Flavioparenti.

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DIARIO d’ARTISTA

Senza il blu

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Senza il blu
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Ai tempi di Omero, non esisteva la parola “blu”.

Quella che può sembrare un aneddoto privo di reale interesse, invece, mi ha aperto una porta creativa.

Immaginate di dover raccontare la storia di un uomo. L’uomo più intelligente di tutti, colui che non usa la forza degli eroi, colui che non è figlio di un dio. Un uomo che, con le sue sole forze limitate e il suo ingegno, è capace di superare ciclopi, maghi e animali mitologici.

Ulisse ha viaggiato per il Mediterraneo per anni, affrontando mille peripezie. E mai una volta, nell’Odissea, viene menzionato il colore “blu”.

Provate a immaginare di raccontare una storia che si svolge in mare e non menzionare mai il suo colore. L’Odissea è questo. E lo trovo un esempio formidabile di come i limiti alla nostra creatività siano imposti da noi stessi.

Se Omero è stato capace di raccontare una storia evitando il suo colore dominante, e non una storia qualsiasi, ma la storia che dà inizio all’umanità che vede se stessa come centrale nel mondo, allora ogni limite, paura o dubbio che possiamo avere sulla nostra creazione è artificiale. Ma superabile.

Può capitare di rimanere bloccati dentro un meccanismo, vuoi per volontà — cioè non siamo disposti a mollare un’idea e forziamo la realtà per farla funzionare — vuoi per richieste esterne. Per esempio, la volte mi pongo domande sull'opera che esulano dall’estetica o dalla tecnica, ma si focalizzano sull’aspetto del mercato o della fattibilità.

Tutti abbiamo paletti e limiti, voluti o imposti.

Il fatto che siamo consapevoli di questi limiti influenza la nostra capacità di superarli. Omero non aveva la parola “blu” e questo non gli ha impedito di scrivere la storia di mare più bella di tutte.

Questo significa che qualsiasi limite vi siate imposti, qualsiasi ostacolo creativo vi troviate ad affrontare, può essere superato semplicemente dimenticandone l’esistenza.

C’è un momento in “The Matrix” in cui un ragazzino piega un cucchiaio con il pensiero. Come fa? Dimentica che è un cucchiaio.

Il primo ostacolo da superare siamo noi.

Certo... esistono ostacoli tangibili, troppo reali per essere ignorati, e questo ci richiede di continuare il nostro percorso di crescita per poterci voltare verso questi ostacoli come il gigante verso la formica.

Ricordo che da bambino certe cose mi sembravano insormontabili, ora non le prendo nemmeno in considerazione.

Ma altre lo sono ancora: il timore di parlare a qualcuno, di chiedere quello che mi spetta, di farmi valere.

Faccio fatica a farmi valere.

Spesso lascio a Eleonora l’onere di andare a “rompere” — che poi è solo chiedere ciò che spetta. Sono fatto così, mi vergogno. Ho il difetto di farmi andare bene le cose, anche quando non dovrebbero essere così.

Forse è una forma di pigrizia: mi faccio andare bene le cose per non dover affrontare quel momento in cui rischio di sembrare antipatico.

Ma non c’è antipatia nel chiedere ciò che è dovuto, no?

Faccio ancora fatica, a 45 anni, ad accettarlo.

Come posso associare il “non blu” della Grecia antica a questo pensiero?

Forse quel desiderio di essere simpatico a tutti i costi è un limite che mi sono imposto. Per superarlo, dovrei trovare il piacere di farmi valere.

Un po’ negli anni sono migliorato, ma ho tanta strada da fare e poco tempo.

Sto concludendo la prima stesura del terzo volume de Il Labirinto della Speranza, ma sono indeciso sulle copertine, sull’approccio… più concettuale o più pittorico? Ancora non lo so. Oscillo tra caldo e freddo, tra forma e sostanza.

Nel chiudere il terzo, immagino già il quarto (era già stata stesa una prima stesura, ma è stata completamente trasformata dall'evoluzione dei personaggi). Più mi avvicino alla fine, più si fa chiaro il cuore della verità, il grande segreto che ho trovato sepolto al centro del labirinto.

