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Come posso migliorare la mia sicurezza in me stesso accettando le imperfezioni e coltivando curiosità, conoscenza e ascolto?
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La sicurezza in se stessi
17 Giugno 2024
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La sicurezza in se stessi
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Lasciate che vi sveli un piccolo grande segreto sulla recitazione: non conta il modo in cui dite qualcosa, conta la sicurezza con cui emettete il significato.

Oserei dire che questo non vale solo nell'atto recitativo, ma in ogni cosa della vita che riguarda la comunicazione. La sicurezza del gesto è ciò che definisce un grande ballerino o un calciatore; la sicurezza delle idee è il primo segno di visione, che governa la realizzazione. Senza di essa, la deriva è alle porte.

Insomma, la sicurezza in se stessi sembra essere una componente chiave della realizzazione. Oggi voglio affrontarla e comprendere se posso darvi qualcosa, se posso, attraverso la mia conoscenza della recitazione, offrire un punto di vista fresco su una questione antica come la storia dell'uomo.

Prima di tutto, che cosa è davvero la sicurezza in noi stessi? Essere sfrontati? Essere certi di avere ragione? Avere coraggio? Avere la forza di non ascoltare altro che noi stessi? A sentire questo elenco, si potrebbe pensare che l'arroganza sia il tratto distintivo del sicuro.

Nulla di più sbagliato.

Questo elenco è ciò che si osserva quando si vede qualcuno sicuro di sé, ma non sono queste le forze che lo governano.

Una volta lessi una domanda: "Come si fa a riconoscere qualcuno di più bravo di noi?"

Una risposta mi colpì: "Se vedi una persona che ha spesso successo, e a te sembra che sia fortuna, hai trovato qualcuno di più bravo di te." L'ho trovata geniale come risposta, perché in effetti, l'ignoranza rende tutto magico, e ciò che proviene dal metodo e dalla ricerca, sembra, agli occhi di colui che ignora, frutto del caso e della fortuna.

La sicurezza in sé è merce rara, ambita da molti. Penso che in tanti la simulino, partendo da ciò che hanno osservato in coloro che la hanno davvero. E così, ecco nascere, per via dell'insicurezza, l'arroganza, la determinazione cieca, la violenza della volontà.

Un paradosso, non trovate? La ricerca di perfezione, se affrontata esteriormente, porta all'imperfezione. Proprio come Kato nella Divina Avventura, coloro che non mettono in discussione sé e il mondo, si ritrovano, ad un certo punto della vita, ingabbiati dai loro pregiudizi, incapaci di evolversi, come fa invece l'allievo Overton, che pur venendo dagli abissi della terra, dal deserto, dall'istinto della materia, raggiunge vette superiori al maestro. Overton è un ragazzo bestia, che però porta con sé la perla della crisi.

La sicurezza in sé, quella sincera, proviene, credo, dall'accettazione di questa nostra imperfezione, ma non basta. Deve essere corredata da curiosità, conoscenza e ascolto. Ho avuto, nella mia carriera, la fortuna di collaborare con molti artisti considerati geniali. Ognuno di loro aveva una forma di sicurezza evidente, ma era spesso accompagnata da un'anima fragile e piena di demoni latenti. Anche loro, come ognuno di noi, vivevano il conflitto interno.

La sicurezza in sé non è la fine della nostra guerra interiore, ma l'accettazione che il percorso che spetta a tutti noi, quello verso la conoscenza, non avrà mai fine, e che il nostro passaggio in questa realtà è un mistero che mai verrà svelato.

Ecco, penso che accettare questo mistero sia il primo passo per avere, nei confronti di noi stessi e degli altri, quell'amore necessario ad essere sicuri.

Solo lo stolto non cambia mai idea, no?

Alla prossima pagina.

Articolo scritto da  Flavio Parenti
Sono un attore, scrittore e regista nato a Parigi e cresciuto in Italia. Ho lavorato in film, serie TV e teatro, collaborando con registi di fama internazionale. Sono appassionato di storytelling e amo sperimentare con diverse forme d'arte per raccontare storie.

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gostaria q o texto viesse em italiano e nao em portugues, como faço?

