo Dio,
e ha il suo tempo
Un vero mistero
RIFLETTE
Non è necessario che tu ti occupi di tutto
Bisogno di essere felice
"Accendi il GPS della felicità e trova la tua strada"
Quella frase era scritta sui muri della città, ma l'ho vista solo quando ho rallentato
E quante cose non hai visto?
Si accendono gli interruttori e ci autospegniamo.
Tu fai veramente tantissime cose, con una passione e, aggiungo, generosità tali che sovraccaricarsi dimenticando se stessi è comprensibile, e non da tutti. Io ho avuto un blocco a 22 anni (anche emotivo) coinciso con la morte improvvisa di mio padre, ho perso concentrazione, lasciato l’Università. Il lavoro mi ha riportato alla normalità. Ho preso a cuore il mio piccolo lavoro impiegatizio rendendolo creativo, dimenticando di bere acqua, pur portandomi bottigliette di tutti i tipi, che, se non avevano allagato la borsa, alla fine della giornata erano intonse. In situazioni di concentrazione mentale, penso che il fisico si disidrati come se facesse jogging. Del resto burn dice tutto. Quando non c’erano: internet, cellulari e mail si staccava per forza, però, se a mezzanotte ti veniva in mente un dubbio, un errore, l’ansia ti attanagliava e non dormivi più, quindi….Incanalare un flusso di pensiero come il tuo, in una tabella di marcia a più velocità, mi sembra impossibile, magari puoi importi orari rigorosi di stacco per alcune attività, ma penso che già tu lo faccia. Sono felice per la tua ripresa della recitazione, perché, come dici tu stesso, ti impone ordine e equilibrio. Buon lavoro e in bocca al lupo !
Mentre aspetto le vecchie repliche del Paradiso rileggo il tuo scritto di ieri e mi accorgo che tu hai chiesto una ‘cura’, un sistema per evitare le negatività del burnout. Senza nulla togliere al lavoro degli psicologi io cerco di risolvere i miei guai , le ansie, le paranoie, le malinconie con il mare. Io mi perdo nel mare. Che sia inverno o estate poco importa e non importa se è calmo o agitato. Io sto lì ad ammirare la sua magnificenza e a respirare la sua aria buona. Di fronte al mare mi passa tutto, persino l’asma di cui soffro. La mia fortuna è di essere nata in un’isola e di vivere in una città con un mare stupendo. Ho visto in tv la tua bellissima moglie, ho saputo che sei padre, non dovrebbe essere così difficile per te mollare tutto per un po’ e goderti la vita in loro compagnia ❤️
Eccomi Flavio con il mio commento.
Sono appena andata in pensione, dopo 42 anni di lavoro; un matrimonio, 2 figli, un divorzio, una mamma da accudire con l'Alzheimer e seguire tutta la burocrazia italiana...avevo tutto organizzato; sveglia, porta i figli a scuola, lavoro, scappa di corsa per riprendere i figli, portali a fare lo sport scelto, torna a casa prepara la cena...letto. Come un puzzle tutti i tasselli al loro posto...ma poi il puzzle si allargava.... corri dall'avvocato, segui la mamma, gira per uffici per la famosa burocrazia, tutto nella città caotica di Roma.
Così ho affrontato il mio burnout....creando ogni giorno la mia programmazione.
Ora mi sento un po' persa....i figli grandi, la pensione, la mamma volata in cielo....il tempo sembra non passare mai....il puzzle è diventato più piccolo e veloce da concludere.
Dovrò, come una fenice, rinascere dalla mie ceneri!!!
Buongiorno, Flavio, con un giorno di ritardo, rispondo al tuo coinvolgente post di ieri, in quanto sono stata distratta da altro commento che mi ha impegnato a proposito del nostro incontro al Salone di Torino e alla pubblicazione del primo volume dell’Anello,di Saturno.
Comprendo benissimo il tuo stato d’animo,e conosco “ la lucida follia” mi permetto di definire così…la condizione che colpisce chi è immerso completamente nella fase creativa del comporre…( un testo).
Nel mio piccolo, ne sono stata affetta quando, dopo anni , mi risolsi a scrivere la Tesi di Laurea in Letteratura italiana, della cui difficile gestazione già ho parlato…
Anche perché non ero, più solo nella dimensione privilegiata dello studente ma in quella più faticosa di studente lavoratore, ahimè esclusivamente per mia colpa, mia massima colpa…
E siccome per me poi dedicarmi a qualcosa diventa un appassionarsi a qualcosa, fu impresa totalizzante.
