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Anni 90, I valori perduti
4 Luglio 2024
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Anni 90, I valori perduti
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Nel primo volume dell'Anello di Saturno esploro anni lontani, ma vicini al mio cuore: gli anni '90. Anni di cartoni animati su Italia Uno, i Cavalieri dello Zodiaco, Ken il Guerriero su La Sette, Mimi Ayuara, Hello Spank e mille altri.

Ma non solo: erano anni in cui non c'era il telefonino, né internet. Per sapere qualcosa, si utilizzava ancora la famosa enciclopedia in 12 volumi, il dizionario, l'atlante geografico. Il sapere era in casa, letteralmente, nei libri che stavano nelle biblioteche. Un sapere poco mobile, certo, ma che obbligava chi lo cercava a fare un passo avanti, a fare quella piccola fatica necessaria per poi apprezzare il risultato.

Mi ricordo ancora quando da piccolo mia madre mi diceva di andare a guardare nell'enciclopedia dopo l'ennesima mia richiesta di "cosa vuol dire questo?" Così ho imparato a cercare per indice alfabetico e, nel frattempo che leggevo la parola misteriosa, ne scoprivo anche altre, vicine. Un giorno, non ricordo esattamente a che età, mi venne voglia di aprire il dizionario a caso e leggerlo fino a incontrare una parola a me sconosciuta. La leggevo e poi lo richiudevo.

Nella parola vi è il pensiero, la possibilità di immaginare. All'inizio - non a caso - era il verbo. La vera conoscenza parte dalla conoscenza delle parole. E questo è qualcosa che Anna, nel libro, ha ben capito. Lei, così curiosa e desiderosa di conoscere il passato, le antiche civiltà, impara le parole, le lingue, che sono la chiave della conoscenza.

Ma gli anni '90 erano anche anni in cui i valori erano diversi. Non voglio assolutamente cadere nella retorica del "ai miei tempi era meglio", perché non è così. Il mondo è meraviglioso, e il suo incedere costante, a prescindere da noi, dagli anni che passano, è la manifestazione della potenza vitale che ci anima tutti.

La società muta, si sviluppa, va avanti. Cambiano le parole, gli usi, le abitudini e anche i valori.

Gli anni '90 erano anni in cui la domenica l'Italia si fermava per ascoltare il calcio alla radio nella speranza di aver fatto 13 al totocalcio. L'aggregazione sociale era molto più forte. Le tavolate e le adunate erano qualcosa di normale. I ragazzini crescevano frequentandosi fuori dal focolaio domestico. Vi era meno timore, da parte dei genitori, a lasciarli bazzicare le piazze fino a tarda sera.

I valori cattolici e cristiani erano molto più radicati. Il matrimonio e la messa erano parte integrante della maggioranza delle famiglie. Penso lo siano ancora, ma mi pare evidente che da quel punto di vista le cose siano cambiate parecchio. La multiculturalità porta con sé trasformazioni che spesso diluiscono le tradizioni.

Amo le tradizioni, penso che rappresentino l'apice della saggezza popolare. Sono riti che hanno superato la barriera del tempo, che sono sopravvissuti fino a noi perché veri, profondi. Ma il mondo va avanti, e certe tradizioni non sono più compatibili con i valori moderni.

Di questo parlo nella Divina Avventura. Il protagonista, Overton, si chiama esattamente come "La Finestra di Overton", un principio socio-economico che definisce questa finestra come il range di cose "accettabili socialmente". Questa finestra si muove nel tempo, proprio come Overton che continua ad evolvere, a prescindere da ciò che lo circonda.

Certe cose invece penso che non siano cambiate: la natura umana, l'amore, la paura, i desideri, quella dicotomia profonda che ci obbliga a cercare la felicità personale all'interno di una società fatta di mille altri come noi, a distinguerci senza però diventare eremiti. La nostra ricerca di un equilibrio.

Non a caso, i classici, siano essi inglesi, russi, francesi, greci, latini, italiani, sono ancora attuali. Chi mi legge conosce la mia posizione riguardo alla contemporaneità e alla classicità. Io sono per i valori antropologici che non decadono. Cerco di trovare, in questa nostra contemporaneità, dei valori universali. Nella Divina Avventura, è la ricerca della perfezione, il desiderio di appartenere a un gruppo, la religione come salvezza dal nulla di cui abbiamo paura.

