Lasciate che vi narri la storia di Gianni, un bimbo con i riccioli aurei, ancora abbastanza piccolo da essere cullato tra le braccia dei suoi genitori quando il sonno lo assaliva. Gianni, durante le lezioni scolastiche, ascoltava la voce della sua entusiasta maestra, ma non ne decifrava completamente il significato. Lei gli aveva detto: "Ricorda, Gianni, nella vita esistono porte piccole e porte grandi. Le porte grandi accolgono un gran numero di persone, mentre quelle piccole, al contrario, ne accolgono poche. Scegli la porta piccola e scoprirai il mondo."
Gianni proseguì la sua esistenza con la sua solita allegria e leggerezza, dimenticando queste parole sagge e criptiche della maestra. Tuttavia, il seme piantato nel suo cuore cominciò a germogliare durante i suoi anni del liceo, quando Gianni, probabilmente guidato da quella frase dell'insegnante, iniziò a riflettere in maniera autonoma. Quando avvertiva che tutti erano in accordo su un argomento, in modo quasi istintivo, Gianni cercava la porta piccola, quell'opinione che nessuno condivideva o conosceva. Stimolato dalla curiosità, Gianni si avventurava nelle intricate vie del mondo, alla scoperta dell'invisibile, dell'ineffabile. Questa ricerca lo riempiva di gioia, poiché lentamente Gianni comprendeva che la verità non è sempre quella che ti fanno credere, che ciò che è considerato "giusto" o "sbagliato" non si trova necessariamente dietro la porta grande. Al contrario, spesso si trovava dietro la porta piccola con la realizzazione che, in un certo modo, il mondo stava cercando di ingannarlo.
"Perché?" si chiedeva Gianni. "Perché dalla porta grande continuano a giungere messaggi pacifici, uniformi, accomodanti, ma spesso ingannevoli?" Gianni non riusciva a trovare una risposta. "Perché la gente, come un gregge privo d'anima, si riversa in quel portone senza fare una piega, senza mettere in dubbio nulla?" Queste riflessioni tormentavano Gianni, che ora, trasformatosi in un giovane adulto, aveva fatto della sua passione il suo mestiere, proprio grazie alle sue decisioni.
"Non potrai mai vivere decentemente con la passione! La passione non mette il cibo sulla tavola! Trova un vero lavoro, come gli altri!" Questo è quello che gli dicevano coloro che sceglievano la porta grande. Ma Gianni, invece, aveva fatto un tesoro della sua passione. L'aveva nutrita con amore, l'aveva sviluppata con orgoglio. E da quel piccolo seme che era la sua arte, crebbe un albero sempre più prezioso, sempre più unico. Un albero che, ad un certo punto, quando Gianni divenne un uomo maturo, fu esibito proprio nella sala della porta grande.
Grande fu lo stupore di Gianni quando tutti quelli che prima lo ignoravano, ora lo acclamavano. Gianni si ritrovò un uomo apprezzato, un "maestro", come si dice.
Potreste pensare che Gianni, dopo una vita di solitudine, accompagnato solo da rare connessioni con anime affini (quelle che come lui sceglievano la porta piccola), ora avrebbe trovato la felicità. Ora che finalmente aveva raggiunto il successo, finalmente sarebbe stato felice.
Ma il successo, come suggerisce la parola stessa, è qualcosa che è già "successo". Il successo appartiene al passato, è dietro di noi, dietro a Gianni. E così, Gianni, solo in mezzo alla folla, con lo sguardo lucido di fronte alle espressioni emozionate dei suoi ammiratori, si rese conto di aver percorso anche lui la via della porta grande.
Fu pervaso da una tristezza profonda, sentì di aver fallito nel suo ruolo di pioniere, di guardiano del nuovo, dell'ignoto. Era un albero maestoso, e ora era questo il suo destino? Era venuto il momento di accontentarsi? Era venuto il momento di fermarsi e di gioire, finalmente, di quella porta larga e comoda che accoglieva chiunque?