Dopo di esso, i miei personaggi non saranno mai più gli stessi, e questo preparerà il terreno per l’ultimo volume: l’ineluttabile scontro finale.

Alla prossima pagina.

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86 comments on “Senza il blu”

  1. Hai ragione, adesso che ci rifletto e dagli scarti di memoria che mi accompagnano ,il blu nell' odissea non viene mai citato......e dire che è un meraviglioso colore che ispira una grande sensazione di immensità.
    In ogni caso è vero, ciò ci dà l' idea di come la nostra mente sia libera e possa spaziare oltre i canoni o confini definiti.
    Grazie Flavio

  2. Può essere timidezza può essere anche presunzione : « mando Eleonora a … »può esser non accettare un no … non accettare la sfida

  3. Scrivere può essere un modo per superare i propri limiti e sfidare le proprie paure e insicurezze. Il fatto che tu stia lavorando al tuo progetto di scrittura e che stia riflettendo sui tuoi limiti e sulle tue difficoltà è già un passo importante verso il superamento di quegli ostacoli. La scrittura è un processo che può aiutare a crescere e a scoprire nuove cose su se stessi

  4. Per Omero non è stato limitante il non uso della parola blu associata al mare ma se di fatto il termine non esisteva non ha rappresentato un limite per un mito forse nemmeno realmente esistito. Invece I limiti sono concreti e spesso siamo costretti a doverli affrontare e superare come nel caso di chiedere che ci venga riconosciuto ciò che ci spetta. È molto stimolante leggerti. A lunedì prossimo. Saluti

  5. Non commento . Mi hai fatto riflettere perché anch’io se devo discutere un argomento per avere ragione lascio perdere perché ci sono persone che non te la daranno mai perché solo loro ce l hanno e io non ho tempo da perdere . Non ho voglia di discutere . La mia vita in tante cose l ho passata così ho lasciato fare agli altri per non trovare da litigare , cosa è vigliaccheria ?

  6. Rifletto sul blu.
    Per me,da sempre, il valore della malinconia.
    L'associazione all' Odissea...il non blu...
    Intanto di dico "grazie ". In questa giornata convulsa (Gaza...cortei...strumentalizzazioni...brutture e meraviglie nell'unità sana di certe gente realtà)...posso pensare "blu"
    Aspetto lunedì.
    🤗

  7. Io sono una sabotatrice di me stessa. Voglio stare bene essere felice serena in pace con il mondo e con me stessa, quando sento questo stato di benessere mi spavento e ripropongo i vecchi meccanismi che mi fanno vivere male. Perché il malessere l'ho conosciuto bene e so gestirlo la felicità no.

  8. Ciao Flavio, ho capito dopo tanti anni della mia vita, che non si può piacere a tutti. Nonostante io sia una persona autentica, empatica che preferisce la verità anche se scomoda ad un'apparente gentilezza finta e mediocre. Ora apprezzo di più la solitudine che mi sono costruita con tanta fatica e sofferenza. La mia famiglia che amo tantissimo 💞con un marito che adoro e un figlio stupendo. Ma mai rinuncerei al mio spazio tanto amato. Tra letture e scritture insieme alla mia gatta adottata che mi dà ispirazione e amore. Quello che conta è quello che pensi tu di te stesso, il resto non conta. Buona serata Flavio e buona scrittura. Con stima! ✨

    1. Ciao Alessandra, quello che dici è verissimo. Nell'arte conta ciò che l'artista decide. A me piace condividere il processo e magari anche imparare (o essere accceso) da chi mi legge e ascolta. Grazie a te

  9. Riflessioni profonde.
    Metafore che ti raccontano.
    Mente in moto perpetuo.
    Sei straordinario nel tuo modo di essere.
    La perfezione a nessuno appartiene ed è per questo che alcuni di noi sono così belli anche se pieni di graffi.

