Diario D'artista

Scopri come un ragazzo del '79 riuscì a sfuggire al servizio militare e a seguire il suo sogno di recitare, rinunciando alla cittadinanza italiana. L'ingenuità di un ragazzo 19enne ha portato a una scelta difficile, che ha cambiato la sua vita.
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#058 Come rinunciai alla mia cittadinanza
28 Agosto 2023
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#058 Come rinunciai alla mia cittadinanza
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Sono nato nel '79, ero tra quelli che avrebbero dovuto fare il famigerato "servizio di leva". Riguardo a questo, voglio raccontarvi un fatto che mi successe. Una cosa piuttosto incredibile.

A 19 anni, tornato dal collegio in Francia, mi iscrissi alla facoltà di informatica di Milano. Passai alcuni esami, ma presto compresi che seguendo quel percorso non avrei mai realizzato il mio vero sogno: creare videogiochi. Una notte, guardando Rai 3 e vedendo gli attori divertirsi nella LIIT (Lega Italiana Improvvisazione Teatrale), decisi di tentare anche io. Cominciai con un corso serale e da lì entrai nella prestigiosa scuola del Teatro Stabile di Genova.

Vi dico questo perchè, dopo essere entrato allo Stabile, fermai gli studi universitari e i militari si fecero ben presto sentire, per chiamarmi a fare il militare. Io, ingenuamente, dissi che frequentavo un'altra scuola. Ma quando dissi che era una scuola "di Teatro", la loro faccia fu più che sufficiente a farmi capire che mi ero infilato in un vicolo cieco.

"La tua scuola di teatro non è riconosciuta per il rinvio del servizio militare." Mi dissero. Al che, avendo io all'epoca la doppia cittadinanza italo francese (sono Nato a Parigi, mio padre è italiano e mia madre è Francese) risposi con un "Va bene, allora vorrà dire che lo farò in Francia."

Dovete sapere che in Francia il servizio militare era stato cancellato! E quindi ero convinto di essere sfuggito alla ferrea disciplina militre. Ma alcuni mesi dopo, una telefonata mi gelò il sangue.

"Visto che non fai il militare in Francia, lo devi fare in Italia."

Impossibile chiedere un permesso. Impossibile chiedere un rinvio. Il mio sogno di recitare si stava per infrangere davanti ad una burocrazia morente! Ero l'ultima leva a dover fare il militare! Cosa potevo fare? Avevo davvero una scelta? 

Un avvocato mi disse che una soluzione c'era, ma non era molto semplice… avrei dovuto rinunciare alla cittadinanza italiana. Avendone due, non sarei finito apolide.  Mi spiegò che avevo poco tempo, e che per farlo, dovevo andare all'ambasciata italiana di Francia, a Parigi.

Partii quindi da solo per Parigi e mi presentai all'ambasciata, vestito con una maglietta, un jeans i capelli arruffati e degli occhiali. "Voglio rinunciare alla mia cittadinanza italiana." dissi.

La segretaria mi guardò corrugando la fronte: "Va bene, puoi venire Giovedì prossimo." mi disse, fissandomi un appuntamento. 

Il giovedì successivo quindi mi presentai in orario, pronto a firmare qualsiasi cosa per poter finalmente seguire il mio sogno. Entrai nel grande ufficio dell'ambasciatore, con una grande scrivania di mogano, sopra il quale c'era un grande documento, un foglio di carta enorme, con scritto sopra una miriade di cose che non lessi, tanto il succo quello era.

"Dove devo firmare?" chiesi. L'ambasciatore (credo che fosse lui) mi indicò il punto in cui firmare, poi la segretaria aggiunse. "Dove sono i suoi testimoni?""

"I miei cosa?" chiesi frastornato dalla notizia.

"I suoi testimoni. Servono due testimoni."

Deglutii. "Urca, non lo sapevo." Sembravo un film di Pozzetto.

Uscii dall'ufficio e cercai se ci fossero persone disposte a farmi da testimone per rinunciare alla cittadinanza italiana. Trovai una gentile coppia che si offrì di aiutarmi.

Insomma, firmai, e il resto della storia la conoscete, divenni un attore in Italia, e partecipo attivamente alla crescita artistica del paese che adoro, purtroppo non come italiano, ma come uno straniero. 