Gianni sapeva che se fosse rimasto immobile lì, in mezzo alla folla che lo acclamava, sarebbe presto diventato l'ombra di se stesso. La vita lo avrebbe superato. Sarebbe diventato obsoleto. No, non poteva permetterlo.
E così Gianni, con la schiena curva e i capelli ormai ingrigiti dal tempo si allontanò silenziosamente dalla sala in cui tutti lo ammiravano. Salutò i suoi amici con discrezione e annunciò che non sarebbe tornato, ma che, se avessero deciso un giorno di varcare la porta stretta, lui li avrebbe accolti con amore e gioia.
E fu così che Gianni scomparve, lasciando dietro di sé scintille di meraviglia.
Bellissima la favola di Gianni. Buon lunedì e buon lavoro per l'inizio delle riprese dell'ottava stagione del Paradiso delle Signore.
Bellissima poesia complimenti Flavio Parenti 😘
Sarà come tutte una storia bellissima 😘
Ciao 💛
Ciao Flavio parole stupende grande attore e scrittore buona giornata
Una" favola" ricca di metafore che mi ha portato a diverse riflessioni Leggendo la storia di Gianni ,che fin da piccolo , seguendo gli insegnamenti della maestra ( chissà se aveva in mente il riferimento dell' episodio contenuto nel Vangelo) ha imparato a seguire l'ignoto e spinto dalla curiosità a intraprendere strade diverse da chi abitava spazi più grandi , sviluppando una autonomia di pensiero , mi è venuto in mente l'altro protagonista dell'altra favola ,HU-GA , che sentendo di non appartenere al gruppo , spinto dal suo irrefrenabile desiderio di conoscenza arriva a scoprire un luogo paradisiaco , che però vuole condividere con gli altri , riabilitandosi agli occhi della tribù. Gianni pure lui alla fine ha conosciuto la fama ed ottenuto il suo successo nello spazio grande ma decide che forse quello non è il suo posto e invita gli altri a seguirlo , condividendo la sua porta stretta con chi comprenderà il suo percorso e il suo mondo con amore e gioia .
🧡
Un grande insegnamento in una favola che ricorda, per chi ha radici cristiane, la parabola della porta stretta (come è stato detto). Ma, a parte questo, Gianni mi ha richiamato la tua poesia Senza Nord nei bei versi “Nel caso tornassi semino pensieri luminosi” “E sento,…che...non tornerò”. Vedi come il pensiero cuce ? (cito anche Sintropia). E poi voglio farti i complimenti anche per le bellissime copertine in cui mi perdo a lungo ... un’altra forma di poesia ❤️
Purtroppo intorno a me vedo solo persone che incoscientemente oltrepassano la porta grande!!
Sin da piccola sentivo parlare della porta piccola ma non capivo perché bisognasse attraversarla per essere serena, crescendo ho compreso che è la difficoltà quotidiana, devi affrontarla per conseguire un obiettivo senza la spinta di nessuno, felice di esserci arrivata. Le porti grandi sono facili ma possono nascondere insidie da cui non ti salvi e cadi irrimediabilmente indietro. Grazie Flavio, mi hai emozionato e ricordato che se sono ora qui è perché non mi sono fatta attrarre dalle comodità.
Ulisse docet".la sete di sapere," cercare quel qualcosa in più, anche se attraverso percorsi più angusti , ma che aiutano a non intrupparsi e a non ripiegarsi in se stessi.
Ciao alla prossima.
La porta piccola è per quelli che hanno il coraggio di affrontare più difficoltà ma secondo me è quella che ti dà più soddisfazioni..😊
Grazie per questa storia.
Buona settimana.
Bellissime parole.
Tanta verità in un mondo dove tutto è apparenza!
Buongiorno signor Parenti, bellissima questa storia di Gianni la porta piccola e la porta grande. Sono sempre molto toccanti le sue narrazioni e emozionanti. Alla prossima puntata possiamo dire. A presto. Un saluto.
