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Come affrontare il dolore della perdita, trovando conforto nei ricordi di famiglia e nell'arte che lenisce l'anima?
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Il dolore è benzina
27 Maggio 2024
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Il dolore è benzina
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Il ricordo della morte di mia nonna, la spiaggia, il silenzio, mio fratello, il tempo che passa. Esperienze che, anche se difficili, ci formano e ci arricchiscono. E dopo averle registrate, le elaboriamo e le abbracciamo.

Ricordo il funerale di mia nonna. Non perché l'ho vissuto, purtroppo non ho avuto la possibilità di farlo, stavo girando. Ma ricordo gli ultimi giorni della sua vita. Arrivai a Cecina a fine marzo, sapendo che non le rimanevano che pochi giorni. Già da tre giorni non rispondeva più e il suo letto era diventato un luogo di addio per i vivi. Un sepolcro.

Un tempo, si nasceva e si moriva in casa. E forse non era poi così male.

Arrivai e c'erano tutti. Mio zio, mio fratello, mia sorella, mia madre. Mancava solo mio papà - il figlio - che arrivò poco dopo, anche lui sommerso di lavoro, era riuscito a venire giù da Milano.

Nonna se ne andò poco dopo che suo figlio l'aveva salutata.

Quel pomeriggio, io e mio fratello - non siamo cresciuti insieme - andammo in spiaggia. Le spiagge della Toscana sono strane. Sono tristi. Hanno quelle piccole alghe a forma di palline pelose marroni e ci sono tronchi secchi che spaccano la sabbia. Da una parte, un mare ancora selvaggio; dall'altra, le pinete.

Quel giorno, il cielo era bianco, c'era vento. Ma io e mio fratello, nel silenzio, camminammo a lungo, fianco a fianco. Successe qualcosa di magico. Decidemmo di spostare un tronco, insieme, per poterci sedere comodi a guardare il mare. In allegra armonia, proprio come un fratello maggiore e uno minore (io), spingemmo il pesante tronco verso il bagnasciuga.

Mio fratello si accese una sigaretta, chiedendo l'accendino a un gruppo di giovani poco più in là. Mi aveva chiesto di andarci io. Ma mi vergogno ancora ad andare a chiedere le cose alle persone che non conosco. Ero fatto così e lo sono tuttora.

Pochi anni dopo, mio nonno raggiunse l'amore della sua vita, chissà dove. La morte di nonno fu più dura, gli ero legato in modo speciale. Gli volevo proprio tanto bene. E piansi, ma non abbastanza.

Un giorno, mentre giravo "Cenerentola", il regista mi chiese di fare una scena con una forte disperazione. Era passato poco tempo e il dolore che mi portavo dentro per mio nonno e era ancora lì, dentro di me. Sentivo che aveva bisogno di uscire, che doveva essere estirpato dal mio cuore. E così feci. Piansi. Aprii i rubinetti. Lo feci così tanto che non riuscii a chiuderli per alcune ore. Il pianto convulso prese il meglio di me, e a fatica girai la scena (quella quando arrivo nel teatro per raggiungere "Cenerentola" da bravo principe azzurro.) e tutto andò per il meglio.

Il dolore è benzina per l'artista. E l'arte è la sua cura. Un circolo virtuoso che vale mille sedute di terapia.

Alla prossima pagina.

Articolo scritto da  Flavio Parenti
Sono un attore, scrittore e regista nato a Parigi e cresciuto in Italia. Ho lavorato in film, serie TV e teatro, collaborando con registi di fama internazionale. Sono appassionato di storytelling e amo sperimentare con diverse forme d'arte per raccontare storie.