Nella fase conclusiva, spinta da pressioni esterna, perché altrimenti la mia indolenza e insicurezza avrebbero procrastinato all’infinito la sua conclusione, sapevo di avere il tempo incalzante e sempre minore, rispetto al fatidico 19 marzo in cui l’avrei discussa( circostanza che risuonava in me inquietante, anzi orrida)..
Arrivai a scrivere , per ricucire e limare nelle annotazioni, fino allo stremo, circa mezzanotte, con la sveglia impostata alle 3 di mattina, per guadagnare qualche ora prima di entrare in ufficio.
Fu un tour de force tale che ressi perché ancora in ottima salute e giovane, ma che non fu senza conseguenze.. A fine d’opera una tosse che mi era sopraggiunta per bruschi cali di temperatura, dopo un precoce annuncio di primavere, ebbe esiti asmatici, probabilmente per il forte stress, perché fu episodio unico, mai preceduto né seguito poi da altri analoghi,
La mia full immersion nel compito assunto non era stato solo determinato dalla urgenza oggettiva d una data fissata da rispettare, ma da un meccanismo necessario e inarrestabile, autoimposto, per cui mi ero sentita completamente trasportata ( o forse meglio “rapita”) nel contesto descritto e nella problematica trattata….
Quando fini, fini per me una storia personale , molto più coinvolgente di una semplice esecuzione di un compito che mi era stato affidato( e credo succeda sempre così al termine di un atto creativo)..
In conclusione e generalizzando, ammetto che , siccome mi conosco e conosco molto bene il grado di passione che scaturisce in me se mi applico a un progetto ( ora narrativo), sono restia a rilanciarmi nella impresa, anche se non nego che mi tenti, perché scrivere è un po’ una malattia , una spinta quasi necessaria, che difficilmente si sa contenere…
Chissà domani…?
Ti raccomando di ricordarti sempre che la salute va al primo posto, e non è retorica, ma ferma convinzione, sperimentata; , anche se sei ancora giovane ,, stressarsi nuoce e se si esagera le conseguenze possono essere molto gravi.
Non per la scrittura, ma per altro motivo, legato alla mia condizioni di figlia, a me è capitato una ventina di anni fa e per poco ci ho lasciato la pelle.
Inoltre, bere è fondamentale per la salute. Sì siamo come piante, come dicevo a mia madre, ormai molto avanti con gli anni e invalidata dalla malattia, nei momenti di crisi…Riprenditi come una piantina( lei era minuta), la esortavo, con trepidante tenerezza…
Quando lavoravo in ufficio sulla mia scrivania c’era sempre una bottiglia di acqua, poi, cessando, mi sono un po’ dimenticata la vecchia buona abitudine, riscontrando presto disturbi correlati al deficit di assunzione di liquidi.
Per il resto credo che se dedicarti tanto a questa attività ti gratifica e fa sentire realizzato sia perfettamente armonizzabile con la tua altra attività artistica e la tua dimensione privata., arricchendola. Sinceramente mi piace più pensare all’attività artistica come a una scelta privilegiata di realizzazione che come a un mestiere organizzato in orari e retribuito. Ho una visione romantica della tua professione…e in genere sono stata sempre romantica, anche nel lavoro, portando a casa, finito il mio servizio burocratico di funzionaria pubblica, le problematiche dell’ufficio in cui cercavo di esprimermi con una marcia in più, spesso incompresa e non apprezzata a dovere, sebbene coinvolta più del dovuto( .chi è diverso da te neppure ti capisce!…).
Grazie, ancora, Flavio, per la tua disponibilità umana, fiducia e gentilezza.
Felice nuovo giorno. Mariangela
Ciao Flavio! Mi permetto di darti del "tu", spero non ti dispiaccia.
Ho ascoltato e letto il tuo articolo di oggi e mi viene da fare una considerazione: che non sei così grave! Già il fatto di aver individuato il problema, e averne la consapevolezza, è un bel passo avanti. Quando si lavora con passione succede di farsi travolgere dalle situazioni. Anche a me è successo quando lavoravo, correvo come una trottola per riuscire a fare tutto. Ho sempre dato tutta me stessa nelle cose che facevo, forse perché mi illudevo di essere indispensabile.
Ora che la mia vita è cambiata, non lavoro più, e non ho più neanche carichi familiari da assolvere, mi guardo indietro e sorrido. Sorrido a quella donna ingenua: nessuno di noi è indispensabile, facciamocene una ragione. Niente è più importante di noi, della nostra salute, e del nostro benessere.
Ci sono pochissime cose che non possano essere rimandate a domani. Ad esempio i tramonti. E allora, mi vien da dire che per gestire il burnout dovremmo semplicemente imparare a fermarci, alzare gli occhi al cielo, e ammirare i tramonti con occhi di stupore. Provare per credere, funziona!