  • Bellissima questa pagina. Stupendo l' inizio e la fine. Ci hai insegnato che in recitazione non conta come si recita e la modalità che si usa, ma la sicurezza che si mostra mentre la si dice mi e' sembrato di capire.
    Sono d'accordo spesso difronte ad un monologo teatrale a cui si assiste, noto che e' importante il contenuto ma la sicurezza che mostra l' artista accompagnando i suoi gesti e le sue espressioni, conta.
    In fondo credo che interpreta se stesso e in quella interpretazione ci mette del suo. e ben venga se in lui si nota sicurezza di gesta, parola e significato a quel contenuto.
    Concludi accennando al concetto di sicurezza e arroganza che parlavi tu, l' arroganza nel mostrare o ostentare di saper troppo non e' sinonimo di sicurezza ma forse di ignoranza tra virgolette.
    Il nostro e' un cammino in evoluzione, su questa terra e siamo anche di passaggio, ma evolviamo sempre e guardiamo al meglio senza essere perfetti ma forse perfettibili.
    Concludo dicendo che, la migliore porta che apre alle entrata di tanti contenuti e' solo la conoscenza, frutto a mio avviso di curiosità di sapere innanzitutto e di conoscere attraverso esperienze e contenuti vari.

  • "porta in sé la perla della crisi" . Ho sempre saputo che il dubbio è portatore di rottura (?) e crescita. Sentirlo da te mi esalta.
    Sai che cominci a piacermi molto?
    Buona serata

  • Salve, Flavio. Tema importante, interessante e complesso quello affrontato con questo tuo discorso su sicurezza e insicurezza.
    Per me , tasto dolente, perché sono sempre stata un’insicura anche se, poi con gli anni un po’ sono migliorata, imparando dalle sconfitte e dai colpi bassi della vita, superati .
    Sempre un paradosso, ma per me ha funzionato così.
    Più mi sono trovata davanti a vicoli ciechi, più, attingendo alle mie risorse mentali, spirituali e fisiche, sono riemersa.
    La storia personale, privata , di ognuno di noi ha sicuramente parte nel sorgere e poi consolidarsi della fiducia in noi stessi che determina la nostra sicurezza o meno di affrontare la vita. In questo senso, credo che i primi contatti con il mondo siano determinanti, in ambito famigliare e poi esterno. E se ci sono stati
    Rapporti negativi o si sono subiti torti ciò costituisce una seria minaccia al configurarsi della nostra personalità, magari anche a seguito di situazioni più o meno marcate di svantaggio che per sorte ci possono toccate.
    Senza scendere nel particolare per questioni di privacy posso confermare che cattivi rapporti iniziali in ambito scolastico, la prima e unica palestra per molto tempo per me, fuori da casa, mi hanno segnata, irrigidendomi all’esterno per difesa. Un po’ come succede a un gatto che nasce per strada o vi è cacciato…subendo ile insidie della strada.
    Poi delusioni importanti, o forse meglio sfruttamenti sentimentali , mi hanno ulteriormente reso più fragile, su una base originaria di accentuata sensibilità
    ed estrema lealtà, secondo modelli famigliari e principi educativi fortemente introiettati.
    Poi ci fu, circa venti anni fa, come mi pare di aver in precedenza accennato, un episodio limite, un momento in cui sono stata costretta a far braccio di ferro con la morte… provando in pochi istanti la paura di dover uscire di scena senza neppure esprimere amore e affetto a chi lasciavo.
    Toccare con mano la mia fragilità di essere vivente in pericolo, come già in campo emotivo sentimentale avevo provato,, mi scosse profondamente imponendomi una reazione repentina e disperata, e inducendomi a impiegare tutta la mia forza per resistere e rimanere… Certo però ce la feci perché così è stato voluto, perché era nell’ordine delle cose, dei piani del destino o di Dio, , non per mia merito…
    Allora comunque mi sentii una sicurezza che non mi ero riconosciuta prima,, una determinazione e un coraggio di cui non avevo dato prova fino ad allora, neppure negli anni di lunga malattia di mia madre o peggio quando lei, amatissima, ci dovette lasciare, con profondo dolore suo, che tanto amava la vita e noi suoi figli, e nostro…