Sembra un tema ricorrente della mia vita: sono straniero persino in casa mia.

Alla prossima pagina.

Articolo scritto da  Flavio Parenti
Sono un attore, scrittore e regista nato a Parigi e cresciuto in Italia. Ho lavorato in film, serie TV e teatro, collaborando con registi di fama internazionale. Sono appassionato di storytelling e amo sperimentare con diverse forme d'arte per raccontare storie.

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Buongiorno! come capisco...

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  • L'importante è come ti senti tu....francese italiano...anche io dopo un periodo all'estero da quando sono tornata non mi sento più a casa anche mantenendo la cittadinanza....ma non è questo
    ... è come ti fanno sentire....e stop. Cmq italiano o francese per me sei un bravissimo attore 😘😘😘❤️

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  • .... Però che dispiacere rinunciare alla propria cittadinanza in questo modo! Credo che il servizio civile sia un bellissima pensata per tutti i giovani di oggi, che non hanno valori, non hanno sentimenti e stanno sempre dietro ai social in maniera molto sbagliata!

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    1. Si concordo, io per fortuna ho fatto il collegio, che mi ha insegnato la vita civile in gruppo. Molto formativo.

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  • Grazie per averci raccontato questo aspetto di te che personalmente non conoscevo.
    Ma durante tutti questi anni sei riuscito a riavere la cittadinanza italiana?
    Grazie per questa pagina. 😉

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  • Questa volta sarò estremamente sintetica, capisco l'escamotage per non fare il militare, pur di seguire il tuo sogno ma, per favore, al più presto, ritorna ad essere Italiano; in mezzo a tanta mediocre gente italiana , non possiamo rinunciare a un'eccellenza 🙏😘

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  • Questo tuo vissuto, descritto così bene, è come se avessi visto un film, questo bel giovane che si dà tanto da fare per non interrompere il suo sogno di fare un giorno l'attore. È vero , hai rinunciato alla cittadinanza italiana, ma hai realizzato il tuo sogno, vivi in Italia da molto tempo e credo che tu possa ritornare ad essere un gran cittadino italiano.Provaci, ciao

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  • A me questo racconto, tanto brioso, fa tenerezza, o meglio fa tenerezza questo ragazzo così appassionato, determinato e libero, pronto a lottare per difendere i propri sogni contro le aspettative altrui e la freddezza impositiva della burocrazia. Tanti altri ragazzi finché il servizio militare fu obbligo tentarono del resto di schivarlo vivendolo come un arresto
    forzato… Perdere labcittadinanza fu il minor male per te allora.se ciò salvava ciò a cui più tenevi.
    Non sono convinta tuttavia che il processo non sia reversibile e spero tu possa tornare ad essere un nostro connazionale. ..anche alla luce delle recenti normative della grande Europa.
    Grazie per questa pagina di diario spontanea e piacevole, rivelatrice del tuo carattere d della sincera passione per la professione scelta.
    Buona serata. Mariangela

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  • Quando andavo alle elementari scrissi un tema in cui dicevo di sognare un mondo senza bandiere, senza inni nazionali e senza confini geografici. La maestra non la prese benissimo, disse che era importante coltivare il patriottismo. Ma non mi convinse affatto. Per me la cittadinanza è solo una formalità, una questione puramente burocratica. Mi spiace leggere la tua ultima frase. Se ti senti uno straniero in casa tua, prova a cambiare prospettiva. Non considerarti un francese che risiede in Italia e inizia a pensare a te stesso come un essere umano che abita sulla Terra. Improvvisamente avrai non solo la cittadinanza italiana, ma quella di tutto il mondo. Come nel mio tema da bambina 🙂
    Detto questo, per me hai fatto la scelta giusta. Se avessi rinunciato alla scuola di teatro avresti ancora la cittadinanza italiana, ma forse l'Italia non avrebbe avuto te. Non come ti conosciamo oggi. Col senno di poi ci avremmo rimesso tutti 😉

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  • Incredibile questa cosa Flavio, però capisco che avevi fretta ed eri molto giovane, ma potevi documentarti un po’ prima di presentarti all’ambasciata italiana in Francia.
    Mi dispiace però che tu abbia dovuto rinunciare alla cittadinanza italiana, dal momento che sei italiano, ma gli artisti (e non solo loro) sono cittadini del mondo!
    Ciao! Ornella

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  • Leggo i tuoi libri...ti seguo come attore...sei unico. Ma un po' delusa non immaginavo tutto questo ....eri proprio ancora un ragazzino.