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39 comments on “Il dolore è benzina”

  1. Il ricordo della morte dei miei genitori e di mio fratello è ancora vivo, una frase, un atteggiamento e le parole affettuose tutto mi riporta indietro, ma il dolore più grande l’ho provato con la perdita di mio marito, avvenuta quasi tre anni fa. Dicono che il tempo guarisce le ferite, si… non le fa sanguinare come prima, ma non passa (almeno per me). Non pensavo che potesse succedere, vedevo la mia mia vita insieme a lui, ma , purtroppo, non è così. La sua perdita mi ha tolto la serenità, le risate e mi manca talmente tanto, che non riesco a guardare una sua foto, gli altri si meravigliano, ma non ci riesco. Anche il rapporto con gli altri è diverso, infatti mi accorgo che spesso il mio atteggiamento è di circostanza. Con il lavoro che svolgevo ( insegnavo in una scuola media ) programmavo tutto, adesso vivo un po’ alla giornata. “Il dolore è benzina “ come hai detto tu, per me basta un niente e mi metto a piangere. Grazie sempre per le riflessioni che suscitano le tue pagine

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  2. Mi dispiace moltissimo Flavio.., immagino che Dolore l ho vissuto e io, quando morirono i miei Nonni , non ci volevo credere che fossero morti , anch io un dolore quasi devastante, anche perché guardando la mia mamma disperata era ancora peggio. Mi piace che Ti sia comunque ritrovato con il tuo fratello maggiore sulla spiaggia ….ti sei liberato , in parte, del Tuo grande dolore in una scena Teatrale in cui dovevi essere disperato addolorato …..e lì mentre giravi e’ riaffiorato tutto il dolore per la perdita di Tuo Nonno e immagino anche , per la Nonna….(anch io mi vergogno a chiedere le cose alle Persone) ciao Flavio un grosso abbraccio

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  3. Buongiorno, Flavio. Trovo questa tua pagina meravigliosa per l’intensità affettiva ed emotiva peraltro magistralmente contenuta, la cui cifra è il dolore, vinto ,se così posso dire, dall’affetto profondo che pervade tutto questo tuo scritto di singolare bellezza, , quindi anche dal punto di vista artistico/compositivo. Pezzo eccellente, a mio giudizio, uno dei tuoi migliori, che abbia letto che ci parla della lezione del dolore.
    La perdita dei propri cari è un fatto tragico e inevitabile che segna le nostre vite e superarne il lutto un processo lungo che ci impone , come la psicologia ci insegna, una lunga elaborazione e ci fa crescere inevitabilmente.
    I nonni sono le figure famigliari più fragili, per la loro età, che in genere, quando abbiamo la fortuna di conoscerli, prima di altri con la loro scomparsa ci fanno conoscere la morte, con la sua scandalosa violenza , quale è per noi umani il distacco definitivo da chi amiamo.
    Di quattro io ne incontrai una sola… Maria, la nonna materna, o vice-mamma.