E nell'Anello di Saturno, è l'amore, il destino, l'onere delle nostre scelte. Per chi ha letto il primo volume, questi temi ancora non sono emersi, sono solo abbozzati, come è giusto che sia. Ma vedrete che man mano che la storia si svilupperà, questi temi diventeranno dominanti e vi porteranno, spero, a farvi domande importanti sui rimorsi e i rimpianti.

Non smetterò di cercare di affrontare i valori e temi che ci spingono ad agire, che hanno spinto molti prima di noi e che spingeranno molti dopo di noi.

Come vi avevo anticipato, per la prossima saga voglio coinvolgervi. Quindi, ancora prima di condividere con voi una storia, voglio capire quali valori potrei affrontare.

Scegliete: vendetta, fratellanza, malattia, sacrificio, disillusione, redenzione o ossessione?

Alla prossima pagina

Articolo scritto da  Flavio Parenti
Sono un attore, scrittore e regista nato a Parigi e cresciuto in Italia. Ho lavorato in film, serie TV e teatro, collaborando con registi di fama internazionale. Sono appassionato di storytelling e amo sperimentare con diverse forme d'arte per raccontare storie.

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31 comments on “Anni 90, I valori perduti”

  1. Ciao Flavio, io sto meglio adesso che negli anni 90 , stavo bene ascoltando molta Musica ballando e stando con le mie Amiche a chiacchierare…poi mi ero appena separata per cui volevo uscire assolutamente da quella situazione esasperante ciao Flavio non voglio ricordare altro 👋👋

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  2. Salve, Flavio. A proposito di pigrizia… pur avendoti letto subito, vedi che mi riduco fuori tempo massimo , quasi, a commentarti, non per disinteresse, ma piuttosto per indolenza, abitudine sopraggiuntami con lo
    scorrere del tempo, mentre prima, da giovane, sono stata sempre molto sollecita…
    Forse un modo per scongiurare l’idea di fine, come a esorcizzare la paura del tempo che fluisce e si accorcia davanti alla mia strada, figurandomi di dilatarlo all’infinito…. Rimandare a domani dunque persuadersi della continuità….
    Eccomi dunque a lasciare le mie brevi osservazioni in merito alla tua ultima pagina di diario.
    Come deducibile da tutto il. pregresso mio scrivere, da umanista con istruzione letteraria, anche io sono sostenitrice dei Classici, grandi Maestri, la cui voce suona e suonerà, inalterata, nei secoli, impermeabile all’ impietoso succedersi degli anni e delle loro mode. I Classici nelle cui opere sono stati consacrati i grandi valori dell’umanità , essi pure imperituri, perché pilastri insostituibili delle nostre vite..
    Ho conosciuto tardi la tecnologia, che non amo, eppure è l’anima dell’attuale società e ho dovuto aprirmici, sia pure , tutubante, in modo elementare. Non la prediligo, sentendola ostica , forse per preconcetto di partenza, ma ne comprendo l’utilità e la necessità, come emblema dei tempi, della nostra contemporaneità; resta fondamentale, infatti, camminare al ritmo dei tempi della società , accettandone i cambiamenti, come la finestra di Overton
    Rappresenta e sintetizza, …alla ricerca, sempre, di nuovi orizzonti.
    Se mi volgo indietro, che ormai posso farlo con una certa ricchezza, diciamo così… di storia personale, sento il fascino del. Mio passato, non sempre felice, dei
    miei ricordi, di me ieri.
    Tuttavia , credo che oggi si possa vivere meglio, soprattutto per i giovani per i quali ci siano migliori suggerimenti e stimoli a realizzarsi più liberamente e velocemente,di un tempo, superati condizionamenti e freni di una certa educazione tradizionalmente per lo più impartita da noi, di stampo marcatamente cattolico e borghese.
    Interessante e lodevole la tua volontà di coinvolgerci , come ho già evidenziato, nei tuoi nuovi progetti narrativi, dal loro nascere. Ho fatto la mia scelta dal tuo ventaglio di proposte, senza riflettere, di primo impulso, per non alterare con il troppo ragionare la mia spontanetà di opzione.
    Finalmente si sta aprendo una bella giornata di questa estate per noi liguri “controversa” e pigra…. Che pure ora pare volere esplodere. Speriamo. Di sole abbiamo bisogno tutti…
    Un abbraccio, Flavio. Grazie ancora e felice nuovo giorno.
    Maria Angela

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  3. Mitici anni 90 ero già adulta (sono una ragazza degli anni 60) ma le persone comunicavano tra di loro, si guardavano negli occhi, si frequentavano. Il telefonino e internet ci hanno tolto il piacere di stare insieme di socializzare. Per questo ho detto BASTA ai social. A mio parere dovremmo fare un passo indietro. Ritrovarsi di più ed utilizzare la tecnologia solo per lavoro.