Quanto è vero 🧡
Manca un po' di leggerezza....,che non è superficialità!
Si anche io ho il mio burnout e quando si presenta,anche molto spesso,direi.....mi sento profondamente demotivata,insicura e con scarsa autostima. Non so come lo si gestisce ....a volte a me succede che un evento nuovo o una gratificazione da parte di qualcuno,possa darmi lo stimolo necessario ad uscire da uno stato di crollo psicologico...... Alla prossima Flavio
Ciao Flavio,
Come immaginavo davvero interessante 😉. Certo è difficile gestire il burnout, credo che oggi un po' tutti ne siamo affetti ☺️🤦🏻♀️. Il segreto, come hai detto, sta nel rallentare, però...un conto è dirlo e un altro è mettere un pratica. Anche a me accade, tra lavoro, casa e impegni vari, sembra che ci riduciamo a avere solo impegni, doveri, mentre la vita è anche altro. Ecco dovremmo davvero dare importanza a ciò che invece ci rende felici e soprattutto che ci fa staccare dalla solita routine. Un abbraccio Flavio🤗 a presto
Mi sono dimenticata..Ascolto la musica in cuffia di ogni genere moderno naturalmente dal Rock al Jazz IPop poi mi trovo un angolo del Parco e faccio ginnastica ballo sempre con la musica che per me è un tocca sana leggo il tuo libro
La Divina Avventura 🤣👋👋ciao buona notte
L unica cosa che faccio è mettermi la tuta le scarpe da tennis ed ESCO A CORRERE O A CAMMINARE per riuscire a gestire i miei pensieri, certo non sono come i tuoi, Tu sei uno scrittore attore regista e vedo ho capito che ti piace avere tutto ciò sei adrenalinico sei cosi …adesso parteciperai nuovamente al Paradiso delle Signore per cui i ritmi saranno diversi e forse ti riposerai…forse sarei anch io come Te , rispondere leggere pensare come portare avanti il tutto per essere vicino a chi mi scrive e mi legge se fossi Te…tanti auguri per tutto..e RICORDATI DI BERE COME DI RIPOSARE LA MENTE E IL CORPO, PERCHÉ È MOLTO IMPORTANTE PER LA TUA SALUTE ciao Flavio✌️👋👋
Buonasera Flavio! Il burn out è una condizione molto negativa dell’essere e’ uno stato d’animo che crea disagio e frustrazione, per evitarlo ci vuole grande capacità di gestire il tempo ed i ritmi lavorativi senza tensioni e stress, provando a commisurare il proprio tempo e le proprie forze senza esagerare; non è semplice e soprattutto è facile cadere nel vortice che attanaglia l’animo, ma ci vuole pazienza ed un grande sforzo per non farsi fagocitare dagli eventi. E’ un lavorio su se stessi lento ma continuo. Il tempo poi darà i suoi frutti.
Io credo che il tempo che passa sia capace di mettere in ordine le cose.
In gioventù è la frenesia di fare il maggior numero di esperienze che attizza ogni fuoco; nell’età di mezzo è la preoccupazione e il timore di non aver tempo a sufficienza per far tutto quello che vorresti. Poi arriva quella che si chiama terza età e dura finché non finisce il tuo tempo. In questa età è molto difficile che la frenesia sopravviva, sopravviene la consapevolezza di aver fatto e dato tutto il possibile e per questo meritare il riposo; altre volte invece c’è il rammarico per non aver fatto abbastanza o di avere sbagliato le scelte , però ormai quel che è fatto è fatto. Checchè se ne dica non è così bello invecchiare perché tutto si allontana da noi…l’amore, l’amicizia, la salute, la voglia di fare… è malinconia quasi quotidiana, perciò ben venga il burnaut se fa sentire vivi e utili. Meglio essere artisti finché si può.
Adesso ti faccio una domanda io, volevo fartela alla presentazione del libro per timidezza non l'ho fatta secondo te L 'amore è eterno oppure cambia col tempo.
Mi piace pensare che sia entrambi
Io penso che ogni cosa cambia nel tempo. Ma ci sono legami fortissimi che pur cambiando non si spezzano mai.
Olá , Flavio!
Perder meu marido foi uma experiência difícil, mas trabalhar como professora de educação infantil me ajudou a distrair. No entanto, com o tempo, percebi que estava suprimindo meus sentimentos. A combinação do peso da perda e o estresse do trabalho se tornou esmagador. Admitir que precisava de ajuda foi difícil, mas foi a melhor decisão que tomei. Procurar ajuda não é fraqueza, é coragem. Aos poucos, reconstruí minha vida de forma mais equilibrada.