    Non ho mai creduto alla sicurezza dei prepotenti e degli arroganti, in realtà di carta pesta, mentre sono sempre stata sensibile al fascino di chi davvero sicuro , dignitosamente, lo è diventato, una specie di luce che lo avvolge e ne guida azioni ed espressioni( forme e contenuti).
    Ho subito talvolta come tanti, credo, la villania dei falsi sicuri che mascherano con maleducazione e arroganza l’incapacità personale di gestire rapporti interpersonali e subisco, il fastidio di vedere esibita sicurezza , in modo peraltro fittizio, ,da personaggi di rilievo pubblico.
    Credo , concludendo, che la persuasione della nostra fragilità e della nostra imperfezione sia la via per raggiungere una maggiore consapevolezza personale e dei reali valori della vita e quindi raggiungere un proprio grado di sicurezza per trascorrerla più serenamente, , per quanto umanamente possibile.
    Perché resta fermo che le fortune come “le sciagure umane” sfuggono grandemente al nostro potere…
    Grazie , Flavio. Davvero preziosa questa tua riflessione.
    Buona notte, aspettando la tua nuova pagina di diario.
    Mariangela

  • Scusa Flavio🎈Correggo errore🎈TU SEI SICURO🎈LA SICUREZZA È LUCE 🎈🎈Guarda il cielo🎈negli occhi della luna🎈c'è la gratitudine🎈Notte magica 🎈

  • Ciao Flavio🎈TU SEI SICURO🎈LA SICUREZZA È LICE🎈ABBANDONATI AL MISTERO🎈LA NOTTE È LUCIDA DI GIOIA🎈RESPIRA🎈DIVENTA VIVO🎈SCIOGLI GLI ANELLI DI SATURNO🎈Grazie Flavio🎈Mi piace il tuo rispetto🎈🎈🎈

  • Mi piace molto ascoltare la tua voce,quando leggi cambia il significato di ciò che scrivi,tutto diventa molto più chiaro non perché tu non sei un bravo scrittore ma la tua voce mette una calma ,ti dice ascolta e capirai! Hai una voce molto bella e importante come dicevi tu una voce sicura di ciò che affermi!Mi piace molto ascoltarti complimenti!

  • Credere in ciò che si fa, dare un significato profondo a ciò che si pensa per poi metterlo in atto, trovare sempre la forza che in tutti noi risiede viverla sorridere parlare leggere e saper ascoltare, alcune volte vengo sopraffatta dai pensieri negativi guardando ed ascoltando le altre persone o anche la Tv che guardo molto poco…..ma poi mi guardo allo specchio e mi dico:
    “DAI , CE LA PUOI FARE” ho fatto il copia e incolla delle ultime Tue righe:
    “La sicurezza in sé non è la fine della nostra guerra interiore, ma l'accettazione che il percorso che spetta a tutti noi, quello verso la conoscenza, non avrà mai fine, e che il nostro passaggio in questa realtà è un mistero che mai verrà svelato.
    Ecco, penso che accettare questo mistero sia il primo passo per avere, nei confronti di noi stessi e degli altri, quell'amore necessario ad essere sicuri.”👋💙✌️ciao Flavio

  • Come sempre Flavio hai reso molto chiaro il tuo pensiero...ho sempre ammirato chi è sicuro di se ....ma è anche vero che spesso chi lo era si affiancava anche a tanta arroganza,
    Per me la sicurezza in se stessi è determinazione,coraggio ....anche a rischio di sbagliare.
    Alla prossima caro Flavio

  • Olá, Flavio
    Eu concordo com suas palavras , especialmente quando fala que autoconfiança vem da aceitação de nossas falhas e da busca constante por conhecimento. A confiança verdadeira é uma mistura de se aceitar e ser curioso, e isso é essencial para o crescer pessoal e profissionalmente. Na atuação , ter segurança pode transformar uma performance, e na vida , a confiança impacta todas as formas de comunicação e interação. Então, a autoconfiança não é o fim do caminho, mas um processo contínuo de autodescoberta e melhoria. E vejo que você manda muito bem tanto como ator quanto como escritor.
    Até breve! ❤️🇧🇷