  10. Buongiorno, Flavio. Hai scritto un testo che ci fa riflettere, pensare e "guardare dentro" noi stessi. Sì, Omero non menziona mai il colore blu nell'Odissea. È un fatto interessante che mi fa chiedere: perché non lo fai tu? Forse perché non ci prestava molta attenzione. Forse a volte il mare sarebbe stato di un colore diverso per lui. Forse non era rilevante per lui raccontare la storia e menzionare il colore blu. Forse perché era qualcosa che non doveva fare? Non lo so. Molti pensieri potrebbero venire in mente sul perché non l'hai fatto! Ma non conoscerò mai la risposta concreta. La nostra mente, il nostro inconscio, il nostro cervello, sono un mistero assoluto... A volte lasciamo che la nostra mente, il nostro inconscio e il nostro cervello siano controllati dai pensieri che vogliamo, altre volte non così tanto! In questo momento, ho meditato molto per impedire ai pensieri intrusivi e ai pensieri che mi portano tristezza e impotenza di prendere il sopravvento sulla mia mente, perché questo stava accadendo e sta ancora accadendo, perché è un processo che richiede molto tempo, forse anni... e poi la mia vita quotidiana si fermerebbe, perché i miei pensieri, le mie indecisioni, la paura, l'ansia, gli attacchi di panico, la sofferenza nell'attesa, la ricerca del perfezionismo (che non esiste; niente e nessuno è perfetto), la tristezza, la frustrazione, lo stress, gli eventi indimenticabili (perché ci sono cose nella vita che sappiamo che un giorno accadranno, ma non siamo davvero preparati a che accadano, e quel giorno arriva e perdiamo la cosa più preziosa, che per me erano i miei genitori). Quindi, la mia mente, il mio inconscio, il mio cervello, sono stati invasi da tutto questo e da pensieri che in psicologia chiamiamo intrusivi. E, naturalmente, le cose non andavano e non vanno ancora bene. Ma, un giorno mi sono ritrovata a pensare, perché sto lasciando che tutto questo controlli la mia mente?! E ho detto, basta! Controllo i miei pensieri, non mi controllano più. Affronto la mia paura, non "scappo" da essa. Controllo l'ansia, non mi controlla più. E così continuo a farlo! Distraendo la mia mente con altre cose positive. Osservando tutti i dettagli intorno a me... La nostra mente è molto potente, ma possiamo controllarla! E, lasciamo andare la "maschera" che tutto va bene, quando non è così! Porci dei limiti quando dobbiamo, non aver paura di dire di no, affrontare con calma ciò che dobbiamo affrontare e non accontentarci solo per il gusto di accontentarci, perché tutto questo ha delle conseguenze in seguito. È difficile?! Sì, lo è! Ma è gratificante, non solo per noi, ma per chi ci circonda. Capisco la tua indecisione su come sarà la copertina del libro, di che colore dovrebbe essere, come dovrebbe apparire, cosa sta meglio... perché anch'io sono sempre stata una persona indecisa. Lo faccio in questo modo? O in un altro? Questo sarà bello? Oppure questo avrà un aspetto migliore?... È una "lotta" interiore ed estenuante. Per quanto riguarda la creatività, purtroppo, si sta perdendo perché oggi tutto viene dato senza che il cervello debba sforzarsi di pensare! Da bambini eravamo "costretti" a essere creativi e pensavamo: "Come faccio a far girare questa trottola? Come faccio a mettere insieme questo puzzle? Come faccio a risolvere questo problema?" Giochi che abbiamo inventato, un sacco di cose... e questo stressava il cervello, che è un muscolo del pensiero! E deve essere allenato come qualsiasi altro muscolo per evitare l'atrofia. Da un po' di tempo mettono un cellulare o un tablet nelle mani di questi bambini, e basta! E non sanno il male che stanno facendo loro! Non si vedono più bambini che giocano per strada, saltano la corda, girano con le trottole e molti altri giochi di una volta. E con l'intelligenza artificiale, è anche peggio! Potrebbero pensare che sia davvero utile, che sia davvero buona; dopotutto, fa tutto... E io mi chiedo: cosa succederà agli esseri umani quando l'intelligenza artificiale ci controllerà completamente? Prenderà il controllo del nostro lavoro? Delle nostre vite? Perché ci controlla da molto tempo, attraverso cellulari, computer e tablet! Ma nessuno sapeva che i nostri dati, ciò che cerchiamo su Google, ad esempio, appare poi sui social media e altrove, con annunci pubblicitari per qualcosa che abbiamo cercato. Dove finirà l'umanità?! Pensateci. Cordiali saluti, Teresa Costa