    In tutto il tuo racconto, per me campeggia l’affermazione, circa tuo nonno, così semplice e così vera, che sembra scappata dal cuore”gli volevo proprio tanto bene” , legati da un affetto speciale, suscitato da lui, bella persona, amabile e intelligente, così come nell’anello di Saturno” all’inizio, ci avevi presentato.
    Il racconto però prende ora le mosse dalla morte della nonna , “l’amore della sua vita”, come precisi, di nuovo con una definizione tanto semplice quanto eloquente, forse un po’ desueta ai nostri giorni, ma che ha il fascino del passato, della magia “ di cose perdute”, care al nostro cuore, come il conforto della propria casa che in tempi moderni non ci vede più nascere e morire , come un tempo,..
    Al dolore di lui, che si intuisce smarrito per la perdita della compagna di vita, si sovrappone il tuo, amplificato dalla lontananza, costretta dal lavoro, tu unico assente della cerchia famigliare al funerale.
    Ed appare nel racconto, per la prima. volta, la figura di tuo fratello, che ci dici non cresciuto con te, probabilmente penso per un considerevole stacco di età.
    È lui ora, quasi tuo doppio, a farti coraggio e a condividere il macigno di dolore che la morte porta con sé, simboleggiato nel racconto forse, da quel pesante tronco spostato insieme… a farci intuire comunque una naturale complicità, come succede tra fratelli, che il maggiore chiede all’altro di esporsi al suo posto, per piccoli impacci nel quotidiano. Tenera la tua ritrosia rispetto agli estranei, per una timidezza candidamente dichiarata. Come mi ricordi il mio povero carissimo fratello Marco in questo! …che a distanza di anni mi fa sorridere ancora per le sue timidezze…
    Intorno un paesaggio tratteggiato con poche pennellate ma potenti a delineare uno spazio vuoto, bianco, silenzioso, avvolto solo dal rumore assordante del dolore.
    Io purtroppo dopo la nonna Maria che aveva sempre vissuto con noi, regina incontrastata della casa poiché mia madre era occupata con la Scuola, persi, a pochi mesi di distanza, a una settimana da Natale, il più triste della mia vita, mio padre, ancora in attività professionale, e dopo una trentina d’anni di tregua , mamma Renata e a ruota i miei due fratelli.
    Gradualmente ci si abitua all’idea all’inevitabilità del fatto, mai alla loro assenza.
    Come per tutti, il dolore alimenta l’umanità di un Artista e dunque la sua creatività aprendogli nuove potenzialità conoscitive ed espressive, quindi divenendo propellente per la sua attività professionale e nel suo sublimarsi, tramite la creazione, diviene veicolo di catarsi e dunque di cura. Giocoforza diviene terapeutico. Condivido, caro Flavio, anche a noi profani succede e ci aiuta nella vita.
    Buon inizio di giornata, buona scrittura e buona attività attoriale al Paradiso…
    Alla prossima pagina con un grazie di cuore per questa. Sei bravissimo a descrivere i nostri momenti di vita, anche i più intimi, con tatto e delicatezza, come dimostri anche nell’” Anello di Saturno” che , terminato di leggere la settimana scorsa, ho cominciato a riassaporare , come mia abitudine. Un abbraccio.
    Mariangela.

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  4. Ciao Flavio!

    Grazie per aver condiviso la perdita dei tuoi nonni e i tuoi sentimenti che sono diventati la forza delle tue azioni.... Ho vissuto qualcosa di simile 10 anni fa, ho perso mio padre... è stata l'esperienza più dolorosa che abbia mai vissuto perché Papà ed io eravamo molto legati e affini, anche se lui era malato da molto tempo e sapeva quale sarebbe stata l'esito finale della sua malattia, la realtà era che emotivamente non ero preparata a perderlo... Ricordo che il Il giorno in cui mia madre stava morendo ci chiese di non farlo. Piangemmo vicino a lui perché se ne andasse in pace. In quel momento lo sforzo di reprimere il pianto finì per bloccarmi o chiudermi perché poi per molti non potevo piangere anni ed era come avere un peso sul petto e sulla gola... ricordo che lavoravo strenuamente..faccio l'Architetto e lì scaricavo tutto il mio dolore.... mi sentivo come se fossi in mezzo al nulla. e la mia bussola si era rotta, ruotava ma non dava una direzione fissa, finché non sono riuscito a far uscire tutte quelle emozioni contenute, sono d'accordo con te che è dolore e benzina, saluti dal Messico.

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  5. Grazie di cuore🔮Carissimo Flavio🔮la tua Emozione dolorosa🔮mette benzina su un momento lontano🔮Ascolta" 🔮La porta è spalancata🔮salgo le scale🔮cammino lentamente🔮nel corridoio alto🔮giro nelle stanze🔮cerco di vedere ciò che accade🔮ho quattro anni🔮mia Madre riposa🔮sotto a una coperta bianca🔮che proietta luce lunare🔮nessuno spiega a me🔮perché mio Fratellino prima giocava con le manine🔮aveva gli occhi aperti🔮e ora lo vedo sul comò di legno🔮in una cassettina bianca🔮illuminato da una candela🔮e una Madonna fosforescente🔮e in me un male salire 🔮lungo il viso🔮e la fiamma altissima 🔮iniettare qualcosa che sorride🔮Chi fa distinguere al cuore di una bambina🔮la morte🔮la paura🔮la speranza🔮se non l'anima attraversata 🔮dalla trasparenza🔮della sorgente vitale?🔮Mi sembra una scena di un film🔮CON AFFETTO 🔮Isa🔮

