Sono cresciuto in periferia degli altri. Non tanto per via dei vari cambi di scuola e di paese, quanto per quel lato che - ai miei tempi - era considerato molto sfigato.
Fin da piccolo, mi sono sempre piaciuti i computer e tutto quello che viene con loro. La programmazione, i videogiochi, il montare e assemblare componenti di elettronica. Sicuramente questo è dovuto a mio padre, informatico ante litteram, che mi ha dato un PC in mano quando non avevo nemmeno otto anni.
Altro che digital divide o boomer! Io sono un nativo digitale, un figlio dei bit e della cultura nerd/geek - ora popolare, come lo dimostra zero calcare. Ma quando io giocavo all'amiga, o al PC, quando guardavo Neon Genesis Evangelion su VHS, oppure seguivo l'avvento dei nuovi processori Pentium come un patito di calcio che segue la coppa UEFA, ecco, no, non era popolare, anzi. Però eravamo in tanti, in quel sottobosco, ad affacciarci a quel mondo che stava piano piano prendendo piede.
Nel 2023 è figo essere nerd, è popolare. Ti piacciono gli Anime? Figo. Sei uno streamer che ci capisce di setup, desktop, lightning, CPU, gpu, ddr etc etc? Figo.
É strano... mi sento più vicino alla generazione successiva alla mia. Probabilmente per via di quel vantaggio competitivo che ho avuto. Sono partito in anticipo nella conoscenza del mondo digitale. Ma ho avuto la fortuna di avere un'educazione formata sui libri. Sulle enciclopedie. Ricordo che quando non conoscevo un termine, mia mamma mi diceva di prendere il volume enciclopedico corretto e cercare il significato della parola. Questo non solo mi ha insegnato cosa fosse un'enciclopedia, ma soprattutto, mi ha insegnato a cercare.
Quando arrivarono Google e Wikipedia, (prima usavo Ask Jeeves e Yahoo) li adottai subito come strumenti di ricerca. E fu, anche questo, un vantaggio competitivo nella ricerca della conoscenza.
Ma ho ancora imparato a dubitare di questo strumento che ora è alla portata di tutti. La ricchezza del mondo digitale, di internet, sta nell'incredibile volume di informazione che ci mette a disposizione. Ma questo volume di dati, senza un obiettivo da parte nostra, senza una chiarezza di intenti, diventa un oceano troppo grande, dispersivo, pericoloso quasi.
Internet è uno strumento potente, ma non è un'enciclopedia. É composto da 80% di materiale volgare, inutile e offensivo e da un 20% di pura meraviglia.
Adesso sono arrivati gli algoritmi di intelligenza artificiale che producono contenuto sensato in base ad una richiesta. Testo, Immagini, Video, e a breve anche Musica, Film, mondi virtuali. Se il tema vi interessa, vi consiglio di guardare "The Congress" di Ari Folman. É un film visionario che mostra cosa succederà alla nostra realtà, nel caso in cui deleghiamo la nostra percezione della realtà agli algoritmi. Oppure potete leggere la Divina Avventura. So che molti di voi l'hanno fatto, e vi ringrazio, e so anche che sapere di cosa parlo. Le Anime digitali...
Voglio concludere con un pensiero: il primo vero motore di ricerca in questo mondo, siamo noi, la nostra mente, la nostra coscienza. É lei a darci la direzione. Possiamo essere nerd, geek, essere cool oppure no, essere un boomer, gen-z, gen-x, non importa. Se non useremo la chiave del pensiero critico, saremo noi a lavorare per le macchine, e non il contrario.
Alla prossima pagina