    1. La tecnologia va saputa usare. È uno strumento, e come qualsiasi strumento, dipende dall'uso che ne facciamo. Quindi si torna all'individuo come centro del dilemma morale ed etico. Lo strumento ne è solo la conseguenza. Per quanto riguarda la copertina... mi sa che le condividerò con voi per sceglierla insieme.

  11. Ciao in ciò che scrivi c'è molta filosofia e io per capire il senso devo leggere e leggere almeno due volte, ma va bene così. Grazie
    Torica

  12. Ciao in ciò che scrivi c'è molta filosofia e io per capire il senso devo leggere e leggere almeno due volte, ma va bene così. Grazie
    Torica

  13. Il blu è come la notte comense grande pericolo imprevisto e come la paura....per guardare avanti dobbiamo pensare e vedere ovunque ik rossocaldo presente e vivace..stuzzicante se non fosse che è anche il colore del sangue.....purtroppo!!sempre bravo Flavio!

  14. Curiosa questa storia dell' Odissea senza il blù. Non ricordo di averla mai sentita. Ci si arricchisce qui. Si, sono convinta che potremmo raggiungere obiettivi inimmaginabili, se non ci creassimo ostacoli insuperabili. Io ho rinunciato a studiare medicina, ora penso che ce l'avrei fatta. Affidarsi di più all'istinto ci eviterebbe l'invenzione degli ostacoli, ma diventa difficile con l'età. E quando siamo giovani sono gli adulti a porci limiti, per proteggerci. Hai scoperchiato un tabù. Invece far funzionare tecnica, estetica e mercato è un vero problema, soprattutto con la scrittura. E dove-come documentarsi ? Farsi valere è più psicologico. Buffo perché per il lavoro che svolgevo, quindi per altri, ci riuscivo bene, per me no. Un po' come se recitassi. Viene da lì il poco che ho imparato per farmi valere. Ti ammiro per i timori che esprimi. Copertina: concettuale direi, per un thriller-psicologico. Parli di cuore della verità, segreto sepolto, personaggi mai più gli stessi. Mi sa che dalla porta creativa che si è aperta è entrata una nuova sfida. Infine, bel personaggio ambiguo Enrico ! Alla prossima Flavio 👍

    1. Si, un aneddoto che ho scoperto e che mi ha fatto pensare. Soprattutto a livello di semantica. Se qualcosa non esiste come parola, non esiste come pensiero. "In principio era il verbo", come disse qualcuno.

  15. Faccio spesso lo stesso errore,se così si può definire, piuttosto che chiedere lascio perdere Invece di imporre le mie idee lascio decidere altri.Poi mi pento ma proprio non riesco.Alla prossima pagina.🤗😘

  16. Caro Flavio, secondo me per superare i propri limiti il problema vero non sta nella volontà di superarli ma nel trovare la forza dì farlo. A volte le resistenze sono talmente forti che desisti e purtroppo continui a vivere la tua solita vita svegliandoti ogni giorno con la domanda: troverò oggi il coraggio! É quello che manca... Il coraggio!!

      1. Sacrosanto! Ma a volte i propri limiti si chiamano paure e per quelle la curiosità da sola credo che non basti.

  17. Mi piace leggere, mi piace leggere ciò che scrivi. Io ancora a 67 anni penso di essere una ventenne e mi emoziono per un colore, un fiore, la risata di un bambino, un piccolo cucciolo. Scrivo, mi vergogno di fare leggere quello che scrivo. Le persone a volte sono crudeli nel giudizio. Scrivo per me l ho sempre fatto. Anche io , come vedi, devo ancora superare dei limiti. Non mi sento mai abbastanza...non credo mai che quello che faccio sia abbastanza. Autostima ? Ci devo ancora lavorare. Grazie. Complimenti ciò che scrivi mi porta lontano. Un abbraccio.saluti

  18. Ciao e buongiorno.
    Una buona oculata descrizione dell'Opera Omerica. È superfluo dire che sei un grande in ogni tua sfaccettatura artistica, perché, tu vai oltre il bravo.

