Quando ero un ragazzino, un giorno mio padre mi disse qualcosa che sconvolse la prospettiva sul mondo. Mentre mi parlava, stavo a braccia incrociate con un'espressione accigliata sul volto. Dovevo avere circa 13, 14 anni. Mi chiese se lo stavo ascoltando. Risposi di sì, ma lui replicò: "Se una persona ha le braccia incrociate, significa che non è aperta al dialogo, quindi non mi stai ascoltando davvero."
Dopo questa rivelazione, il mondo intorno a me cambiò. Cominciai a osservare i comportamenti degli altri: il modo in cui si comportavano, le braccia incrociate, le gambe incrociate, lo sguardo distante piuttosto che intensamente impegnato nell'interazione con me. Fu come se avessi scoperto una nuova dimensione della comunicazione, ed in effetti era così.
Questo percorso continuò, anni dopo, nei miei studi di recitazione. Dopotutto, quale altro mestiere costringe a una profonda comprensione dei comportamenti umani, con l'obiettivo di riprodurli o addirittura di assimilarli? Grotowski, in un celebre aneddoto, pose questa domanda: "Immaginate di essere in una foresta e di trovarvi davanti a un gigantesco grizzly. Cominciate a correre, quasi istintivamente. La mia domanda è: avete paura e quindi correte, oppure correte, e correndo diventate paurosi?"
Questa domanda racchiude uno dei grandi paradossi della recitazione: si giunge a un'emozione dall'esterno (la corsa) o dall'interno (la paura)? Da questa premessa nascono vari metodi di recitazione che cercano di favorire un approccio piuttosto che l'altro. La recitazione moderna, da Stanislavski all'Actor's Studio, propende per una ricerca interiore, per stabilire nel proprio io un'analogia personale con ciò che il personaggio prova, al fine di essere autentici. Ma è veramente così? Un altro famoso aneddoto coinvolge Laurence Olivier e Dustin Hoffman sul set de Il Maratoneta. Quest'ultimo amava correre per chilometri per entrare nel ruolo e un giorno Olivier gli disse: "Perché fai tutto questo? Devi solo recitare."
Io mi allineo più alla scuola di pensiero di Olivier, credo nella recitazione come un atto sincero e immediato, privo di psicologismi, che permette al personaggio di emergere, non nascosto dietro le rughe dell'attore, ma tra le righe del poeta.
Quindi, grazie alla consapevolezza acquisita attraverso la recitazione, a 20 anni decisi di non incrociare mai più le braccia. Ho trascorso i successivi 20 a impormi di essere aperto, costringendomi in un certo senso a essere ricettivo verso ciò che mi circondava. Questo è stato molto utile per me, dato che il mio essere timido e introverso aveva bisogno di questo cambio per trovare vitalità e crescita.
Poi, un mio maestro mi lasciò in una lettera d'addio, queste parole: "Ricorda: è proprio quando dici 'è troppo' che il lavoro inizia..." Niente di più vero. Così vero che, a un certo punto, intorno ai quarant'anni, mi resi conto che era arrivato il momento di incrociare nuovamente le braccia. Ero così abituato a non farlo, che la mia "crisi" sarebbe stata proprio questa: ritornare dentro di me. Riscoprire quella introversione che mi aveva plasmato così profondamente. Il mio primo cuore.
E quindi eccomi qui, a scrivere libri e pagine del Diario d'Artista.
Alla prossima pagina.
Mi è successa la stessa cosa quando mi hanno fatto notare che abbraccio le persone con i pugni chiusi invece che con i palmi. Anche questo è un atteggiamento di chiusura. Incredibile quanto il nostro corpo possa parlare di noi e per noi...
Bellissima complimenti Flavio Flavio Parenti
Michał Bednarczyk ma cosa è???
Era sempre la mamma a riprendermi dall'atteggiamento a braccia conserte, anche a lei non piaceva, se mi parlava....e così ho perso questa abitudine. Ero un'adolescente molto timida e introversa, poi ho recuperato...anche troppo ☺️ Grazie per aver condiviso questo bel ricordo della tua crescita personale. 🔝🔝🔝
Vorrei uscrivermj per ascoltarmi
Grazie Flavio
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Rosella Gervasio si!
Flavio Parenti purtroppo si ...
Bello lo scritto di questa tua pagina, ci fa riflettere tra un pò verrà mio nipote di 14 anni a Roma, lui vive a Milano, e frequenta la scuola di recitazione, sembra con interesse, grazie, alla prossima.
ciao mastro. ti stra stimo
Non ho mai fatto esperienza di recitazione, penso che sia importante ascoltare e farsi ascoltare. Nella recitazione è utile la parola,la mimica, i gesti (tu lo fai molto bene) porsi verso l altro, tutto ciò per suscitare emozioni. Molte volte il silenzio è eloquente in modo particolare in alcuni casi.
Maria Rosa Fulco Il silenzio, nella recitazione, è il vero segreto. Un attore che sa tenere una pausa ha la carriera assicurata.
Volevo dire altro, mi sono espressa male, ti ammiro tantissimo, scusami
grazie
davvero incredibile il lavoro della recitazione come riesce a definire la personalità
👍
Credo che di aver sentito questa cosa delle braccia strette segno di chiusura a scuola da qualche insegnante e anch'io da quel momento ho sempre fatto attenzione a questo aspetto..
