Un sole solo. Solo solo tra i soli.

Siamo tutti portatori della stessa fiaccola. La morte ci riunisce alla vita.

Un momento di magia, una bolla di natura, amore e poesia.

Una visione fragile, di una bellezza senza tempo, lirica, sognante.

La potenza dell'immaginazione, della scrittura e dell'amore.

Non è mai finita. Perché ogni fine non è altro che un nuovo inizio.

La perdizione delle anime dentro una realtà di pixel, con l'immaginazione ridotta ad uno specchio.

Entrare nell'altro, diventarne parte integrante, crescere insieme, toccare li dove nessun altro arriva. Anche questo è amore.

Chiudo gli occhi e penso, voglio, desidero, che tutto questo non finisca.

Un momento di calma e di assenza, nel quale ci si perde - liberi - nel nulla.

Come il coniglio bianco di Alice, inseguiamo di corsa il presente, scordandoci che è solo fermandoci che lo possiamo apprezzare.

La prima poesia che scrissi. Fu per un cortometraggio mai girato: un clochard che vedeva passare la gente e gli leggeva l'anima con una poesia...

Dove vanno le promesse dimenticate? Orfane vagano, incapaci di riconoscere i loro padroni, erosi dal tempo.

Non è la quantità, nemmeno la qualità che conta. Tutto è nella nascita: l'anima, l'amore, la magia.

Siamo migranti dell'esistenza, alla ricerca di sponde sicure, disposti a tutto pur di fuggire dall'inferno.

Una poesia sull'amore struggente che tutti ha unito e tutti, infine, abbraccerà.

L'amore salva, eleva e ti incolla al presente.

Come si può non cedere alla potente dolcezza dell'amore?

Godere dell'istante, circondati dalle infinite possibilità del tempo e dello spazio.

La necessità dell'ispirazione, il desiderio di amare per creare.

Un pollicino esistenziale che semina gocce d'anima sulla strada del destino.

Il calore dei corpi, il sudore, l'amore, l'istinto che unisce ciò che mai si tocca davvero.

Un amore di gioventù, un ricordo di leggera freschezza, irresistibile alba della vita.

L'inafferrabile leggerezza di colui che cadendo, pensa di volare.

Recitare fa fuggire dietro mille maschere, ma costringe chi le porta a guardarsi dentro ogni volta.

Esplodere. Rompere. Distruggere. Per sentirsi ancor più soli.

Amore, resa, desiderio di essere uniti per sublimarsi.

Esistiamo, seppur per poco. Facciamo buon uso di questa finestra nel tempo, ardiamo più vivi che mai! Danziamo!

Il velo di Maya. La fede nel metafisico, la consapevolezza dei propri limiti.

L'idea è un giavellotto, pronta a squarciare il reale, e aprire nuove porte.

Dobbiamo godere del momento, anche quando arriverà l'ultimo. Perché chissà... forse possiamo brillare per sempre?

Siamo trottole immobili, sospese in un eterno mutamento.

Fluttuo leggero, seguo il vento, mi dileguo, ma rimango.

É prima di tutto col pensiero che si raggiunge la libertà. Le prime mura da abbattere sono le nostre. Ma poi, cosa rimarrà?

La finzione perfetta, stampata tra i fotogrammi della realtà, a volte genera nell'altro una scintilla.

A volte, nascondersi nei propri ricordi e contemplare la luna - senza fiato - può salvarci da noi stessi.

Basta poco, a volte, perché tutto s'incendi in un desiderio inarrestabile.

L'esistenza è una valanga di eventi. Ma quando inizia davvero? Quando arriva il primo battito d'ali della farfalla del destino?