Diario D'artista

Oggi rifletto sui limiti: ostacoli o trampolini? Scoprendo che definendoli, ampliamo la nostra visione, trascendiamo le barriere e cresciamo oltre l'immaginabile.
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#086 Oltre i limiti
4 Dicembre 2023
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#086 Oltre i limiti
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Oggi voglio esplorare i miei limiti. Cosa vuol dire? Cosa sono i limiti? Esistono o sono solo nella nostra immaginazione? C'è chi dice che ogni limite può essere superato. In francese, addirittura, c'è un detto: "Impossible n'est pas français", che significa "impossibile non è francese". Quindi, davvero non ci sono limiti?

Io penso di no. Credo che i limiti esistano e che siano, anzi, un punto di forza, quando compresi. Uno dei più grandi errori linguistici nei quali cadiamo è quello di usare i quantificatori universali per definire il mondo. Per quantificatori universali, intendo quelle parole che racchiudono una totalità al loro interno, come "tutto", "niente", "mai", "sempre". Quando vengono usati, proiettiamo, con il nostro linguaggio, una dimensione illimitata, senza confini. Il risultato è che non riusciamo ad individuare il reale problema. Se ci chiedessimo: "tutti chi?" "mai quando?" piano piano andremmo nel dettaglio delle trame del creato, ed emergerebbe davvero il problema nella sua individualità, nel suo confinamento, che, appunto, lo identifica. "Tutti" diventa "mio fratello" oppure "un amico"; "mai" diventa "al lavoro" oppure "durante i weekend". E si può andare ancora più nel dettaglio, fino a che, come per magia, il problema scompare, perché finalmente sappiamo che faccia ha.

È una magia questa, non trovate? Limitando le cose, ampliamo la nostra consapevolezza. Definendo con cura maniacale la realtà, la apriamo a nuove domande, più alte, più significative, più complesse. Quindi, tramite un processo limitativo interiore, creiamo un processo inverso nella nostra percezione del mondo.

Un mio maestro mi lasciò, molti anni fa, un biglietto di augurio per il mio futuro. Una lettera, un messaggio: "Caro Flavio, ricorda, è proprio quando dici 'è troppo' che il lavoro inizia. Grazie per quello che hai fatto, e per quello che farai ancora. E merda. Matthias." Questo per me fu un messaggio incredibile, che mi portò a sbloccare tantissimi limiti, quasi a pensare che non esistessero.

Ma i limiti esistono. Anche nel processo creativo, nell'arte. Per esempio, quando è il momento giusto per lasciare un'opera? Quando è il momento giusto per dire che una poesia è finita, che un film è montato, ecc.? Proprio per questa nostra capacità di andare sempre più nel dettaglio, noi continuiamo a vedere difetti anche in una cosa che all'occhio esterno sembra già perfetta. Ci abituiamo, riformuliamo il nostro senso di "normalità" in base alle nostre percezioni attuali e ci adattiamo. E così, anche l'artista si adatta alla propria opera e comincia, dopo un po', ad allucinare, a vedere problemi dove non ce ne sono, a cancellare cose nate dall'impeto, ma che la ragione non comprende, ad autodistruggersi. È quindi fondamentale imparare a fermarsi, a dire: "Ecco, ora basta. Ora il mio operato è pronto a vivere." E poi passare al prossimo obiettivo.

Ma come fare?

Cambiando prospettiva, guardando non l'opera, ma la nostra vita, come il capolavoro che stiamo costruendo. Allora sarà più facile abbandonare un "figlio" per farne un altro. É il percorso che definisce la crescita di un artista. Un'opera, per quanto importante, è il risultato di un percorso di vita. Dante ha scritto molto prima di giungere alla Divina Commedia, e come lui molti altri. A noi rimane solo il meglio, la punta dell'iceberg. Ma dietro ogni opera divina vi sono centinaia, se non migliaia, di piccole tappe concluse, che hanno dato all'artista i semi che, nel tempo, sono cresciuti rigogliosi nella sua anima.

Alla prossima pagina.

Articolo scritto da  Flavio Parenti
Sono un attore, scrittore e regista nato a Parigi e cresciuto in Italia. Ho lavorato in film, serie TV e teatro, collaborando con registi di fama internazionale. Sono appassionato di storytelling e amo sperimentare con diverse forme d'arte per raccontare storie.