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  6. Questo testo mi ha riportato alla mente diversi ricordi. Recentemente ho perso i miei nonni a causa del Covid. Confesso che, pur sapendo che,ciò a causa dell'età avanzata, sarebbe difficile sopravvivere, c'è sempre un briciolo di speranza. Mi ha spezzato in un modo indescrivibile. Il dolore ci fa attraversare delle fasi, non possiamo saltarlo, dobbiamo sperimentarlo. ogni persona ha la sua strada, il suo tempo, la sua via d'uscita. Il dolore ci trasforma, può farci crescere, vedere nuovi orizzonti e nuove opportunità. La cosa più bella del dolore, anche se sofferto, è imparare ad amare, amare di più noi stessi e gli altri, ci sta portando fuori da quel luogo che non va bene, e ci spinge a essere migliori, ogni giorno. e così, rivedere la vita con più colori, anche nuovi colori. Mi piace il modo in cui scrivi e ti esprimi. Bellissimo testo, come sempre. un abbraccio dal Brasile.

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  7. Per me questa poesia racchiude un mondo di ricordi perdere la persona che si ama e un dolore enorme io o perso mia madre tramite l'arte o trovato la sue sua anima in ogni paesaggio che dipingo ..l'arte e vita qualsiasi tipo di arte e vita. Grazie Flavio per queste magnifiche parole che racchiudono ciò che sei ...sei numero 1 grazie

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  8. Ho seguirò il racconto di Flavio Parenti , sulla morte dei suoi.. nonni, comprendo. Quando non si riesce a piangere, rimane tutto dentro di.noi ed.e veramente una sofferenza , Flavio alla fine e riuscito farlo.. pensando intensamente alla perdita di suo.nonno .
    Molto.intetesssnte questo. Dolore w benzina per un artista , aspetterò con piacere ogni.lunefdi . Grazie Flavio .

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  9. Caro Flavio, questo racconto mi ha fatto ricordare, quando è morto mio padre.Era già giunto alla fine...eravamo a casa...e ormai parlava solo con gli occhi. Ma mia sorella, insegnante al liceo, era voluta partire lo stesso per accompagnare i suoi alunni al viaggio di istruzione. Non condividevo, questa scelta e pregavo che ritornasse in tempo affinché potesse dare l'ultimo saluto a papà da vivo. E cosi fu. Adriana arrivo' la mattina e rimasero soli nella stanza...lei poté parlargli e salutarlo. Poco tempo dopo chiamò a mia madre ed io insieme a lei entrammo nella stanza. Mamma gli strinse la mano..e lui la guardo' con quei suoi dolci occhioni neri, grato. Poi successe una cosa strana, si alzò in mezzo al letto , come se avesse visto qualcosa di meraviglioso, davanti a lui, e rimase cosi qualche attimo, stupito......subito dopo trasse un sospiro e si riadagiò sul cuscino, spirando.Credo che un angelo se lo sia venuto a prendere per portarlo in cielo...

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  10. Il dolore ognuno di noi lo vive in modo personale Quando persi mio papà ero una ragazzina,ricordo tutto, anche se ho voluto dimenticare tanto, perché il dolore ti corrode dentro! Mi buttai bello studio e tornai subito a scuola! Quando persi mia mamma,mia figlia aveva sei mesi,! Lei è stata il mio carburante! Ma il dolore per la perdita di mia mamma, è stato atroce,! Mi è stato strappato un pezzo di cuore! E tutto cambia....

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  11. Somos afortunados aquellos que hemos recibido el amor de nuestros abuelos y eso nos hace especiales, amé y amo a mi abuela materna Rosa

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  12. Ciao Flavio. Penso che a parole si possano descrivere le circostanze del dolore, gli atti, i luoghi, gli attori. Mai il dolore stesso, mai la mancanza o il senso di vuoto. Le parole in quanto tali hanno dei limiti che è bene ci siano: salvano l'intimità di ciò che è inesprimibile. Si può solo incontrare nella vita dei compagni che hanno sperimentato la via del dolore e guardandosi a fondo negli occhi scoprirsi fratelli di chi fino a ieri pareva un estraneo.