  19. Bellissima riflessione.. mi sono ritrovata in cio' che hai scritto..il timore di chiedere per non risultare invadenti, o per paura di sentire un no come risposta..il timore di essere feriti..ma la vita, la quotidianita' e' fatta anche di questo e come hai giustamente detto bisogna farsi valere quando e' necessario. Grazie e complimenti per come scrivi.

  20. Ciao Flavio. Le copertine? Concettuali. Alla Bruno Munari. I poemi omerici nella mia vita sono un eterno ritorno. Li ho riletti da poco. Al liceo li traducevamo dal greco ed era facile perché tradurre Omero in italiano è una passeggiata. L'Iliade è filmicamente irrappresentabile. Se la traduci per immagini senza censure viene fuori un horror splatter vietato ai minori più estremo di Dario Argento o delle scene violente di Tarantino. Odisseo invece, fatta salva la faccia da guascone di Kirk Duglas, lo amo e lo odio. O meglio, mi è antipatico. Re di un isola di caprai, scarsetto rispetto agli altri eroi sulla piana di ambo gli schieramenti, subdolo, opportunista. Un gran "sola". Flagello per chi incontra, meglio starne alla larga. Ci rimettono tutti a causa della sua egoica sete di conoscenza, malsana curiosità e doppiezza: parenti, compagni, avversari, ciclopi, maghe, ragazzine deluse. Ci mette una vita a tornare con la scusa degli dei avversi. Stragista pure. Poi riparte. E la moglie? Aspetta ancora e sempre, tra le le capre... Però che personalità... Tu sei molto Odisseo. Un cercatore. Simpatico però. E, ne sono certo, agli antipodi quanto a potenziale distruttivo. A bruciapelo: a Più Libri ce lo porti il primo volume? Sarebbe un bel regalo di Natale. Blu? Mi evoca il film di Besson su Maiorca. Da rivedere... Un saluto

    1. Che meraviglia, il grande blu è il mio preferito suo. Si sente che viene dal documentario marino. Un film di una poesia pazzesca. Per la copertina, forse condividerò le due strade qui, così magari faccio anche un po' di chiarezza perchè per ora sono molto confuso

  21. "Il vero ostacolo da superare siamo noi"... Bellissimo questo pensiero, che racchiude in sé la tua essenza... Stupenda questa pagina del tuo diario con riferimento ai famosi Greci e ad Omero... Tra l altro io adoro il "blu" e non riesco a farmi valere... 😉... Complimenti💙💙👏👏😍😍🫶💯

  22. Ciao
    Bello comento. Non posso immaginare um mondo o cio uma storia senza coloria riguardp agli scrittori Dell" antiquita possiamo capote meglio perche non parlavano dei colori
    Un tempo piu chiuso di fantasie e piuttosto senza colori. Ma adesão mi sembra piu facile scrivere lê idee reali o immaginarie perche e trascorso Il tempo.
    Siamo in un mondo doce bisognamo sognare com o piedi in terra má mão só puo lasciare I colori per una realta affascinante.
    Una Bella settimama.
    A presto.

  23. È vero il primo ostacolo da superare siamo noi
    Questa consapevolezza dovrebbe aiutarci a farci valere sempre che lo vogliamo veramente

  24. Il blu è un colore indefinito....a volte mi da gioia , altre volte mi rattrista....abito in una città sul mare, Formia, senza il mare , sembra che mi manca un amico.... proprio perché non ho molta fiducia in me, ma non voglio coinvolgere altri, evito , se posso, le situazioni imbarazzanti...è fuggire?...non so, sto cercando un equilibrio....forse , spero, di riuscire

  25. Tutti abbiamo un "blu" da aggirare e superare per raccontare noi stessi.
    Rifletto su ciò che definisci "farmi piacere": hai ragione, tuttavia non credo che sia pigrizia, ma piuttosto timore che ci dicano di no in un modo che ci ferirebbe.
    Grazie delle tue riflessioni.

