La Formula dei "Cinque Movimenti"

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La Formula dei "Cinque Movimenti"
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Ho iniziato a scrivere quando ero bambino. Ricordo che, verso i dieci anni, avevo creato il mio primo fumetto. Ero un grande fan dei fumetti della Bonelli, e il mio fumetto era vagamente ispirato a Conan il Barbaro, raccontando la storia di un ragazzo preistorico che cacciava e si tuffava nei laghi. Non avevo ancora alcuna vera competenza nella narrazione, ma sentivo l'irresistibile bisogno di esprimere la mia fantasia.

In seguito, durante gli anni di collegio, ho composto poesie d'amore per le donne di cui mi innamoravo. Ricordo una poesia che avevo ornato con un cerino, pronto a essere bruciato in caso di rifiuto. Ho sempre avuto un debole per il dramma.

Il mio amore per la scrittura ha trovato la sua piena espressione quando sono arrivato alla scuola di recitazione. Ho scritto cortometraggi che ho poi diretto, e pezzi teatrali che ho messo in scena al Teatro Stabile di Genova. Tra questi, c'era una commedia sui pirati, intitolata "Rum", che ha ottenuto un discreto successo, portandomi fino alla finale del Premio Dante Capelletti. Ho anche scritto una novella, "La Valle dei Burgher", che forse un giorno renderò disponibile al pubblico.

Il mio percorso di scrittura si è poi arricchito di sceneggiature, produzioni e serie televisive. Mentre scrivevo, come ho già accennato in altri articoli, non smettevo mai di studiare. Credo fermamente che applicare la teoria appresa durante l'apprendimento sia il modo migliore per assimilare e ricordare la conoscenza.

Oggi vorrei condividere con voi una scoperta che ho fatto nel corso del mio viaggio nella scrittura. Si tratta di una "formula", per così dire, che ritengo abbia un valore intrinseco, ma che deve essere utilizzata con intelligenza e sensibilità. La chiamo la "formula dei cinque movimenti". Questi cinque movimenti sono alla base di una composizione narrativa, poiché definiscono il processo di trasformazione del racconto.

Il primo movimento è INTRIGO.

É l'entrata in scena ma non solo. É anche un'ombra non manifesta, ma percepita. Qualcosa di inaspettato ma ancora sepolto. Le luci si abbassano, un po' di fumo arriva sul palcoscenico e il mago entra in scena. Una spettatrice, accompagnata dalla sua famiglia, entra in ritardo nel teatro e si siede in platea.

Il secondo movimento è STUPORE.

Il mago, ora circondato da fumo e giochi di luce, vestito di tutto punto, tira fuori minaccioso una pistola. La pistola in un soffio, si trasforma in una rosa. Il mago chiama sul palcoscenico uno spettatrice. Proprio lei, quella spettatrice di prima, e gli da la rosa che si trasforma in una chiave dorata. Il mago sparisce e riappare ammanettato in una scatola piena d'acqua: Sta affogando.

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Il terzo movimento è SUSPENCE.

Una voce narrante parla e dice alla spettatrice: "Con la chiave che hai in mano, puoi salvare il mago oppure…" e appare in scena una scatola con dentro un enorme diamante "…oppure puoi aprire la scatola e prendere il diamante. Sarà tuo. Ha un valore di un milione di euro. Qualsiasi scelta farai, non ci saranno ripercussioni legali. Scegli: salvare il mago o diventare ricca?" La spettatrice vede il mago cha sta affogando. Cosa scegliere? Quel diamante potrebbe risolvermi la vita, pensa. Se davvero è come dicono e non ci saranno conseguenze, diventerebbe ricca. Ma se sceglie il diamante il mago morirà? No, dice,  sicuramente hanno preparato già tutto. Questo è solo uno spettacolo e quel diamante è un pezzo di vetro e basta. Ma se non fosse così? Si volta verso la platea alla ricerca di aiuto ma le luci la accecano. "E poi  cosa penseranno i miei figli? E mio Marito?"

Il quarto movimento è EMOZIONE.

La spettatrice senza esitare apre la scatola con il mago incatenato, l'acqua sembra finalmente scendere. Lo ha salvato. Ma qualcosa non va. Il mago rimane bloccato con le manette e non riesce ad uscire. L'acqua non esce alla velocità giusta. Non riesce a respirare. La spettatrice non sa cosa fare. Ha paura. Urla aiuto. Colpisce la scatola. In platea nessuno capisce se quello che sta succedendo è parte dello spettacolo o no. Dopo alcuni terribili minuti l'acqua finalmente esce del tutto dalla scatola e il mago, senza vita, cade a terra. Silenzio. É morto? La spettatrice si avvicina e in quel momento - proprio mentre tutto sembra essere finito - Il mago sputa l'acqua dai polmoni. É vivo. Applausi.

Il quinto movimento è RIFLESSIONE.

Di ritorno a casa, la spettatrice parla con la sua famiglia in macchina. Cosa avrebbero fatto gli altri? Ha fatto bene a scegliere? Ora deve tornare nella sua casa modesta, al suo lavoro modesto. Niente sogni di gloria, solo una vita modesta. Ma non è così male. Sdraiandosi nel letto accanto al marito, lui le dice, addormentandosi, che ha fatto bene: h a dimostrato ai figli che una vita vale più di un milione di euro. Anche se avrebbero fatto comodo. E si mette a russare. 

La spettatrice sorride, e si addormenta.

Alla prossima pagina.

Articolo scritto da  Flavio Parenti
Sono un attore, scrittore e regista nato a Parigi e cresciuto in Italia. Ho lavorato in film, serie TV e teatro, collaborando con registi di fama internazionale. Sono appassionato di storytelling e amo sperimentare con diverse forme d'arte per raccontare storie.

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