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13 Maggio 2024

Come gestire il burnout

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Come gestire il burnout
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Per chi non sapesse cosa fosse il burnout, in sostanza è quel momento in cui tutte le fatiche esercitate verso un dato obiettivo diventano così grandi e così pesanti da impedire alla persona di continuare. Questo può portare a moltissimi problemi: depressione, crolli psicologici, abbandono degli obiettivi. Insomma, è qualcosa di brutto, e molti - se non tutti - ne sono soggetti. Più degli altri, sicuramente coloro che hanno tendenze compulsive e ossessive, che puntano alla loro direzione come un pitbull che morde la carne, incapaci di fermarsi, di darsi pace fino a che non saranno riusciti nel loro intento.

Ebbene sì, lo ammetto, sono uno di questi. Chi mi conosce già lo sa: faccio tanto, anzi, faccio troppo. Ogni volta provo a ricordarmi che non dovrei, che alle nove di sera è venuto il momento di fermarsi, di smettere di rispondere, di scrivere, di "lavorare".

Ecco qual è il mio problema: ho molto raramente la sensazione di lavorare. Per me, scrivere, recitare, rispondervi, tuffarmi in una nuova passione, studiare, sono elementi fondanti della mia vita. Così tanto che non li percepisco come un peso, e quindi mi sovraccarico senza nemmeno rendermene conto.

Pensate che addirittura mi scordo di bere. Per ore, se non giorni. A 23 anni, mentre recitavo "Galois" al teatro stabile di Genova, ebbi le coliche renali per mancanza di liquidi ingeriti. Ho scoperto che mi manca la lampadina che si accende quando il mio corpo necessita di idratarsi. Questo perché mi perdo totalmente nelle mie idee, nei miei pensieri, nelle mie passioni.

È una cosa bellissima, e mi sento così fortunato a poter esercitare ogni giorno la mia arte, in un modo o in un altro. E non potrei se voi non foste qui al mio fianco. Questo mi dà forza, ma anche - è inevitabile - mi assorbe energia e tempo. Sento la necessità di far sentire che ascolto, che ci sono e a volte esagero. Lo dico per me. Dovrei davvero imparare a chiudere i rubinetti, ad isolarmi. Ma come faccio? Ecco che alle 23:54 mi sovviene un'idea per una storia, oppure un nuovo metodo per il sito, eccetera. Sono continuamente assalito da me stesso…

Quindi, come faccio? Vorrei chiudere questo articolo avendo trovato qualcosa, una miccia, una piccola pepita che mi possa permettere di evitare il burnout. Una volta mia madre mi disse che il suo problema era che "era troppo romantica nel suo lavoro", che vorrebbe dire che prendeva tutto a cuore.

Non importa se è un lavoro d'ufficio o un lavoro creativo, è importante staccare. E per farlo, è importante inquadrare l'opera artistica come un lavoro. Retribuito, con degli orari. Perché sennò lo scotto da pagare è alto, altissimo: disidratazione, asocialità, depressione. Che poi, a pensarci bene, sono tratti quasi distintivi dell'artista.

L'artista non scinde il proprio moto creativo dalla propria vita e così facendo, a volte cede alla passione che si fa ossessione, desiderio violento alimentato dal fuoco sacro dell'arte.

E ci vuole acqua per alimentare quel fuoco sacro. Acqua e pazienza. Proprio come le piante.

Ecco, mi sento un po' come Luca nell'anello di Saturno: una pianta sradicata non dalla vita, ma da sé stessa, in perenne ricerca di mutamento, di trasformazione. Sono come una trottola che balla incessantemente, fino a che, proprio come quel giocattolo, finirò la mia danza in movimenti compulsivi e agitati, per poi addormentarmi.

Mi piacerebbe riuscire a imparare a rallentare dolcemente... ma una trottola che si ferma tranquilla voi l'avete mai vista?

Ora vi scrivo con la bottiglia d'acqua vicino a me. Tra poche settimane ricomincerò "Il paradiso delle signore". Non vedo l'ora, perché il "lavoro" mi restituisce ordine, mi obbliga a dormire, a riposare, a prepararmi.

Dopo mesi di follia creativa, di scrittura incessante dell'Anello di Saturno, nel quale purtroppo non sono riuscito a completare del tutto l'ultimo volume (sono a metà), sarò costretto a darmi pace, a ritrovare l'equilibrio che la recitazione mi impone.

Non vedo l'ora.