  26. If “blue” is absent - the general description is absent and you are free to write what you want. I like it.
    Maybe there is also a chance and a “leg up” in not being able to assert yourself, for if it’s not rooted inside your personality and you are free to try and develop this attribute without its bad parts, free not to go full blue :).

  27. Ciao Flavio,
    interessante questo aneddoto-non-aneddoto del blu... di Omero.
    Anche io non riesco tanto a farmi valere... è carattere. Brava Eleonora, dunque!
    Ad ogni modo, avere dubbi sulla copertina, penso sia normale...
    Uscendo dal seminato, vorrei dirti che per ora ho visto solo una parte della "Ricetta della felicità", ma mi sembra davvero una fiction molto ben riuscita e tu sei bravissimo, come sempre, a rendere il tuo personaggio. La finirò di rivedere su Raiplay, appena riesco.
    Sempre con la Capotondi... insieme, siete una forza!
    Ti saluto... alla prossima!

  28. Ascoltare i tuoi brani direttamente dalla tua voce profonda e sensibile è veramente un piacere! Grazie Flavio! Un caro saluto. Isabella

  29. Sei bravissimo e riesci a cogliere tutte le sfumature che possono essere presenti in un libro.Il blu è un colore elegante e raffinato. Anch'io sono timida, alle volte non riesco a farmi rispettare, perché non ho abbastanza considerazione di me stessa.

  30. Ciao. Mi piace molto il tuo modo di scrivere. Belli epiacevoli questi minuti che ci regali che fanno pensare e fanno riemergere ricordi lontani. Grazie!

  31. Ciao, mi è piaciuto moltissimo questo messaggio!!
    Riconoscere i nostri limiti, soprattutto quelli che ci costruiamo da soli, è il primo passo, il più difficile..
    Grazie mille per le "chicche" che ci regali come spunti di riflessione.

    Buona giornata.

  32. Anche io sono così mi vergogno da sempre. Troppo timida diceva la maestra alle elementari, dentro di me avevo un mondo che purtroppo tenevo per me, pensavo che agli altri non interessasse.
    Il timore di disturbare, mi ha sempre tenuta un passo indietro anche quando avevo tutti i diritti per farlo, un esempio? Ormai 25 anni fa, dovevo fare la mia seduta di chemio per tumore al seno, non mi chiamavano ...ho aspettato due ore prima di farmi avanti e chiedere.....
    Col tempo sono migliorata soprattutto se devo intervenire per le persone a me care. Scusa la punteggiatura e l'italiano, ma da molto non scrivo w come al solito avrei molte cose da dire, ma....
    Buona giornata.

  33. il mare in Omero è " colore del vino" e c'è una bibliografia sterminata e variegata degli addetti ai lavori.

  34. Me lo ripeto in continuazione... Io valgo... Spesso queste 2 parole volevo tanto sentirmele dire... Ma se non ci credi tu, come puoi fidarti di quello che ti dicono gli altri? Non sono giovanissima ma sto imparando ciò che è meglio per me... Le tue pagine mi fanno riflettere... Molto.. Grazie... Cecilia

  35. Sei bravo e il tuo ultimo giudizio sul blu mi ha dato da pensare a me che un po sono come tu scrivi non capace di farmi capire o valere ora spono anziana ma a volte questo mi fa pensare, arabbiare con me stessa che per evitare discussioni ho lasciato pensare che forse avevano ragione, questo mi ha portato alla conclusione che se dico quello che voglio o penso dicono che sono cambiata non pensano mai che invece sono stanca di far credere cheloro hanno sempre ragione

  36. Ciao Flavio : comprendo bene. Non c’è antipatia nel chiedere ciò che è dovuto, no : forse c' è timore (sono anche io così) perché in questo mondo si vivono - spesso - le cose a rovescio e, chiedere quello che spetta, farsi valere, cose che dovrebbero essere naturali diventano spinose e particolari per un animo molto sensibile. Anche oggi - forse - non c'è il blu : il blu dell' empatia e della reciprocità e quindi si vive temendo di chiedere.

