Diario D'artista

29 Giugno 2023
#041 Come la recitazione mi ha aiutato ad affrontare la timidezza
La straordinaria storia di come un semplice gesto, l'incrociare delle braccia, ha trasformato la vita di un ragazzo timido, aprendo la strada alla scoperta di sé attraverso l'arte della recitazione.
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#041 Come la recitazione mi ha aiutato ad affrontare la timidezza
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Quando ero un ragazzino, un giorno mio padre mi disse qualcosa che sconvolse la prospettiva sul mondo. Mentre mi parlava, stavo a braccia incrociate con un'espressione accigliata sul volto. Dovevo avere circa 13, 14 anni. Mi chiese se lo stavo ascoltando. Risposi di sì, ma lui replicò: "Se una persona ha le braccia incrociate, significa che non è aperta al dialogo, quindi non mi stai ascoltando davvero."

Dopo questa rivelazione, il mondo intorno a me cambiò. Cominciai a osservare i comportamenti degli altri: il modo in cui si comportavano, le braccia incrociate, le gambe incrociate, lo sguardo distante piuttosto che intensamente impegnato nell'interazione con me. Fu come se avessi scoperto una nuova dimensione della comunicazione, ed in effetti era così.

Questo percorso continuò, anni dopo, nei miei studi di recitazione. Dopotutto, quale altro mestiere costringe a una profonda comprensione dei comportamenti umani, con l'obiettivo di riprodurli o addirittura di assimilarli? Grotowski, in un celebre aneddoto, pose questa domanda: "Immaginate di essere in una foresta e di trovarvi davanti a un gigantesco grizzly. Cominciate a correre, quasi istintivamente. La mia domanda è: avete paura e quindi correte, oppure correte, e correndo diventate paurosi?"

Questa domanda racchiude uno dei grandi paradossi della recitazione: si giunge a un'emozione dall'esterno (la corsa) o dall'interno (la paura)? Da questa premessa nascono vari metodi di recitazione che cercano di favorire un approccio piuttosto che l'altro. La recitazione moderna, da Stanislavski all'Actor's Studio, propende per una ricerca interiore, per stabilire nel proprio io un'analogia personale con ciò che il personaggio prova, al fine di essere autentici. Ma è veramente così? Un altro famoso aneddoto coinvolge Laurence Olivier e Dustin Hoffman sul set de Il Maratoneta. Quest'ultimo amava correre per chilometri per entrare nel ruolo e un giorno Olivier gli disse: "Perché fai tutto questo? Devi solo recitare."

Io mi allineo più alla scuola di pensiero di Olivier, credo nella recitazione come un atto sincero e immediato, privo di psicologismi, che permette al personaggio di emergere, non nascosto dietro le rughe dell'attore, ma tra le righe del poeta.

Quindi, grazie alla consapevolezza acquisita attraverso la recitazione, a 20 anni decisi di non incrociare mai più le braccia. Ho trascorso i successivi 20 a impormi di essere aperto, costringendomi in un certo senso a essere ricettivo verso ciò che mi circondava. Questo è stato molto utile per me, dato che il mio essere timido e introverso aveva bisogno di questo cambio per trovare vitalità e crescita.

Poi, un mio maestro mi lasciò in una lettera d'addio, queste parole: "Ricorda: è proprio quando dici 'è troppo' che il lavoro inizia..." Niente di più vero. Così vero che, a un certo punto, intorno ai quarant'anni, mi resi conto che era arrivato il momento di incrociare nuovamente le braccia. Ero così abituato a non farlo, che la mia "crisi" sarebbe stata proprio questa: ritornare dentro di me. Riscoprire quella introversione che mi aveva plasmato così profondamente. Il mio primo cuore.

E quindi eccomi qui, a scrivere libri e pagine del Diario d'Artista.

Alla prossima pagina.

Articolo scritto da  Flavio Parenti
Sono un attore, scrittore e regista nato a Parigi e cresciuto in Italia. Ho lavorato in film, serie TV e teatro, collaborando con registi di fama internazionale. Sono appassionato di storytelling e amo sperimentare con diverse forme d'arte per raccontare storie.

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Maria Pia Caporale
Maria Pia Caporale
1 anno fa

Vorrei uscrivermj per ascoltarmi
Grazie Flavio

Rosella Gervasio
Rosella Gervasio
1 anno fa

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Flavio Parenti
Flavio Parenti
1 anno fa
Rispondi a  Rosella Gervasio

Rosella Gervasio si!

Rosella Gervasio
Rosella Gervasio
1 anno fa
Rispondi a  Rosella Gervasio

Flavio Parenti purtroppo si ...

Paola Mizzoni
Paola Mizzoni
1 anno fa

Bello lo scritto di questa tua pagina, ci fa riflettere tra un pò verrà mio nipote di 14 anni a Roma, lui vive a Milano, e frequenta la scuola di recitazione, sembra con interesse, grazie, alla prossima.

Anna Rita Pieralisi
Anna Rita Pieralisi
1 anno fa

ciao mastro. ti stra stimo

Maria Rosa Fulco
Maria Rosa Fulco
1 anno fa

Non ho mai fatto esperienza di recitazione, penso che sia importante ascoltare e farsi ascoltare. Nella recitazione è utile la parola,la mimica, i gesti (tu lo fai molto bene) porsi verso l altro, tutto ciò per suscitare emozioni. Molte volte il silenzio è eloquente in modo particolare in alcuni casi.

Flavio Parenti
Flavio Parenti
1 anno fa
Rispondi a  Maria Rosa Fulco

Maria Rosa Fulco Il silenzio, nella recitazione, è il vero segreto. Un attore che sa tenere una pausa ha la carriera assicurata.

Maria Rosa Fulco
Maria Rosa Fulco
1 anno fa
Rispondi a  Maria Rosa Fulco

Volevo dire altro, mi sono espressa male, ti ammiro tantissimo, scusami

Laura Aspromonte
Laura Aspromonte
1 anno fa

grazie

Enry Campanelli
Enry Campanelli
1 anno fa

davvero incredibile il lavoro della recitazione come riesce a definire la personalità

Flavio Parenti
Flavio Parenti
1 anno fa
Rispondi a  Enry Campanelli

👍

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