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24 comments on “#086 Oltre i limiti”

  1. Carissimo Flavio🎊Grazie per le tue riflessioni interiori🎊profonde 🎊universali🎊 Il poeta come l'artista🎊 preso in altalena scrive🎊sente🎊sogna🎊vive🎊si trasforma per costruire altrove🎊per costruire oltre l'infinito🎊si tuffa nei suoi mondi invisibili🎊immensi 🎊misteriosi🎊proietta nell'arte la parte migliore di sé🎊 tra magia🎊fantasia🎊e con il suo vivere 🎊entra in un giardino di semi e parole 🎊che escono in fila come le ore della vita🎊con la volontà di aprire 🎊con delicatezza estrema🎊il proprio mare dolce🎊a chi legge🎊a chi ascolta🎊Scrivere è partorire parole pronte🎊a unire lettore e autore🎊sulle labbra dello spirito🎊Scrivere è mettere il cuore d'incenso🎊oltre la rete🎊oltre il timore🎊Grazie per gli spazi che concedi🎊Isa

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  2. Conoscere Flavio è stata una bellissima sorpresa , ti conosce tramite il Paradiso e credimi che ora mi torna molto difficile vederti egoista e prepotente , ❤️

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  3. Sono d'accordo con te sul concetto dei "limiti", anche io stessa ne ho molti... E in effetti nel nostro quotidiano usiamo sempre parole quantistiche non esatte... Bravo sempre!! 💙💙✨✨👏👏😘🤗

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  4. Buongiorno, Flavio. Molto interessante questa ultima tua pagina, con la quale ci addentriamo sempre più e meglio all’interno del processo creativo, grazie alla tua generosa e gentile disponibilità a guidarci, prendendoci amorevolmente per mano, senza mai farci sentire
    “allievi” inesperti.
    Ci sono alcuni passi chiave come” i limiti esistono e sono un punto di forza, quando compresi” che mi trova assolutamente concorde, essendo essi stimoli a superarci e quindi costituendo propellente alla nostra attività (artistica), al nostro scrivere(qui).
    , così come ho sempre combattuto contro la tentazione di arrendermi all’impossibile…
    E poi intrigante l’attenzione ai”quantificatori universali” , con le riserve del caso.
    In effetti non ho mai amato il loro uso, quando mi esprimo, verbalmente ma soprattutto scrivendo, convinta come sono della importanza della scelta della parola giusta e del suo significato, preciso, insostituibile, nemica da sempre di generalizzazioni e approssimazioni.
    Usandoli mentre la proiettiamo in una prospettiva senza confini” sfochiamo “ l’immagine, dilatata, e perdiamo il significato preciso, il dettaglio appunto.
    “Limitando le cose ampliamo la nostra consapevolezza”: una sorta di magia quasi, come un gioco di caleidoscopio…” tramite un processo limitativo interiore, creiamo un processo inverso nella. nostra percezione del mondo”.
    In conclusione: quando porre fine a un’opera, o prendere il momento in cui” il figlio”( dove è palpabile il forte legame affettivo con il suo prodotto e la portata esistenziale che l’autore sente nella sua opera) è pronto per presentarsi e parlare al mondo, o come dici più propriamente tu “a vivere”?
    Sostanzialmente con un atto di coraggio, e di umiltà., abdicando da quella che ,sommariamente forse, viene definita tentazione al perfezionismo….Quando il creatore sa bene i propri limiti appunto, e quelli del suo prodotto, ma accetta di proporlo perché affronti il mondo , donandosi, parlando umanamente agli uomini.
    A cui l’autore si presenterà più avanti con una nuova creazione che porterà in sé la storia che l’ha preceduta, superandola. Emozionante!!
    Grazie, Flavio, aspettando la tua nuova pagina.
    Mariangela.

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  5. Caro Flavio, ricorda, è proprio quando dici ‘è troppo’ che il lavoro inizia. Grazie per quello che hai fatto, e per quello che farai ancora. "E merda. Matthias.”
    Una dedica , un pensiero bellissimi, che mi trovano d'accordo. Grazie, Flavio, per le tue bellissime pagine! Alla prossima!

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  6. È proprio vero i limiti esistono ed è anche vero che a causa delle nostre paure,a volte li mettiamo innanzi a tutto e tutti....altre volte a causa della nostra tolleranza, determinazione invece li portiamo avanti ad oltranza.
    Un grande abbraccio

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  7. Grazie per queste tue bellissime pagine...... Ti aspetto da un lunedì con l'altro per ascoltarti.... Alla prossima pagina

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  8. Un’interessantissima pagina che riflette molti contenuti della bella intervista a Radio Kaos. Mi hanno colpito due espressioni “il problema che scompare quando sappiamo che faccia ha” è vero, perché conoscendo il nemico lo affronti con mezzi adeguati, ma anche “limitando si amplia” la conoscenza. Espressioni forti, apparentemente contraddittorie, perciò quasi magie, eppure verità, ma che tanto ci sfuggono. Anch’io penso che i limiti esistano, e che ci sia un tempo per lasciare andare un’opera, ma è l’Artista che lo deve sentire. La perfezione, a volte, può rendere un’opera fredda. Anche a me capita, senza essere artista, in una mania di perfezione, di apportare troppi cambiamenti, a una lettera, un commento, un filmato, e questo rischia di ribaltarne il senso, gli obiettivi. L’impeto ha valore, forse ci dice qualcosa anche il vecchio sturm und drang. Io non amo lasciare cose sospese, grandi o piccole. Finire, nel bene e nel male, mi dà stabilità per ripartire. Temporeggio, per vagliare, solo quando le mie decisioni influenzano gli altri. Grazie per i pensieri che induci. Alla prossima pagina.