E voi, come gestite il burnout? Avete trovato metodi personali che funzionano? Vi aspetto nei commenti.

Alla prossima pagina.

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Luca e Anna, due adolescenti inquieti, si incontrano ad Anagni nell'estate del 1995. Lui, un parigino strappato alle sue radici; lei, una ribelle che fugge dalle tradizioni locali. Scopriranno una leggenda: chi troverà l'Anello di Saturno avrà il potere di cambiare il proprio destino.
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L'Anello Di Saturno

Una saga romance fantasy, d'Amore e Destino.
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Antonella Tamorri
Antonella Tamorri
1 mese fa

Eccomi Flavio con il mio commento.
Sono appena andata in pensione, dopo 42 anni di lavoro; un matrimonio, 2 figli, un divorzio, una mamma da accudire con l'Alzheimer e seguire tutta la burocrazia italiana...avevo tutto organizzato; sveglia, porta i figli a scuola, lavoro, scappa di corsa per riprendere i figli, portali a fare lo sport scelto, torna a casa prepara la cena...letto. Come un puzzle tutti i tasselli al loro posto...ma poi il puzzle si allargava.... corri dall'avvocato, segui la mamma, gira per uffici per la famosa burocrazia, tutto nella città caotica di Roma.
Così ho affrontato il mio burnout....creando ogni giorno la mia programmazione.
Ora mi sento un po' persa....i figli grandi, la pensione, la mamma volata in cielo....il tempo sembra non passare mai....il puzzle è diventato più piccolo e veloce da concludere.
Dovrò, come una fenice, rinascere dalla mie ceneri!!!

Mariangela
Mariangela
1 mese fa

Buongiorno, Flavio, con un giorno di ritardo, rispondo al tuo coinvolgente post di ieri, in quanto sono stata distratta da altro commento che mi ha impegnato a proposito del nostro incontro al Salone di Torino e alla pubblicazione del primo volume dell’Anello,di Saturno.
Comprendo benissimo il tuo stato d’animo,e conosco “ la lucida follia” mi permetto di definire così…la condizione che colpisce chi è immerso completamente nella fase creativa del comporre…( un testo).
Nel mio piccolo, ne sono stata affetta quando, dopo anni , mi risolsi a scrivere la Tesi di Laurea in Letteratura italiana, della cui difficile gestazione già ho parlato…
Anche perché non ero, più solo nella dimensione privilegiata dello studente ma in quella più faticosa di studente lavoratore, ahimè esclusivamente per mia colpa, mia massima colpa…
E siccome per me poi dedicarmi a qualcosa diventa un appassionarsi a qualcosa, fu impresa totalizzante.
Nella fase conclusiva, spinta da pressioni esterna, perché altrimenti la mia indolenza e insicurezza avrebbero procrastinato all’infinito la sua conclusione, sapevo di avere il tempo incalzante e sempre minore, rispetto al fatidico 19 marzo in cui l’avrei discussa( circostanza che risuonava in me inquietante, anzi orrida)..
Arrivai a scrivere , per ricucire e limare nelle annotazioni, fino allo stremo, circa mezzanotte, con la sveglia impostata alle 3 di mattina, per guadagnare qualche ora prima di entrare in ufficio.
Fu un tour de force tale che ressi perché ancora in ottima salute e giovane, ma che non fu senza conseguenze.. A fine d’opera una tosse che mi era sopraggiunta per bruschi cali di temperatura, dopo un precoce annuncio di primavere, ebbe esiti asmatici, probabilmente per il forte stress, perché fu episodio unico, mai preceduto né seguito poi da altri analoghi,
La mia full immersion nel compito assunto non era stato solo determinato dalla urgenza oggettiva d una data fissata da rispettare, ma da un meccanismo necessario e inarrestabile, autoimposto, per cui mi ero sentita completamente trasportata ( o forse meglio “rapita”) nel contesto descritto e nella problematica trattata….
Quando fini, fini per me una storia personale , molto più coinvolgente di una semplice esecuzione di un compito che mi era stato affidato( e credo succeda sempre così al termine di un atto creativo)..
In conclusione e generalizzando, ammetto che , siccome mi conosco e conosco molto bene il grado di passione che scaturisce in me se mi applico a un progetto ( ora narrativo), sono restia a rilanciarmi nella impresa, anche se non nego che mi tenti, perché scrivere è un po’ una malattia , una spinta quasi necessaria, che difficilmente si sa contenere…
Chissà domani…?
Ti raccomando di ricordarti sempre che la salute va al primo posto, e non è retorica, ma ferma convinzione, sperimentata; , anche se sei ancora giovane ,, stressarsi nuoce e se si esagera le conseguenze possono essere molto gravi.
Non per la scrittura, ma per altro motivo, legato alla mia condizioni di figlia, a me è capitato una ventina di anni fa e per poco ci ho lasciato la pelle.
Inoltre, bere è fondamentale per la salute. Sì siamo come piante, come dicevo a mia madre, ormai molto avanti con gli anni e invalidata dalla malattia, nei momenti di crisi…Riprenditi come una piantina( lei era minuta), la esortavo, con trepidante tenerezza…
Quando lavoravo in ufficio sulla mia scrivania c’era sempre una bottiglia di acqua, poi, cessando, mi sono un po’ dimenticata la vecchia buona abitudine, riscontrando presto disturbi correlati al deficit di assunzione di liquidi.
Per il resto credo che se dedicarti tanto a questa attività ti gratifica e fa sentire realizzato sia perfettamente armonizzabile con la tua altra attività artistica e la tua dimensione privata., arricchendola. Sinceramente mi piace più pensare all’attività artistica come a una scelta privilegiata di realizzazione che come a un mestiere organizzato in orari e retribuito. Ho una visione romantica della tua professione…e in genere sono stata sempre romantica, anche nel lavoro, portando a casa, finito il mio servizio burocratico di funzionaria pubblica, le problematiche dell’ufficio in cui cercavo di esprimermi con una marcia in più, spesso incompresa e non apprezzata a dovere, sebbene coinvolta più del dovuto( .chi è diverso da te neppure ti capisce!…).
Grazie, ancora, Flavio, per la tua disponibilità umana, fiducia e gentilezza.
Felice nuovo giorno. Mariangela

