A volte mi chiedo se ho talento.
Anzi, più che "a volte", è proprio una domanda ricorrente e costante nel mio percorso d'artista.
Non sto condividendo questo pensiero per avere conferme, tutt'altro, semplicemente per rassicurare chiunque si trovi in una situazione artistica che il dubbio è un elemento fondamentale e integrante del processo creativo.
L'arte ha un problema di fondo, irrisolvibile - per fortuna oserei dire, poiché la rende ancora una disciplina misteriosa - L'arte è soggettiva. Chiunque può dire che un libro è bello, o brutto. Non importa quanto importante sia l'autore. Si può dire che un dipinto è piacevole o blando. Non ci sono regole scritte che lo impediscono. Anzi, appena qualcuno prova a creare un manifesto, a definire ciò che funziona, ecco che arriva un cigno nero che riesce, con una semplicità disarmante, a trasformare tutto.
Mi ricordo la bellissima scena dell'Amadeus di Milos Forman in cui Salieri, (interpretato da un magnifico Murray Abrahams che conobbi sul set di Peter Greenaway), incontra per la prima volta Mozart che gli fa sentire una rivisitazione di un suo brano. L'operato di Mozart è perfetto, magico, allegro. Il primo terribile incontro con la genialità che porterà Salieri alla follia.
Quindi si, spesso mi dico che forse non ho il talento necessario per essere all'altezza delle mie ambizioni. Ma per fortuna, c'è un altro aspetto del mio carattere che in questi momenti di difficoltà interviene in mio aiuto.
Sono caparbio. Ho una volontà di ferro. E se mi metto in testa una cosa, c'è il rischio che non stacco più fino a che non sono riuscito ad ottenerla. Un tratto tipico degli ossessivi, ma che, lo ammetto, mi è stato molto utile in tutti questi anni.
"Ciò che il talento non può, la volontà sopperisce."
Molte cose non vengono dette dell'arte. Ma una in particolare non viene quasi mai espressa: nell'arte il talento non è che la punta dell'iceberg. Una minuscola parte dell'artista. Importante, certo, ma instabile, mutevole come la dinamite. Per lasciare che il talento danzi come una fiamma al vento, servono basi solide, robuste. Serve tecnica, disciplina, organizzazione. E per eccellere in tutte queste cose, serve la volontà. Il famoso desiderio di cui tanto parlo nella Divina Avventura.
La forza di volontà - ed è anche uno dei temi principiali della saga dell'anello di saturno - piega anche il destino. Nella mitologia giapponese, spesso l'eroe è dipinto come un uomo volto all'abnegazione, al sacrificio. Ha una volontà tale che si rialza dopo ogni caduta. Perde, ma non importa. Poiché ogni sconfitta è in realtà un insegnamento.
Il percorso dell'artista è costellato di cadute. Molte più delle vittorie. Ma man mano che si procede verso la maturità, la proporzione cambia, perché l'esperienza, frutto del desiderio di farcela, porta l'artista a capire di più su sé stesso, e sulla sua arte.
Quindi, piuttosto che chiederci come si sviluppa il talento, dovremmo chiederci come si sviluppa la volontà? Quale è il segreto per desiderare? La mia ricetta la conoscete: esplorare, scoprire, capire e trovare ciò che ci piace. E poi farlo, farlo e rifarlo fino a che, dopo 10.000 ore, dopo 1 milione di parole, l'arte diventa la naturale continuazione della nostra anima.
Ho 44 anni, e ancora sono alla ricerca della mia dimensione artistica. Chissà se un giorno la troverò. Forse l'ho già trovata e non l'ho ancora capito. Un'unica cosa è certa: come una trottola impazzita, continuerò a girare fino a che avrò energia.
E voi in cosa credete? Nel talento o nella volontà? Oppure in un misto dei due?
Piccola nota a margine, forse alcuni di voi lo hanno già notato, ma ho creato una nuova sezione del sito, che si chiama"Eventi" che in sostanze è il calendario degli eventi e dei firmacopie che farò in giro per l'italia. Come vedrete, è previsto che venga a Latina, a Frascati, nel pieno centro di Rome e Udite udite, Napoli! Per i dettagli, è sufficente guardare la pagina. Non vedo l'ora di vedervi!
Alla prossima pagina.