Identificar estratégias como estabelecer limites, cuidar da saúde e manter as pessoas que amamos próximos pode ajudar no reequilíbrio mental e físico.
Espero que a minha experiência tenha sido útil, pois seu trabalho é muito importante para nós leitores.
Até breve! 🇧🇷🇧🇷
Oggi mi sento come te perché mi dedico e niente mi soddisfa perché mi manca qualcosa o qualcuno che mi abbia come miglior compagno per tutto. Questo mi rende infelice. Proprio come te, ho bisogno di uscire da questo stato per poter continuare.
Egregio Flavio, io non vedo e non ascolto i programmi pomeridiani, percui quando ho ricevuto l'invito ad ascoltare "l'anello si saturno" ho preso la cosa sottogamba, però ho letto, almeno la prima parte. Mi ha incuriosito e, pur nella ristrettezza del mio tempo libero continuo a leggere ciò che tu scrivi. Purtroppo, vengo ora a sapere che anch'io sono affetta del disturbo ossessivo compulsico del Burn-out, nella esatta modulità in cui tu lo denunci. Dopo aver passato una vita immersa nel lavoro cercando di dare il massimo di me, non importa se ripagata con la giusta mercede, oggi che mi dedico alla scrittura, ricado nello stesso difetto. Consentimi, però di osservare che, almeno per me, lasciarsi assoggettare da questo sistema ossessivo compulsivo può servire per estraniarsi da ciò che ti circonda se, quello che ascolti o ti capita, non è conforme a ciò che tu vorresti ti capitasse o da consanguinei o dalla sorte.
Grazie comunque, mi hai aperto una finestra, facendomi capire che non sono sola.
Adrienne
Sounds like a crime to stop you… really. But it will be terribly hard with rules, I guess. You need to love something as much that you allow to stop you. Still it won’t win all the time. But I am sure it will make a difference
Flavio, sei davvero infaticabile ma, permettimi di dirti che la tua fame di conoscenza, la tua fame di successo ti tolgono il privilegio di vedere la tua bambina crescere, la gioia di giocare con lei, la completezza di vivere una vita di coppia appagante. Ora sei giovane ma ciò che è perdo non torna più. Io ho un figlio disabile gravissimo che quest'anno compirà 51 anni ed ho capito che un suo sorriso vale più di mille successi. Grazie a lui ho imparato ad apprezzare le piccolo cose. Mi piace scrivere ma mi limito a pubblicare libretti che parlano del mio mondo. Abbiamo partecipato e vinto alcuni concorsi letterari. Non posso permettermi di impegnarmi troppo sono già felice di essere ancora in grado di accudirlo e di avere una mente ancora piuttosto elastica. Se vuoi seguire un consiglio fermati ogni tanto e vivi il quotidiano con serenità.
Ciao Flavio,
leggendo qua e là, so che il burnout colpisce tantissimo la categoria dei medici...
Non staccare - quando il lavoro ti sta a cuore - è quasi impossibile.
Io ho lavorato persino con la febbre....
Secondo me, per uscirne, bisogna staccare, imporselo, darsi degli orari....
Spesso non è facile, ma bisogna per un benessere anche e soprattutto mentale.
Bene per la tua prossima partecipazione al 'Paradiso delle Signore'... ci speravo!
Non vedo l'ora di vedere i prossimi episodi...
A la prochaine.
I have a rule. All in its right time.
Ciao caro Flavio.
Blessings for you.
Belkis
Ancora una volta non mi stupisco della tematica scotante trattata ,caro Flavio!
Per 38 anni la sindrome del burn-out mi ha accompagnato dietro la cattedra e oltre spesso a diventare un sistema di vita "non scelto nella consapevolezza" ma indossato come uno dei tanti automatismi di cui la mente nutre se stessa e spesso diventata una vera epidemia nella societa',con gravi ripercussioni a livello individuale,familiare,lavorativo e sociale.
Che fare, allora?!
Negli anni,parlo per me,ho imparato a gestirlo in modo piu' positivo,creativo,innovativo.
Come?
Tu parli di non avere con te "una lampadina che ti avvisa quando rallentare o fermarti"...non e' cosi !
Se ti ascolti bene, e' il "corpo" che reclama la tua attenzione,e' lui la cosiddetta ""lampadina" che si accende e ti implora di ascoltarlo.