Carmen
Carmen
1 mese fa

Ciao Flavio! Mi permetto di darti del "tu", spero non ti dispiaccia.
Ho ascoltato e letto il tuo articolo di oggi e mi viene da fare una considerazione: che non sei così grave! Già il fatto di aver individuato il problema, e averne la consapevolezza, è un bel passo avanti. Quando si lavora con passione succede di farsi travolgere dalle situazioni. Anche a me è successo quando lavoravo, correvo come una trottola per riuscire a fare tutto. Ho sempre dato tutta me stessa nelle cose che facevo, forse perché mi illudevo di essere indispensabile.
Ora che la mia vita è cambiata, non lavoro più, e non ho più neanche carichi familiari da assolvere, mi guardo indietro e sorrido. Sorrido a quella donna ingenua: nessuno di noi è indispensabile, facciamocene una ragione. Niente è più importante di noi, della nostra salute, e del nostro benessere.
Ci sono pochissime cose che non possano essere rimandate a domani. Ad esempio i tramonti. E allora, mi vien da dire che per gestire il burnout dovremmo semplicemente imparare a fermarci, alzare gli occhi al cielo, e ammirare i tramonti con occhi di stupore. Provare per credere, funziona!

Clotilde
Clotilde
1 mese fa

Manca un po' di leggerezza....,che non è superficialità!

Olesia Liardo
Olesia Liardo
1 mese fa

Si anche io ho il mio burnout e quando si presenta,anche molto spesso,direi.....mi sento profondamente demotivata,insicura e con scarsa autostima. Non so come lo si gestisce ....a volte a me succede che un evento nuovo o una gratificazione da parte di qualcuno,possa darmi lo stimolo necessario ad uscire da uno stato di crollo psicologico...... Alla prossima Flavio

Micaela
Micaela
1 mese fa

Ciao Flavio,
Come immaginavo davvero interessante 😉. Certo è difficile gestire il burnout, credo che oggi un po' tutti ne siamo affetti ☺️🤦🏻‍♀️. Il segreto, come hai detto, sta nel rallentare, però...un conto è dirlo e un altro è mettere un pratica. Anche a me accade, tra lavoro, casa e impegni vari, sembra che ci riduciamo a avere solo impegni, doveri, mentre la vita è anche altro. Ecco dovremmo davvero dare importanza a ciò che invece ci rende felici e soprattutto che ci fa staccare dalla solita routine. Un abbraccio Flavio🤗 a presto

Emanuela
Emanuela
1 mese fa

Mi sono dimenticata..Ascolto la musica in cuffia di ogni genere moderno naturalmente dal Rock al Jazz IPop poi mi trovo un angolo del Parco e faccio ginnastica ballo sempre con la musica che per me è un tocca sana leggo il tuo libro
La Divina Avventura 🤣👋👋ciao buona notte