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    1. Perfettamente d'accordo con Silvia,
      anche io sono una "ragazza" degli anni '60, compirò infatti 63 anni verso la fine di questo anno, uso un po' i social ma non troppo poiché penso che era più bello quando, noi bambini o ragazzi, ci potevamo incontrare nel cortile sotto casa per giocare oppure per parlare " seduti sul muretto".
      Ora vedo troppi bambini con i telefonini in mano già da piccoli....ricordo che i nostri genitori quando vedevamo la TV,nel pomeriggio a casa, la frase che dicevano spesso era " non stare troppo vicino allo schermo perché poi ti fanno male gli occhi" oppure ci intattenevano, da bambini, leggendo libri di favole o giocando con noi, ora mi sembra che tutto questo sia andato quasi del tutto perso.
      ....non sono nostalgica, ma penso che i bambini di oggi, abbiano perso qualcosa che noi, magari senza dargli peso sul momento, abbiamo avuto, se non tutti, molti di noi.

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  4. Gli anni ‘90….. meravigliosi, mi piacerebbe tanto riviverli, ci divertivamo con poco ed eravamo contenti, non c’era Facebook, instragram, facevano le foto con la macchina fotografica e dovevano aspettare una settimana per vederle, esisteva lo squillo per comunicare, quando non si poteva chiamare, pochi canali per vedere la tv. Il rapporto con i genitori, non ne parliamo, regole da rispettare , in caso contrario, punizioni. Tutto sembrava difficile, ma ricordo che, per avere qualcosa, stavo lì a parlare con i miei genitori giorni e giorni per convincerli e, quando ci riuscivo, toccavo il cielo con un dito. Oggi, invece, si ha tutto e subito, non si riesce ad apprezzare quello che si ha , penso poi che valori come l’educazione, il rispetto, il senso civico, l’amicizia e tanti altri fossero più radicati in ognuno di noi, non che no ci siano più ,ma è molto difficile trovarli. Comunque, ringrazio gli anni passati, per essere la persona che sono.

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  5. Non avevo enciclopedie, ma andavo a studiare da un'amica che aveva La Treccani. 1961, prima media, 10 anni. Il latino delle medie di allora era forte (De bello gallico, Tibullo: Saturno età dell'oro, tanto per dirne uno ☺️ un valore perduto anche lì, la felicità) i vocabolari essenziali. Ma la geografia era la passione. Con i primi soldi del lavoro feci l'abbonamento al National Geographic (rigorosamente in inglese) con Bonifico bancario.Appesi una mappona NG del corso dell'Irrawaddy che poi in parte ho navigato. Comprai anche l' Atlantone a trecentomila lire che uso tutt'ora. Le tradizioni valori perduti purtroppo, fondamentali, che infatti gli antropologi difendono. Nella Divina Avventura mi sono vista molto in Overton, il ribelle che, senza calpestare nessuno, va verso il futuro. L'anello di Saturno è più dolce e struggente ma già vi aleggia un presagio. Ma il valore perduto, per eccellenza, imputabile a internet, è la COMUNICAZIONE VERBALE, il contatto umano. Noi adolescenti degli anni '60 e giovani nei '70 si parlava molto, uno dei ricordi più belli è legato alle discussioni al cinema d'essai. Trovo questi esercizi che ci sottoponi, Flavio, molto preziosi quasi come una conversazione vera. Grazie, alla prossima e comunque ho votato.👍

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  6. Una caratteristica degli anni '90 era come tu descrivi l'aggregazione. Ancora si credeva nella forza dell' unione, adesso stiamo virando nella solitudine dell'individualità, per questo la mia scelta del tema è andata sulla fratellanza come un invito ad un messaggio di cooperazione e condivisione tra pari, lo scambio di esperienze, conoscenze, ausili è la vera ricchezza.