Bella, struggente ed emozionante. Si lascia leggere tutta d'un fiato 😊
Ciao Flavio complimenti bellissima la storia di Gianni molto emozionante 😘
Ciao Flavio,
Molto bella la storia di Gianni.
Grazie per questo spazio.
A presto,
Cinzia
Belle le metafore della porta grande e della porta piccola. Anime sensibili vi si possono riconoscere, ognuno a suo modo. Ma il racconto dove ci porterà? Qual è il vero destino di Gianni? Gianni siamo noi, con le nostre incertezze, le nostre insoddisfazioni, la nostra voglia di creare, e le nostre delusioni. Nulla è facile nella vita, tendiamo alla perfezione, pensiamo di averla raggiunta, ma non è così, siamo sempre insoddisfatti... La "porta piccola" alla fine si rivela speranza e delusione, principio e fine delle nostre ambizioni. Gianni "scompare" E noi? Sono soltanto mie riflessioni, ascoltando questo bel racconto. Un caro saluto a te, Flavio!
Un bel racconto nel quale trovare insegnamenti.
Penso che ogni racconto debba, in un certo senso, portare (oltre ad emozione, suspence, azione, crisi) anche una dose di "insegnamento" non tanto didattico, quanto umanista.
Anche perchè è necessario tutelare la crescita, soprattutto in questo delicato e difficile momento storico. La lettura dovrebbe rappresentare il veicolo giusto per capire le tante carenze che coinvolgono i bambini prima e gli adolescenti poi. Ho timore per loro.
Grazie per questo racconto
Per dare gioia alla mia anima probabilmente riflettendo sul tuo racconto ...ho scelto la porta piccola
....
Grazie infinite grande anima🙏🌹
Qualche commento fa ti parlai di "porta stretta". Mi fa piacere ritrovarlo, anche in questa tua declinazione interessante e suggestiva!
A me è piaciuta moltissimo ma temo che questa volta i miei alunni capiranno ben poco per via dei numerosi termini utilizzati di cui non conoscono il significato. Proverò comunque a darla ascoltare loro perché non voglio privarsi della bellezza della tua voce che li affascina tanto. Ti saprò dire. Buona giornata!
In effetti questa è più "per adulti"
Bellissima questa storia di Gianni che sceglie la porta piccola, la curiosità di chi non si accontenta, di chi ha voglia di approfondire e di scoprire le cose o inventarne altre nuove. Peccato che sono così pochi di Gianni pronti a faticare per arrivare ad essere grandi senza la porta Grande. Bisogna avere tanto coraggio ad attraversare la porta piccola!
🙏
"Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa. Quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!". Mentre leggevo la tua favola mi è subito venuto in mente questo pezzo della Bibbia 🙂
E io lo scopro con te. Non ne ero al corrente e questo devo dire è una scoperta pazzesca per me. Ora so cosa intendeva la mia maestra 😉
Sono cresciuta in una famiglia religiosa. A diciotto anni ho cominciato a maturare un'idea più intima della spiritualità e ho preso le distanze da ogni forma di culto. Con me anche la mia famiglia. Ma quello che di buono ho appreso in quegli anni continua a far parte di me. Sono felice di aver condiviso questo ricordo con te e di aver aggiunto un tassello mancante al tuo mosaico 🙂 Ma soprattutto sono felice perché mi hai dato la conferma che non serve frequentare una chiesa, conoscere a memoria i testi sacri o prendere parte a delle liturgie per trovare la strada. È un cammino personale...e chi è aperto di mente, di cuore e di spirito, a quella porta ci arriva anche da solo.
Mi sembra di vederlo alla ricerca di porte grandi e piccole e bella l immagine di chi si perde e chi guidato dalla passione va avanti
Bellissima storia davvero emozionante leggerti ogni volta grazie Flavio alla prossima