Emanuela
Emanuela
1 mese fa

L unica cosa che faccio è mettermi la tuta le scarpe da tennis ed ESCO A CORRERE O A CAMMINARE per riuscire a gestire i miei pensieri, certo non sono come i tuoi, Tu sei uno scrittore attore regista e vedo ho capito che ti piace avere tutto ciò sei adrenalinico sei cosi …adesso parteciperai nuovamente al Paradiso delle Signore per cui i ritmi saranno diversi e forse ti riposerai…forse sarei anch io come Te , rispondere leggere pensare come portare avanti il tutto per essere vicino a chi mi scrive e mi legge se fossi Te…tanti auguri per tutto..e RICORDATI DI BERE COME DI RIPOSARE LA MENTE E IL CORPO, PERCHÉ È MOLTO IMPORTANTE PER LA TUA SALUTE ciao Flavio✌️👋👋

Cristina M.
Cristina M.
1 mese fa

Buonasera Flavio! Il burn out è una condizione molto negativa dell’essere e’ uno stato d’animo che crea disagio e frustrazione, per evitarlo ci vuole grande capacità di gestire il tempo ed i ritmi lavorativi senza tensioni e stress, provando a commisurare il proprio tempo e le proprie forze senza esagerare; non è semplice e soprattutto è facile cadere nel vortice che attanaglia l’animo, ma ci vuole pazienza ed un grande sforzo per non farsi fagocitare dagli eventi. E’ un lavorio su se stessi lento ma continuo. Il tempo poi darà i suoi frutti.

Ro’
Ro’
1 mese fa

Io credo che il tempo che passa sia capace di mettere in ordine le cose.
In gioventù è la frenesia di fare il maggior numero di esperienze che attizza ogni fuoco; nell’età di mezzo è la preoccupazione e il timore di non aver tempo a sufficienza per far tutto quello che vorresti. Poi arriva quella che si chiama terza età e dura finché non finisce il tuo tempo. In questa età è molto difficile che la frenesia sopravviva, sopravviene la consapevolezza di aver fatto e dato tutto il possibile e per questo meritare il riposo; altre volte invece c’è il rammarico per non aver fatto abbastanza o di avere sbagliato le scelte , però ormai quel che è fatto è fatto. Checchè se ne dica non è così bello invecchiare perché tutto si allontana da noi…l’amore, l’amicizia, la salute, la voglia di fare… è malinconia quasi quotidiana, perciò ben venga il burnaut se fa sentire vivi e utili. Meglio essere artisti finché si può.

Maria Rosa Fulco
Maria Rosa Fulco
1 mese fa

Adesso ti faccio una domanda io, volevo fartela alla presentazione del libro per timidezza non l'ho fatta secondo te L 'amore è eterno oppure cambia col tempo.

Maria Rosa Fulco
Maria Rosa Fulco
1 mese fa
Rispondi a  Flavio Parenti

Io penso che ogni cosa cambia nel tempo. Ma ci sono legami fortissimi che pur cambiando non si spezzano mai.

Ana Lúcia
Ana Lúcia
1 mese fa

Olá , Flavio!
Perder meu marido foi uma experiência difícil, mas trabalhar como professora de educação infantil me ajudou a distrair. No entanto, com o tempo, percebi que estava suprimindo meus sentimentos. A combinação do peso da perda e o estresse do trabalho se tornou esmagador. Admitir que precisava de ajuda foi difícil, mas foi a melhor decisão que tomei. Procurar ajuda não é fraqueza, é coragem. Aos poucos, reconstruí minha vida de forma mais equilibrada.
Identificar estratégias como estabelecer limites, cuidar da saúde e manter as pessoas que amamos próximos pode ajudar no reequilíbrio mental e físico.
Espero que a minha experiência tenha sido útil, pois seu trabalho é muito importante para nós leitores.
Até breve! 🇧🇷🇧🇷

Maria
Maria
1 mese fa

Oggi mi sento come te perché mi dedico e niente mi soddisfa perché mi manca qualcosa o qualcuno che mi abbia come miglior compagno per tutto. Questo mi rende infelice. Proprio come te, ho bisogno di uscire da questo stato per poter continuare.