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  9. Io che mi sono vista sempre con dei limiti e proprio per questo probabilmente ho tarpato, per prima io, le mie ali,ho imparato dalla vita che è indispensabile cambiare prospettiva. Bisogna superare quello che vedi davanti a te e che,non necessariamente, è reale. Grazie per queste sagge riflessioni

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  10. Ci ho capito pochissimo....forse sarà .... sono giorni che sono deconcentrata però come scrivi tu ,è vero abbiamo un limite ma tutto e un limite lo
    portiamo con noi ma alle volte non c'è ne accorgiamo. Mi fermo qua....notte .

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  11. Poesia 🌷

    Serata bagnata
    su strada asciutta
    e accogliente
    al tuo passo danzante
    la nostra musica preferita.

    Filomena Cicala

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    1. Ci ho capito pochissimo....forse sarà .... sono giorni che sono deconcentrata però come scrivi tu ,è vero abbiamo un limite ma tutto e un limite lo
      portiamo con noi ma alle volte non c'è ne accorgiamo. Mi fermo qua....notte .

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  12. Meravigliose queste pagine grazie per condividerle con noi ,grazie perché mi ritrovo nelle tue parole e nella percezione che ho della vita ma purtroppo non si trovano sempre persone con cui condividere i nostri pensieri .grazie 🙏❤

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  13. Una riflessione stimolante e lucida! Mi colpiscono due punti, fra loro complementari: l'educarsi al dettaglio, segno di maturità sia artistica che umana, (la narrativa sta nel dettaglio come rivelazione di un qualcosa di profondo, ed è proprio vero;e il considerare le cose in prospettiva, altrettanto segno di maturità, quanto é vero! Mi piace molto l'immagine del "lasciare", anche questa è un'arte: un figlio, per pensare a dare una nuova vita, splendido, un'opera, un lavoro, ecc. Hai colto due cose molto preziose!!

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  14. If a term like “always” comes, it must also grow from the inner timeless and not describe, but capture, grasp something that only exists in the imagination. Then it's heaven. Otherwise it’s empty.
    And boundaries force our way through the labyrinth that every artist takes on different paths. And we come across the
    unique, learn to see it and recognize it. After that, we'll be able to keep looking for it and we won't want to go back! And we give ourselves with care because it fulfills us much more - because we see soul in things. And you can read that. Fulfill others! There is then a heart between the words. Just like the physical heart beats life into us.
    I'll keep that in mind as I write. The born life of words must be like our heart - it works only inside the limits of the body. And then continue! Thanks! Grazie. Best regards!

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  15. Dunque la vita e anche l'arte se ho capito bene invitano a superare i proprii limiti che sono più immaginati che reali grazie per questa pagina come sempre Flavio invita ulteriori riflessioni
    alla prossima un abbraccio

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  16. Ah, il limite. Hai toccato il mio punto debole. Tutte le cose che inizio non hanno una fine. A meno che non ci sia, che ne so, un bando di concorso che mi impone categoricamente una scadenza "entro il quale"...tutto quello che faccio resta incompiuto. Non c'è mai un momento in cui una mia creatura possa davvero ritenersi conclusa. Manca sempre qualcosa. Quel dettaglio che si può aggiungere, quella frase che può essere scritta meglio, quell'idea che potrebbe funzionare di più. Io riesco a mettere un punto solo dove so di non poter andare oltre. A scuola ero bravissima in tutto tranne che in matematica. Preso atto di ciò, mi accontentavo della sufficienza e tanti saluti. Per me quello era un capitolo archiviato. Ma nelle cose in cui so di potermi esprimere meglio, se ritengo di non averlo fatto, potrei starci su una vita intera. Paradossalmente, non saper porre limiti mi limita. Ne vale la pena? Ovviamente no, eppure continuo a farlo. C'è sempre un vocina dentro di me che continua a ripetermi: "non sei pronta", "non è ancora il momento". Procedo così a oltranza. Grazie per questa pagina, cercherò di tenerla a mente.

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