Quando ho imparato , sulla mia pelle , che essere esclusivamente nella mente mi faceva dimenticare corpo e cuore,ho fatto una cosa semplice ,grazie alla meditazione, ho iniziato a fermare le attivita' giornaliere e a ritagliare un tempo necessario(anche 10 minuti..) per lasciare la mente e scendere nel cuore dando attenzione e concentrazione solo al respiro ,solo in questo modo posso mettermi in contatto con il corpo e ascoltare le sue esigenze.
E' un'esperienza meravigliosa che mi ha aiutata e tuttora mi aiuta ad identificare quando e' il momento di fermarsi ed essere semplicemente nella presenza,sostare,godere di cio' che e' la tua vera essenza, per restituire all'individuo nuove energie,valore e positivita' a tutti i livelli .
Caro Flavio, tu hai fotografato molto bene lo stato attuale di chi e' vittima del born-out o logorio professionale ,e cio' che mi piace in te e' metterti in "gioco" in prima persona sull'argomento e cio' ti permette di essere riconosciuto dal grande pubblico come una persona che viaggia accanto a noi, "inter pares" .
Questo ,tra gli altri professionisti e attori ormai affermati, ...fa la differenza!
Credimi.
Con affetto .
Il tema di oggi si base principalmente soprattutto si base sulla psicologia.A volte mi è capitato di caricarmi di tanto lavoro ed arrivare ad un punto che rimani imprigionato di quel lavoro, quasi in modo ossessivo. Sono riuscita a uscirne fuori quando sono crollata fisicamente. Vai avanti perché hai paura di perdere il lavoro, ti accorgi che l'unica risorsa che hai per sopravvivere. Mi è successo anche nell'innamoramento non corrisposto di essere ossessiva verso quella persona di cui sono innamorata, poi quando ti rendi conto che non è il mito dei tuoi sogni. (È stata solo una svista). Parlare di sé non è semplice si aprono alcune ferite. Cambio argomento, ti chiedo scusa se ieri sera sono uscita prima dalla riunione, avevo detto a mio fratello di passare per verso le 20,30 di venire in macchina per portarmi a casa.
Caro Flavio dalla voce dolcissima,
Non preoccuparti succede quando si è giovani, con l'età si impara a gestire i propri tempi, a seconda delle energie, e si impara a fare delle scelte riguardo la propria vita.
Si incomincia a capire che devi fare cose che ti fanno star bene, che devi frequentare persone positive, che devi prenderti il tempo per meditare, e rispettarsi, ma anche volersi bene.. ciao da una persona di 75 anni che ha vissuto intensamente la sua vita..
Buongiorno. La vita è un gioco duro da giocare. È il nostro videogioco, la nostra fiction. Ma se sbagliamo, il vissuto è ormai tale e non si sa se ci è dato rimediare. Col nostro comportamento, seguendo la nostra indole, facciamo bene o male a noi stessi? E quanto di noi togliamo a chi sinceramente ci ama? Che non sono i fan, i lettori o chi vuoi tu.. Parlo di quelli a te veramente vicino. Se non sei te stesso ti perdi, ma se concedi troppo di te al mondo magari lasci indietro chi conta sul serio. Visto che crei un rapporto interpersonale con noi, per quanto possa servirti, ti parlo come fossi un vero amico: continua a tuffarti in Flavio e nei suoi viaggi eclettici ma esci pure da te stesso e guardati da fuori vedendoti con gli occhi di chi conta davvero per te. E allora, se esageri, ti fermerai.
Vorrei acquistare ‘l’anello di Saturno’ di cui gentilmente mi hai fatto leggere i primi 4 capitoli ma dimmi sinceramente: e’ una storia fantasy? Perché in genere non mi piacciono … Poteri acquistare per ora il primo libro e poi vedere come va… Dammi un consiglio sincero . Grazie!!
Ciao, è una saga d'amore, che ha, come sottofondo, una leggenda che piano piano si scopre essere più di una leggenda. Abbraccia molti generi (realismo magico, drammatico, thriller, avventura fantasy e narrativa contemporanea) tutti questi generi sono però sotto l'ombrello del romanzo d'amore. Spero di esserti stato di aiuto. Comunque, la scrittura rimane fedele a quello che hai letto ❤️
Ahi! Su Amazon e’ esaurito!
Fla ogni tanto bevi,riposati sei una persona e ti servono anche a te i momenti di stop. e sopratutto complimenti per l'anello di saturno un abbraccio ❤️
caro Flavio va bene così non sei un computer ascolta tua madre e ricordati di bere e mangiare guarda agli obiettivi raggiunti se l'ultimo capitolo ti chiede piu tempo concedilo .tra poco ricominicia il paradiso bene .Complimenti per il successo di Anello di saturno ed il nastro di argento di Margherita Hack la cosa più importante è la salute ! alla prossima Flavio con affetto