Innovare, si o no?

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Innovare, si o no?
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A volte mi sveglio con un'idea. A volte l'idea mi appare durante la giornata, mentre sto mangiando o guardando le nuvole. A volte dal nulla.

Il più delle volte, le mie idee sono strampalate, proprio per quella mia natura tanto desiderosa di essere unica e originale. É una pecca, spesso. Perchè mi metto davanti, nell'orizzonte degli eventi futuri, desidèri che sono destinati a farmi faticare.

Quanto sarebbe semplice se avessi idee semplici, facili, con un profilo di rischio basso! Ho sempre pensato all'innovazione come ad una qualità intrinseca di ogni cosa che desidero fare. Mi piace fare quello che gli altri non hanno fatto prima, mi piace essere primo.

A volte mi chiedo perchè, e a volte la risposta è che forse ho paura di competere nel campo in cui ci sono tutti gli altri. Forse temo di non essere all'altezza, di non avere le carte in regola. Di non essere capace di risuonare nelle anime degli altri nella "normalità". Oppure è per via del mio metabolismo, troppo veloce, troppo impaziente.

In ogni mio progetto, c'è una dose di follia. Un paio di giorni fa, girovagando tra i miei vecchi video, ho ritrovato una lettura Dantesca che feci molti anni fa: "Speedy Dante". A rivederla, mi è venuto da ridere.

Riconoscevo in me il giovane, che dedica ore e ore a fare una cosa senza senso, una lettura di Dante veloce, snella, giovane appunto, grafica. Un desiderio profondo di riuscire a dare al sommo poeta la possibilità di attraversare orecchie che lo hanno conosciuto solo nella sua veste più vetusta, quella scolastica.

Per chi non lo ha visto, Speedy Dante è una lettura che feci del primo canto dantesco, molto veloce, corredata da immagini in stile cartone animato. É la fotografia di come sono i miei progetti. Faticosi da fare, complessi, e per pochi. Se mi fossi messo a leggere, non so, qualcosa di contemporaneo, molto probabilmente lo avrebbero visto molte più persone.

Se avessi registrato una lettura senza disegni, mi avrebbe richiesto dieci volte meno fatica, forse ne avrei letti più di uno, e forse sarei riuscito a fare un progetto con una vita più duratura, e quindi una capacità di trovare il suo pubblico migliore.

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Se poi lo avessi letto "normalmente" cioè non alla velocità di un video Tik Tok, sarebbe stato più facile ricevere i complimenti degli appassionati di Dante.

Insomma, ho scelto di farlo nel modo più complesso e astruso possibile. Ed è così per tutti i miei progetti. Scelgo di fare i film di ricerca come "Sogno Farfalle Quantiche" e poi li pubblico su Yout ube, scrivo libri di genere misti, spirituali e poetici, e li pubblico su Amazon…

Mi sembra come se, ogni volta, scegliessi la strada più complicata.

Mi piacerebbe, nei prossimi anni, semplificare i miei progetti. Fare cose lineari, semplici, facilmente riassumibili. A volte, quando mi chiedono di spiegare di cosa parla "La Divina Avventura" faccio fatica a dirlo. É un libro che sento troppo denso, con una storia troppo articolata per essere riassunta.

Proverò, con la saga, ad affrontare il racconto in una maniera più matura, più espansa. Minimizzerò le cose "strane" e massimizzerò le cose "normali".

Ma poi, quando mi ricordo che sarà una saga in cinque volumi, che parlerà di Destino, Amore, Tempo, mi dico che forse - forse - non riuscirò mai davvero ad essere semplice.

Alla prossima pagina.

Articolo scritto da  Flavio Parenti
Sono un attore, scrittore e regista nato a Parigi e cresciuto in Italia. Ho lavorato in film, serie TV e teatro, collaborando con registi di fama internazionale. Sono appassionato di storytelling e amo sperimentare con diverse forme d'arte per raccontare storie.
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