Adrienne
Adrienne
1 mese fa

Egregio Flavio, io non vedo e non ascolto i programmi pomeridiani, percui quando ho ricevuto l'invito ad ascoltare "l'anello si saturno" ho preso la cosa sottogamba, però ho letto, almeno la prima parte. Mi ha incuriosito e, pur nella ristrettezza del mio tempo libero continuo a leggere ciò che tu scrivi. Purtroppo, vengo ora a sapere che anch'io sono affetta del disturbo ossessivo compulsico del Burn-out, nella esatta modulità in cui tu lo denunci. Dopo aver passato una vita immersa nel lavoro cercando di dare il massimo di me, non importa se ripagata con la giusta mercede, oggi che mi dedico alla scrittura, ricado nello stesso difetto. Consentimi, però di osservare che, almeno per me, lasciarsi assoggettare da questo sistema ossessivo compulsivo può servire per estraniarsi da ciò che ti circonda se, quello che ascolti o ti capita, non è conforme a ciò che tu vorresti ti capitasse o da consanguinei o dalla sorte.
Grazie comunque, mi hai aperto una finestra, facendomi capire che non sono sola.
Adrienne

Charlotte
Charlotte
1 mese fa

Sounds like a crime to stop you… really. But it will be terribly hard with rules, I guess. You need to love something as much that you allow to stop you. Still it won’t win all the time. But I am sure it will make a difference

Delia
Delia
1 mese fa

Flavio, sei davvero infaticabile ma, permettimi di dirti che la tua fame di conoscenza, la tua fame di successo ti tolgono il privilegio di vedere la tua bambina crescere, la gioia di giocare con lei, la completezza di vivere una vita di coppia appagante. Ora sei giovane ma ciò che è perdo non torna più. Io ho un figlio disabile gravissimo che quest'anno compirà 51 anni ed ho capito che un suo sorriso vale più di mille successi. Grazie a lui ho imparato ad apprezzare le piccolo cose. Mi piace scrivere ma mi limito a pubblicare libretti che parlano del mio mondo. Abbiamo partecipato e vinto alcuni concorsi letterari. Non posso permettermi di impegnarmi troppo sono già felice di essere ancora in grado di accudirlo e di avere una mente ancora piuttosto elastica. Se vuoi seguire un consiglio fermati ogni tanto e vivi il quotidiano con serenità.

CINZIA DELLO SPEDALE
CINZIA DELLO SPEDALE
1 mese fa

Ciao Flavio,
leggendo qua e là, so che il burnout colpisce tantissimo la categoria dei medici...
Non staccare - quando il lavoro ti sta a cuore - è quasi impossibile.
Io ho lavorato persino con la febbre....
Secondo me, per uscirne, bisogna staccare, imporselo, darsi degli orari....
Spesso non è facile, ma bisogna per un benessere anche e soprattutto mentale.
Bene per la tua prossima partecipazione al 'Paradiso delle Signore'... ci speravo!
Non vedo l'ora di vedere i prossimi episodi...
A la prochaine.

Belkis
Belkis
1 mese fa

I have a rule. All in its right time.
Ciao caro Flavio.
Blessings for you.
Belkis

Maria Rosaria Di Bianco
Maria Rosaria Di Bianco
1 mese fa

Ancora una volta non mi stupisco della tematica scotante trattata ,caro Flavio!
Per 38 anni la sindrome del burn-out mi ha accompagnato dietro la cattedra e oltre spesso a diventare un sistema di vita "non scelto nella consapevolezza" ma indossato come uno dei tanti automatismi di cui la mente nutre se stessa e spesso diventata una vera epidemia nella societa',con gravi ripercussioni a livello individuale,familiare,lavorativo e sociale.
Che fare, allora?!
Negli anni,parlo per me,ho imparato a gestirlo in modo piu' positivo,creativo,innovativo.
Come?
Tu parli di non avere con te "una lampadina che ti avvisa quando rallentare o fermarti"...non e' cosi !
Se ti ascolti bene, e' il "corpo" che reclama la tua attenzione,e' lui la cosiddetta ""lampadina" che si accende e ti implora di ascoltarlo.
Quando ho imparato , sulla mia pelle , che essere esclusivamente nella mente mi faceva dimenticare corpo e cuore,ho fatto una cosa semplice ,grazie alla meditazione, ho iniziato a fermare le attivita' giornaliere e a ritagliare un tempo necessario(anche 10 minuti..) per lasciare la mente e scendere nel cuore dando attenzione e concentrazione solo al respiro ,solo in questo modo posso mettermi in contatto con il corpo e ascoltare le sue esigenze.
E' un'esperienza meravigliosa che mi ha aiutata e tuttora mi aiuta ad identificare quando e' il momento di fermarsi ed essere semplicemente nella presenza,sostare,godere di cio' che e' la tua vera essenza, per restituire all'individuo nuove energie,valore e positivita' a tutti i livelli .
Caro Flavio, tu hai fotografato molto bene lo stato attuale di chi e' vittima del born-out o logorio professionale ,e cio' che mi piace in te e' metterti in "gioco" in prima persona sull'argomento e cio' ti permette di essere riconosciuto dal grande pubblico come una persona che viaggia accanto a noi, "inter pares" .
Questo ,tra gli altri professionisti e attori ormai affermati, ...fa la differenza!
Credimi.
Con affetto .