  37. Il blu: il mio colore preferito. Raccontare il blu senza nominare il blu è come farsi valere senza disturbare. Bellissimo il collegamento: non dispiacere nessuno, non mostrarsi ostile, rimanere gradevoli eppure "narrare" una nostra richiesta o rimostranza.
    <> quanto c'è di me in tutto ciò! riuscirò mai a migliorarmi? oppure: è così indispensabile che lo faccia? agli altri importa? è un mio limite che fa soffrire solo me? mi fa sentire incapace? forse dovrei solo accettarmi come sono. Adorare il blu senza nominare il blu. Grazie Flavio!!!!

  38. Buongiorno Flavio, ho studiato l'Odissea ma questo particolare così sui generis non certamente lo avevo notato. Grazie è davvero una riflessione non trascurabile per chi per il suo lavoro, deve stare attento ad ogni sfumatura e particolarità.
    Buona settimana Mariantonietta

  39. Come sempre questi tre minuti sono x me preziosi, perché posso ascoltare queste perle direttamente dalla tua voce, che trovo molto bella.
    Questa volta mi sono immersa completamente nel mare dove Odisseo, o Ulisse passa mille traversie, senza la parola “blu”…
    Infatti la creatività di Omero è senza limiti, facendoci visitare mondi vissuti dalle più disparate figure e facendoci rapire da tutto questo.
    Grazie Flavio, infinitamente grazie x queste tue pillole meravigliose che ogni lunedì ci elargisci con una generosità e gentilezza, che sono proprio tratti del tuo meraviglioso essere. Eliana

  40. Grazie per questo spunto. Interessante e iniziare il lunedì leggendoti, ha illuminato la mia mente e creatività, so che devo studiare e andare avanti. Senza avere paura, come dici tu, di farmi valere.

    1. Eh... diciamo che ora mi diletto in idee, poi arriverà il momento in cui dovrò farle fare tutte e cinque, e li sarà un bel dilemma. Fortunatamente, mi rimangono ancora ben 2 volumi di completare, più seconda stesura di tutta la saga. È lunga!

  41. Ciao Flavio mi ritrovo nel tuo racconto di oggi anche io faccio fatica a farmi valere e a chiedere quello che mi spetta negli anni si migliora anche perché così facendo si dà l' impressione di non valere proprio perché a volte ci si accontenta.Comunque i limiti che ci poniamo o ci pongono alla fine determinano la nostra realtà. Grazie per questo tuo articolo non avevo mai constatato che nell' Odissea non fosse mai menzionato il blu anche se spesso si parla del mare.Buona giornata

  42. Leggere il tuo articolo mi ha fatto riflettere.
    L'immagine del “non-blu” nell'Odissea è potente: ci ricorda che spesso ci fissiamo su ciò che manca, senza accorgerci che proprio da lì può nascere la forza di una storia, o di un gesto. Omero non aveva quella parola, eppure ha saputo descrivere il mare.

    Mi ha colpito quando colleghi questo alla difficoltà di farsi valere. È vero: a volte i limiti più grandi non sono esterni, ma dentro di noi. Il desiderio di non sembrare scomodi, antipatici o troppo esigenti può diventare una prigione silenziosa.
    Mi ci ritrovo molto: quante volte ho preferito adattarmi piuttosto che chiedere ciò che era giusto. Ora sto lottando a fronte di questo.

    Forse il punto non è eliminare i limiti, ma imparare a farli diventare materia creativa, come fa un autore con la trama di un romanzo. Non avere il “blu” non impedisce di raccontare il mare; non sentirsi a proprio agio nel chiedere non deve impedirci di affermare la nostra voce. È un esercizio continuo, un po' come piegare quel cucchiaio.

    E forse anche la scelta tra una copertina più concettuale o più pittorica rientra in questo processo. In fondo non si tratta solo di estetica, ma di dichiarare la tua identità, il tuo modo unico di raccontare. Ogni decisione creativa è un atto di coraggio: prendersi lo spazio di dire “questa è la mia visione”.

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