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  13. I really like how easily you can bring us into moments. By words and by your way of delivering them. I remember the moment I really understood that we are all daughters and sons - when my mother died. Writing and art became even more the bridge between now and forever…

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  14. Carissimo Flavio
    Ho letto con grande interesse tutti gli testi e reflessioni che condivi con noi. Mi piacciono tutti. Spesso mi mancano le parole per dirti qualsiasi cosa. Dopotutto, lo sai meglio di me.
    Sto leggendo il libro L'Anello di Saturno, sono già al quarto capitolo. Confesso che mi diverto tantissimo, anche da sola rido sempre. Il romanzo è leggero e piacevole e la narrazione è così esplicita e dettagliata che sembra di vivere lì anche noi.
    Lo consiglio a tutti.
    Se ci sarà un secondo volume, sarò qui per acquistarelo.
    Grazie mille
    Baccio

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  15. Olá, Flavio
    Lidar com a perda de uma pessoa querida é um processo difícil, pessoal e doloroso. Faz cinco anos que perdi meu marido, meu companheiro, meu primeiro amor. Até hoje não superei, mas não deixei de seguir em frente. A vida nos pega desprevenidos e, a partir daí, nos testa.
    Fico feliz por você, que apesar da perda, transformou a dor em combustível para sua arte. Nem sempre é fácil, mas lidamos com esse sentimento e sobrevivemos.
    Até breve!! ❤️🇧🇷

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    1. Eu penso que realmente não há outra maneira de viver a vida com alegria senão abraçar essa dor que, no fundo, é a manifestação da nossa fragilidade.

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      1. Com certeza! A dor e a fragilidade fazem parte da experiência humana. Aceitando é uma maneira de encontrar alegria na vida.

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  16. Sarà una coincidenza, ma il primo grande dolore della mia vita fu quando morì mia nonna materna. L'ho adorata per tutta la sua lunga vita. Stupenda la tua descrizione, mi emoziona e mi ruba l'anima. Sempre complimenti GRANDE FLAVIO, come scrittore e come interprete

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  17. Flavio ,prima di commentare il tuo pregnante articolo una domanda,se me la permetti..!
    Ma con il personaggio di :Tancredi" nella soap opera siete separati dalla nascita o e' il rovescio della medaglia di te ben nascosta nelle trame di una personalita' cosi romantica??
    A te la risposta se vorrai...
    Intanto per essere sicura che leggi il commento ho scelto di non scrivere via e-mail dove potresti non riuscire a leggere per mancanza di tempo ulteriore.
    Parlare di elaborazione di un lutto non e' mai semplice.
    Tu sei riuscito a canalizzare le tue emozioni in scena..bravissimo !
    Le emozioni hanno trovato una strada per essere liberate,hai dato forma a un dolore non piu' muto dentro di te ,ma
    espresso nel pianto di chi urla s un nome ,non piu' una persona ma che arriva dritto al cuore dell'amata nonna.
    E' una grande fortuna,caro Flavio,ad avere coraggio e capacita' di riuscire a " tirar fuori " le proprie emozioni ,ma quanti rimuovono e tengono tutto dentro!
    I tuoi ricordi sono nitidi e ne tratteggi sempre immagini avvolgenti che producono sentimenti di tenerezza nel lettore.
    La morte procura tanto dolore solo a chi rimane...e' un attraversamento della separazione fisica dalla persona ma non dal suo amore che rimane con noi per sempre.
    Alla prossima.
    Maria Rosaria

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    1. Io amo difendere i miei personaggi. Per Tancredi, io lo vedo come il lato oscuro del romanticiscmo. Un uomo incapace di comprendere che l'amore non è un affare, ma pieno di buone intenzioni. Il suo problema è che non è proprio capace! 😂

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  18. Tu sei stato intellettualmente e sentimentalmente abile, hai saputo trasformare il dolore in benzina, in carburante, per l' Arte : merito delle tue capacità e dei tuoi talenti e della tua resilienza. Non tutti riescono..