Maria Rosa Fulco
Maria Rosa Fulco
1 mese fa

Il tema di oggi si base principalmente soprattutto si base sulla psicologia.A volte mi è capitato di caricarmi di tanto lavoro ed arrivare ad un punto che rimani imprigionato di quel lavoro, quasi in modo ossessivo. Sono riuscita a uscirne fuori quando sono crollata fisicamente. Vai avanti perché hai paura di perdere il lavoro, ti accorgi che l'unica risorsa che hai per sopravvivere. Mi è successo anche nell'innamoramento non corrisposto di essere ossessiva verso quella persona di cui sono innamorata, poi quando ti rendi conto che non è il mito dei tuoi sogni. (È stata solo una svista). Parlare di sé non è semplice si aprono alcune ferite. Cambio argomento, ti chiedo scusa se ieri sera sono uscita prima dalla riunione, avevo detto a mio fratello di passare per verso le 20,30 di venire in macchina per portarmi a casa.

Maurizia Farinelli
Maurizia Farinelli
1 mese fa

Caro Flavio dalla voce dolcissima,
Non preoccuparti succede quando si è giovani, con l'età si impara a gestire i propri tempi, a seconda delle energie, e si impara a fare delle scelte riguardo la propria vita.
Si incomincia a capire che devi fare cose che ti fanno star bene, che devi frequentare persone positive, che devi prenderti il tempo per meditare, e rispettarsi, ma anche volersi bene.. ciao da una persona di 75 anni che ha vissuto intensamente la sua vita..

Andrea
Andrea
1 mese fa

Buongiorno. La vita è un gioco duro da giocare. È il nostro videogioco, la nostra fiction. Ma se sbagliamo, il vissuto è ormai tale e non si sa se ci è dato rimediare. Col nostro comportamento, seguendo la nostra indole, facciamo bene o male a noi stessi? E quanto di noi togliamo a chi sinceramente ci ama? Che non sono i fan, i lettori o chi vuoi tu.. Parlo di quelli a te veramente vicino. Se non sei te stesso ti perdi, ma se concedi troppo di te al mondo magari lasci indietro chi conta sul serio. Visto che crei un rapporto interpersonale con noi, per quanto possa servirti, ti parlo come fossi un vero amico: continua a tuffarti in Flavio e nei suoi viaggi eclettici ma esci pure da te stesso e guardati da fuori vedendoti con gli occhi di chi conta davvero per te. E allora, se esageri, ti fermerai.

Elvira
Elvira
1 mese fa

Vorrei acquistare ‘l’anello di Saturno’ di cui gentilmente mi hai fatto leggere i primi 4 capitoli ma dimmi sinceramente: e’ una storia fantasy? Perché in genere non mi piacciono … Poteri acquistare per ora il primo libro e poi vedere come va… Dammi un consiglio sincero . Grazie!!

Elvira
Elvira
1 mese fa
Rispondi a  Flavio Parenti

Ahi! Su Amazon e’ esaurito!

Sabrina
Sabrina
1 mese fa

Fla ogni tanto bevi,riposati sei una persona e ti servono anche a te i momenti di stop. e sopratutto complimenti per l'anello di saturno un abbraccio ❤️

Laura Aspromonte
Laura Aspromonte
1 mese fa

caro Flavio va bene così non sei un computer ascolta tua madre e ricordati di bere e mangiare guarda agli obiettivi raggiunti se l'ultimo capitolo ti chiede piu tempo concedilo .tra poco ricominicia il paradiso bene .Complimenti per il successo di Anello di saturno ed il nastro di argento di Margherita Hack la cosa più importante è la salute ! alla prossima Flavio con affetto

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