  • Il racconto che hai comunicato sulla sicurezza e statio molto interessante le persone che veramente hanno sicurezza, sono modeste e hanno sempre volontà di imparare e conoscere, i presuntuosi.pensano di avere sicurezza ma solo i deboli e con poca iniziativa pensano di conoscere tutto con la loto :"" sucurezza:"" presuntuosa ,

  • Molto interessante il tema che tu, come sempre, scrivi e narri in maniera sublime. L'accettazione di sé è molto importante se da questo presupposto il pensiero si estende ad altre conoscenze. Alla curiosità del sapere di più , del confronto. Ed anche importante la modestia. Chi sa non sbandiera il suo sapere. L'ignorante, di contro, è quasi sempre arrogante. Un abbraccio ❤

  • La sicurezza dà credibilità alla comunicazione. In un contesto lavorativo sicuramente servono: coraggio e nostra convinzione, che viene dopo aver ascoltato non solo se stessi. La crisi sì ce l’ho, e pure i cambiamenti di idea. E anche se ho sempre dato spiegazioni per far capire che non erano capricci, però che fatica !!! La risposta sull’attribuire a sola fortuna il talento degli altri, mi ricorda Valery quando dice “Guardando bene, si scopre che nel disprezzo c'è un po' di invidia segreta. Considerate bene ciò che disprezzate e vi accorgerete che è sempre una felicità che non avete, una libertà che non vi concedete, un coraggio, un'abilità, una forza, dei vantaggi che vi mancano, e della cui mancanza vi consolate col disprezzo.” o attribuendolo alla fortuna mi viene da dire. Io credo che molti simulino sicurezza e vengano anche creduti, purtroppo. La scuola di recitazione è il massimo su questo argomento, e quindi grazie per questa visione dal di dentro della tua esperienza.

    1. Grazie a te per questo suggerimento sul disprezzo, non avevo mai pensato a questa prospettiva. Da adito ad un grande passo avanti.

  • I like that you mentioned „listening“ here. Often dramatically underrated and overlooked. Listening brings such clarity and self confidence into our reactions and into then being able to feel what we are saying - crucial.

  • Caro Flavio, la sicurezza in noi stessi nasce soprattutto dalla conoscenza, un ignorante sarà arrogante ma mai sicuro. L' ho provato sulla mia pelle in tanti anni di docenza, non mi sono mai sentita arrivata, maggiore è la conoscenza migliore è la sicurezza. Con affetto Anna

  • Quando pensi di aver acquisito un minimo di sicurezza, arriva sempre qualcosa che ti fa fare un passo indietro, parlo x esperienza personale .In tutti i casi è un piacere ascoltarti metti serenità .
    Un abbraccio.

  • Ciao Flavio. Tema bello. Complicato. Anche se pare strano si può passare attraverso la vita senza grossi colpi, senza avversità. O molto lievi. Invece taluno vive la vita con continue sofferenze, colpito da problemi che magari si risolvono ma subito vengono sostituiti da altri. Al punto che si pensa di essere perseguitati. Di non poter alzare la testa senza difendersi da colpi che non si sa da dove arrivano. In questo caso la sicurezza interiore si frantuma. Se ce l'avevi, la perdi. Per sette anni ho imparato a coltivare la quiete della mente meditando. A potenziare quella calma interiore che mitiga le reazioni. Che mette un filtro tra l'interiore e l'esteriore. Però era facile perché fino ad allora la vita mi aveva preservato da veri problemi. Poi li ho avuti tutti insieme. Molto pesanti. E la mia sicurezza ha ceduto. Quindi ho capito che non esiste sicurezza così salda da non poter essere spazzata via dai colpi veri della vita. Una piccola soddisfazione: se putacaso capita che sopravvivi, che ti rimetti in piedi ti scopri a fare un applauso a te stesso. Ed è una piccola vittoria... Ma le ferite non si rimarginano. E con gli altri è un "far finta di essere sani" come diceva Giorgio Gaber. Frase favolosa. Un salutone.

  • Ciao Flavio,
    Io penso non sia facile avere sicurezza in sé stessi.
    Io sono sempre profondamente insicura, ad esempio.
    Alla prossima.

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