Hu-ga e il Paradiso Nascosto

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Hu-ga e il Paradiso Nascosto
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Molto tempo fa, in una terra non troppo lontana da noi, viveva Hu-ga, un ragazzo del Paleolitico superiore. Aveva la mascella larga, gli occhi neri e una folta chioma. Non era alto, ma si muoveva bene ed era curioso. Se ne stava nel suo villaggio stanziale insieme alla sua tribù. Oggi era il giorno di caccia, ma lui non era stato invitato. Huga non era un abile cacciatore o pescatore come i suoi atletici coetanei, era troppo distratto, aveva sempre lo sguardo rivolto verso il cielo. Così, il capo villaggio aveva deciso di lasciarlo con le femmine, ad occuparsi dei figli.

Quella notte, dopo che tutti i neonati erano finalmente calmi tra le braccia delle madri addormentate, Huga si allontanò, osservando la luna piena. Così luminosa da sembrare un sole. Si guardò indietro, il falò del villaggio era lontano, ma la luna non sembrava avvicinarsi. Questa cosa lo incuriosì a tal punto che decise di continuare la sua camminata. Una lucciola gli fece strada, poi altre mille, e Huga si inoltrò nella foresta, circondato dalle piccole luci fosforescenti degli spiriti del bosco.

Armato solo di un bastone rudimentale, Huga cammina tutta la notte, superando ostacoli, affrontando il buio. Non vede cosa lo circonda, ma nota occhi luminosi, sente ruggiti lontani, bestie gigantesche, corni, mostri. Mentre procede cercando di fare silenzio, le sue fantasie prendono vita. Immagina serpenti a sei teste, cavalli alati con corna d'oro. Ma alla fine della notte, proprio quando l'alba tinge di rosso il manto erboso, emerge dalla foresta scoprendo un meraviglioso lago. Cristallino, placido e colmo di pesci da vederli ad occhi nudi. Il suo stupore è immenso: mai, nella sua vita, aveva visto qualcosa di simile.

Huga passa la giornata a godersi il lago, nuotando, ridendo e bevendo a bocca spalancata l'acqua dolce in abbondanza. Dagli alberi, frutta matura, intonsa, sembra aspettare di essere mangiata. Ma, sdraiato all'ombra di un albero, Huga si rende conto che tutta questa gioia non ha senso se non viene condivisa. Così, decide di tornare al villaggio per condividere la sua scoperta. Il viaggio di ritorno è pieno di pericoli, ma Huga ora conosce la strada, conosce le rocce dietro le quali nascondersi, gli alberi sui quali salire per evitare i mostri. La notte è sua. La luna è un'amica che lo aiuta a superare le paure.

Tornato al villaggio, Huga narra le sue avventure davanti a un fuoco acceso. Tutti lo ascoltano con meraviglia. Persino il capo, così severo e duro, cede alle incredibili storie che Huga racconta, usando gesti, disegnando sulla sabbia quello che aveva visto, prendendo gli spettatori per le spalle, raccontando con entusiasmo e forza la sua impresa, la sua avventura. Le sue storie sono piene di emozione e di stupore, Huga descrive creature incredibili, e soprattutto, un paradiso nascosto. Un luogo incantato, dove acqua, cibo e pace aspettano chi lo seguirà. Tutti sono a bocca aperta davanti a questo racconto. E il ragazzo che una volta era considerato un sognatore distratto, diventa un portatore di speranza. Stimato e rispettato.

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Alla fine della sua storia, Huga invita i suoi simili a seguirlo, a scoprire il paradiso che ha trovato. Il capo teme per l'incolumità della sua tribù: "In quella foresta ci sono i mostri. Moriranno." Ma Huga spiega come fare, bisogna camminare silenziosi nella notte. Come ha fatto lui. Il capo guarda il suo villaggio, le scorte sono finite, l'inverno è alle porte, forse quel paradiso potrebbe dare alcuni anni in più alla sua breve vita. E così, tutti partono per un esodo notturno che li porta, proprio come successe a Huga, verso il paradiso.

Fu così che Huga, pioniere di nuove scoperte e immaginazione, diede nuova vita al suo villaggio, ai suoi simili e in fondo, a tutti noi. In un certo senso, Huga è stato il primo artista dell'umanità, che usò le sue parole per dipingere immagini vive nella mente di coloro che lo ascoltavano. Il precursore di molti dopo di lui, che insieme, fecero crescere il ruolo dell'arte come mezzo per condividere esperienze, stimolare l'immaginazione e unire le persone. 

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Articolo scritto da  Flavio Parenti
Sono un attore, scrittore e regista nato a Parigi e cresciuto in Italia. Ho lavorato in film, serie TV e teatro, collaborando con registi di fama internazionale. Sono appassionato di storytelling e amo sperimentare con diverse forme d'arte per raccontare storie.

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