Grazie per questa pagina che mi ha dato ancora una volta la possibilità di riflettere..
Questi ricordi familiari sono coinvolgenti e smuovono dentro dei ricordi, dei movimenti, che é quello che deve fare una scrittura. Bastano poche parole a cambiare un atteggiamento, a segnare un progresso. Quanto é importante accompagnare una persona nella sua crescita umana e spirituale:lo fanno i genitori, gli insegnanti. Ci sono tempi in cui servono le braccia conserte, altri in cui servono le braccia aperte. Difficile é discernere. É importante che si arrivi secondo me ad essere roccia o un albero robusto, che ospiti sotto la sua ombra quanti lo desiderano. É normale che si arrivi a desiderare di tenere le braccia conserte, ma dopo un cammino di crescita e di maturità, anche se questo comporta una crisi. Quindi per me il tuo periodo postquaranta é un discrimine giusto e che avrà i suoi frutti senz'altro. Per quanto riguarda la recitazione io vedo che gli attori più bravi sono quelli che fanno emergere il personaggio, senza troppa imitazione o per analogia. Penso a Susan Sarandon, che non aveva studiato recitazione, a Mastroianni. Io adoro i film vecchi americani, degli anni 40,li stanno dando su canali dedicati, e li trovo geniali, ci sono attori incredibili, di una modernità. Registi incredibili!
Penso che tutto i due aspetti sono importanti: l'aspetto interno (le braccia incrociate) e l'aspetto esterno libero, reso disponibile all'altro. Quando si arriva ad un estremo in uno degli aspetti è un segno che dobbiamo trovare l'equilibrio tra uno e l'altro.
Mi piace questo lavoro di "guardare e osservare" sé stesso per poi servire meglio e concretizzare una missione...
Da questo bellissimo aneddoto famigliare nasce una preziosissima riflessione: attingere dal nostro cuore (il primo cuore) per poi ridistribuire a tutti. Grazie Flavio per la tua condivisione.
Ciao, Flavio.
Il tema trattato oggi in questo spazio è interessante, non c'è che dire.
Anche io, di base, sono un'introversa e quindi capisco bene ciò che affermi.
Ho parecchie conoscenze che per superare la 'timidezza' si sono tuffate in corsi di teatro e so che questo le ha aiutate poi a superare diciamo l''impasse'.
Indubbiamente, poi, il linguaggio corporeo non mente.
Anche il linguaggio corporeo non mente.
Grazie ancora per questo spazio.
A presto,
Cinzia
Ciao Flavio, bellissimo articolo e si la timidezza non sempre è una cosa negativa .Credo che le persone introverse magari diffidenti inizialmente nei confronti degli altri, nel momento in cui decidono di aprirsi magari non a tutti ma ad alcuni hanno un bellissimo mondo interiore da far scoprire.
Grazie per i tuoi articoli di bellezza interiore. ❤️😘
Quando ero piccola ero molto timida quindi mi spinsero a fare uno sport per vincere il mio essere introversa, scelsi il tennis, acquisii sicurezza perché ero brava o viceversa? È stata però la recitazione a farmi uscire da me stessa per interpretare i personaggi. Poi da adulta ho incrociato le braccia e ho insegnato recitazione ai ragazzi dando loro tutta me stessa. Grazie Flavio, come sempre mi hai dato il là per riflettere su me stessa.
Naturalmente il linguaggio del corpo dice molto di noi ma solo chi lo comprende, può ascoltarlo. L'insicurezza e il timore del giudizio altrui può senza ombra di dubbio condizionare e trattenere il personaggio nel contesto dell'interpretare, oppure ciò che siamo realmente. L'interpretazione dell'essere umano ha i suoi limiti, tanto può essere trasparente ma tanto altro, occulto, nascosto. Alle volte, osare è meraviglia. Non sprecare tempo a trovare gli ostacoli potrebbero non esserci F. Kafka. Piaciuto il tuo ricordo d'infanzia.
Certo, evitare le certezze è il primo passo verso la conoscenza
Meraviglioso, intenso, incredibile,👏👏👏👏👏sei sempre il top del top
Grazie per questo articolo su braccia chiuse o aperte e comportamento non verbale nelle conversazioni in effetti a casa e da giovani ma poi anche fuori lezione prosegue per diverso tempo ma poi come hai fatto tu serve un momento per ritornare in se per trovare l'anìma il cuore con diario d'artista e libro grazie per questa nuova pagina del diario Flavio alla prossima
Fuoriuscire da se stessi, per ritrovarsi con una forma nuova, una consapevolezza nuova. Le doverizzazioni, frutto di osservazione analitica della realtà, ci allontanano dalle nostre radici, per poi scoprire che in fondo, quelle radici sono diventate ramo, foglie e frutti, senza mai staccarsi veramente dal resto. Da quel che profondamente siamo, ma in una forma nuova. Grazie per tali testimonianze.
Grazie infinite....il tuo primo cuore ....ci dona immensa gioia! Come sempre porti a riflettere ed osservare, almeno vale per me, dentro di noi ... Uomo di grande Anima 🌹 grazie ❤️🌹🙏
Ciao Flavio,
molto interessante.
Lo sai che non incrocio quasi mai le braccia? Non mi ricordo neanche quando è stata l ultima volta.
Però incrocio i piedi... chissà se è la stessa cosa...
Buina giornata