Oggi voglio tuffarmi in temi che mi sono molto cari e che continuano ad affascinarmi, per quanto provi a distanziarmene.
Non che voglia dimenticarli, anzi. Ma vivo con il terrore di ripetermi, di essere noioso. Forse è questo che poi mi dà quella spinta in più nella recitazione, nella scrittura, nella comunicazione. Sono terrorizzato dall'essere poco interessante. Ne ho già parlato: il mio terrore della banalità. Quindi spesso mi capita di fuggire da temi che mi sono cari, per il solo motivo di scoprire qualcos'altro, di arricchirmi di differenze che potrò trovare in giro per il mondo.
Il mondo è così vario, come la cucina. Ogni posto ha i suoi costumi, usi, ricette e religioni. Siamo diversi, eppure così simili. C'è qualcosa che sembra accomunarci: la morte, la vita e il ponte tra i mondi, che chiamo la fantasia.
Oggi vi svelerò un segreto. Mi sono dato la promessa di dire sempre la verità a mia figlia, Elettra. E mi direte: "Eh vabbè, che ci vuole!" Al che vi dico solo una frase: "Papà, Babbo Natale esiste?"
Silenzio.
Ecco, non è poi così semplice, vero?
Ovviamente la risposta corretta è no, non esiste. E mi ero preparato a rispondere così nel caso me lo avesse chiesto. Poi, però, qualcosa in me ha cominciato a indagare su questo personaggio: Babbo Natale. Un personaggio nato dalla costola di San Nicola, che prima ancora era il solstizio d'inverno, la giornata più breve, l'inizio della rinascita che avveniva il giorno successivo. Insomma, Babbo Natale rappresenta, in una forma di fantasia, qualcosa di reale, di tangibile. Quindi ho optato per una risposta che fosse onesta, e allo stesso tempo che evitasse di uccidere sul nascere la fantasia.
"Si amore mio, esiste, nel mondo della fantasia. Che è vero tanto quanto il nostro. Ed è pieno di possibilità, di scoperte, e di tutto quello che puoi immaginare."
Chi l'ha detto che le leggende non sono vere? Io ci credo nella fantasia. E chi l'ha detto che il solo pensare a qualcosa non generi, in chissà quale altra dimensione, la nascita di questa cosa? E chissà, magari, nello scrivere l'anello di Saturno, un mondo distante ma vicino, si è formato, e Luca e Anna esistono, vivono quella storia, come noi viviamo la nostra.
Infatti, chi l'ha detto che noi non siamo il sogno di qualcun altro?
Vita, fantasia e morte sono anche i temi della Divina Avventura. Un'odissea attraverso il fantastico, la fantascienza, la spiritualità, in cui ho peccato di densità, ma ho esagerato in generosità. Se un giorno avete voglia di affrontare qualcosa di più "tosto" dell'Anello di Saturno, il libro è lì che vi aspetta. Per chi non l'avesse mai letto, vi lascio il link alla prima parte del primo capitolo, letto da me.
Detto questo, sabato scorso ho fatto la presentazione dell'Anello di Saturno ad Anagni, ed è stato spettacolare. Poter tornare tra quelle strade, poter tornare a vedere quella storia che mi ha occupato la mente e il corpo per mesi e mesi, è stato anche liberatorio. È stato un po' come tornare a casa. In una casa in cui peró non ho mai vissuto, ma è come se l'avessi fatto.
Perchè si sa: chi vive leggendo vive mille vite.
Alla prossima pagina.