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    1. É vero, ma non serve essere "bravi" a farlo, l'importante è proprio il processo, non il risultato. Già tentare di manifestare il proprio dolore, di farlo emergere sublimandolo in un testo, un'opera, una canzone è il principio. Non è sufficiente per intrattenere, certo, ma lo è per curarsi.

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  19. Il dolore è un maestro, duro, ma fa crescere, a volte troppo in fretta. Ma la morte improvvisa del babbo a 59 anni, in casa, con me e mamma (non ho fratelli) mi ha trasformata in una statua di ghiaccio. Avevo 22 anni, e da allora mi è sempre difficile piangere. Accadde a inizi giugno, e quell’estate me ne andai al mare da sola, in bici, dove il babbo mi insegnava a nuotare. Vivo a Livorno, non lontano da Cecina, qui non c’è sabbia ma scogliera, io sono tra i pochi che amano le alghe e le egagropili, che ci sono anche qui. Fu lì, su uno scoglio piatto e caldo di fine settembre, che mi sciolsi. Avevo elaborato. Anche per me fu terapia e benzina, se non per l’arte, per la vita. Una porta ti sbatte in faccia, si cambia e si cresce. La condivisione delle tue esperienze ci fa capire quanto questi eventi siano preziosi per voi artisti, che accogliete la vostra sofferenza per restituirci l’emozione dell'arte, che arricchisce e lenisce anche noi, proprio come una cura, compreso questa tua pagina. Grazie infinite.

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  20. Ti capisco benissimo il dolore ch hai provato è fortissimo. Anch'io quando è morto mio nonno paterno , l'unico che ho conosciuto e che ricordo, avevo quattordici anni ed ho pianto tantissimo mi ha aiutato e insegnato molto ed è sempre nel mio cuore . Ho pianto moltissimo anche x mio padre , ormai sono quasi sei anni, e tutt'ora non mi sembra vero . Ma so che loro mi proteggono da lassù e sono i miei angeli custodi ed anche tu hai tua nonna come angelo custode che ti guiderà .Un abbraccio

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  21. Ciao Flavio,
    purtroppo vorremmo che i nostri cari stessero con noi per sempre, ma questo è impossibile.
    Anche io ero particolarmente legata a mia nonna paterna, ora mi manca molto, mi capita spesso di pensare a lei e a mia zia (la sorella di mia madre) che è mancata giovane.
    Con la fede, si riesce un po' ad arginare il dolore.
    Grazie per aver condiviso con noi questa parte di te.
    P.S.: Che bello avere un fratello e una sorella! Io che sono figlia unica ne soffro...
    Alla prossima.

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  22. Il dolore è quindi un' esperienza soggettiva ed individuale. Come si può descrivere il dolore: una fitta al cuore, un peso,un bruciore.Il dolore è un'esperienza sgradevole. Ho provato dolore quando sono mancati i miei genitori (anche se avevo un rapporto conflittuale con loro, io sono stata sempre ribelle). La morte di mia madre mi ha segnata, la mia risposta al dolore è stata fisica, ho sofferto di bulimia. dovevo riempire quel vuoto che era in me, mangiavo dopo stavo male, pesavo pochissimo. Il dolore è umano e ci rende umani. Termino con una frase di William Faulkner "Tra il dolore e il nulla io scelgo il dolore.

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  23. Il dolore non si affronta, si vive fino in fondo, poi lenisce fino a quando non fa parte della tua anima, i ricordi di una madre e di un padre resteranno vivi nel tuo cuore e a volte ti faranno sorridere se buffi o rattristare perché vorresti tornare indietro.

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  24. È proprio vero: l'arte cura il dolore non solo di chi la crea ma anche di chi ne gode. Grazie per la condivisione di questi spaccati di vita così intima.

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