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    1. Non devi ringraziarmi...il militare ha fatto un po' paura e. Intralciava percorsi di vita. anzi inizi di vita .ok buona serata ....francese.

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  • Mi dispiace che tu non abbia la cittadinanza italiana, che invece meriteresti alla grande, sia per l’amore che dimostri verso il nostro Paese, che per il lavoro che qui svolgi, e per il tuo bagaglio culturale. Penso che tu abbia fatto una scelta difficile ma giusta, perché interrompere un percorso di studi può voler dire non portarlo più a termine, e allora sì che sarebbe stato un peccato. Invece, mi sembra una grande ingiustizia che una Scuola di Teatro non sia paragonata all’Università, soprattutto agli effetti di un servizio di leva. Comunque, al di là delle burocrazie, che purtroppo incidono troppo sulle nostre vite, credo che tu sia per tutti, e super-meritatamente, un grande Artista Italiano.

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  • Non sapevo non avessi la cittadinanza italiana! La burocrazia dimostra ancora una volta la sua assurdità. Trovo insensato non prevedere un rinvio o un permesso per chi frequentava una scuola di teatro o di qualunque altra disciplina permettesse una formazione successiva al diploma che non fosse l'università. Così come è quantomeno illogico essere stranieri in casa propria ma questo fa parte del tuo destino, come direbbe Sara a Lorenzo in Medico.

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  • Profonde riflessioni : sia le tue scelte personali, sia i sentieri del Destino sono originali e ( in ogni caso ) ti riservano soddisfazioni e gioie perché hai talento e sei volitivo

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  • Mi spiace non deve essere stata una scelta facile chissa' che un giorno la tua cittadinanza ritorni per meriti artistici alla prossima Flavio anche oggi toccante un abbraccio

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  • Ciao, Flavio,
    Grazie per aver condiviso con noi tutto questo.
    Dev'esser stata dura rinunciare alla cittadinanza italiana...
    Tranquillo, nell'anima ne hai due.
    A me sarebbe piaciuta quella francese.
    A presto.

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  • Questo è accaduto perché hai scelto di non fare il servizio militare, altrimenti a resti ancora la cittadinanza italiana. Per me era meglio fare il servizio militare. Sei pentito oppure no?

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    1. No, non sono pentito. perché per fare il servizio di leva avrei dovuto rinunciare alla mia carriera artistica e all'opportunità di fare la scuola del teatro stabile di Genova.

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  • Mi fa sorridere sentire questa storia perché io, italo spagnola di padre spagnolo, non avevo la doppia cittadinanza ed ero cittadina spagnola e dovetti diventare italiana velocemente perché all' iscrizione all' università mi chiesero il permesso di soggiorno 🤣
    Anche per me una trafila all' ultimo minuto ed anche io senza testimoni 😂

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  • Ho sempre creduto che avessi la doppia cittadinanza...ma soprattutto, almeno per come ti conosco, mi sembri molto italiano Flavio !!! 🥰😍 Per la padronanza linguistica sei un'eccellenza, basta leggere "La Divina Avventura", per capirlo🔝👍

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  • Solo per curiosità: non potresti fare domanda per riottenerla? Del resto ora saremo sempre più tutti europei😊

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  • Secondo te è valsa la pena rinunciare alla cittadinanza italiana per fare qualche mese di servizio militare? Per me no...Potevi semplicemente posticipare la scuola e amen!

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    1. Beatrice Cinnirella si entra al teatro stabile con un concorso molto difficile (migliaia di applicanti, 12-13 posti) impossibile. L'alternativa era rinunciare alla mia carriera attoriale.

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    2. Flavio Parenti capisco...Ma l'esame non si poteva rimandare? In ogni caso è la tua vita e se hai deciso in quel modo e sei felice della tua scelta, hai fatto bene a farla!

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