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  7. Hace muchos años, era usual consultar el diccionario para saber cómo era correcto escribir una palabra y eso no se nos borraba más en la vida. Ahora el corrector de la PC hace el trabajo, pero cuando no lo tenemos al alcance, tenemos dudas a cerca de la ortografía. Son cosas que debemos afrontar para dar paso a un tiempo que cambia muy rápido, casi sin de tenernis a pensar... Beso Mirta

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  8. Oggi manca TEMPO. Siamo tutti risucchiati dalle corse per sbrigare le nostre faccende e lavoro che non si ha tempo per altro o altri.
    Io penso però sia una questione di priorità che ognuno si dà.
    Non l'hai espressamente citato ma anche il tempo è forse un valore che si sta perdendo?
    Grazie per questo articolo 🩷

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  9. Ciao Flavio

    Grazie per questo articolo sugli anni 90...all'epoca ero appena entrato all'Università ed erano gli anni più belli della mia vita, mi piaceva molto andare alla Biblioteca della Facoltà di Architettura a cercare libri per fare i compiti scolari e leggere l'evoluzione dell'Architettura dalle prime civiltà ai giorni nostri, vedere quelle bellissime fotografie provenienti da diverse parti del mondo che mostrano la bellezza di vecchi e nuovi edifici storici, è vero come hai menzionato Flavio a casa avevamo l'enciclopedia , dizionari e libri d'arte che mio padre amava comprare perché gli piaceva molto leggere ed era un artista magnifico, gli piaceva dipingere. Sono d'accordo con te che a quel tempo i valori erano diversi e le famiglie erano più tradizionali nei loro costumi e uscivamo a giocare per strada con gli amici senza doverci preoccupare di alcun pericolo, sento che eravamo più liberi e più innocenti , spontaneo, felice senza influenze. Con tante informazioni come adesso con i cellulari, mi mancano quegli anni 90, gli amici che avevo all'epoca e la mia famiglia con i miei fratelli adolescenti che si divertivano, grazie Flavio per questo articolo che me lo ha fatto ricordare bellissimo. momenti, saluti.

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  10. Ciao Flavio. Il mio voto è Ossessione. Quello della mia compagna Disillusione. Tutte le opzioni però mi sembrano legate. Possono una o più appartenere ad un personaggio o essere incarnate da vari personaggi. Sono d'accordo, dobbiamo cercare valori transtemporali. Forse eterni finché non ci estingueremo come i dinosauri. Se non ci perderemo completamente e se riconosceremo la giusta strada, saranno la nostra guida. In generale sappiamo di essere tutti legati ai nostri -anta. Che siano 60,70,80,90... Nel mio quartiere gira un signore vestito (vi giuro) come Marcel Proust o Toscanini o Hercule Poirot. Sembra arrivato con la macchina del tempo. A volte ci faccio la spesa. L'ho chiamato "Signor 1900". E di quello sono nostalgico. Del secolo intero! Il Signor 2000 invece non l'ho ancora incontrato. Non ho capito come va vestito. Se lo incontrerò spero di riconoscerlo. Ma sarà lui a non riconoscere me. Un mio amico poi colleziona completi anni '70. Scarpe comprese. Me ne esalta la qualità della stoffa. Le cuciture. E così va in ufficio vestito come il leader dei Led Zeppelin. Nessuno lo ha licenziato. Magari sotto sotto lo invidiano. E la generazione Z come ci vede? Ne avranno di gatte da pelare... Ahimè. Un salutone

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  11. Gli 90 hanno presentato un decennio considerato leggero e spensierato. La musica era migliore, le persone erano gentile è il mondo era meno complicato di adesso. All'inizio degli anni 90 i cellulari e internet non c'erano si usava il telefono di casa per sentire gli amici. Si dava appuntamento era quello non potevi disdire. Gli anni 90 sembrano lontani, non torneranno più, era una atmosfera gioiosa, oggi invece si parla di guerra e di violenza. Io ho letto "L'Anello di Saturno ambientato negli anni 90, si può notare la differenza di oggi, l'amore dei ragazzi sa di giovinezza e amore puro, si incontrano in piazza tutti insieme a chiacchierare. Peccato che che quelli anni non tornano più.

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  12. Io amo molto gli anni '80 e '90 per tanti motivi . Tutto era molto più bello. SI vedevano tante comitive di ragazzi che parlavano per ore ed ore, risate, battute, barzellette....adesso fisicamente sono insieme ma tante volte tutti a guardare il proprio telefonino. Che tristezza!

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  13. Rischierò di fare il Bastian contrario ma a me ogni epoca mi sembra bella e sono contenta di viverla, forse quando si diventa vecchi i giorni diventano preziosi.
    Certo, ho nostalgia struggente per la giovinezza serena e problematica ad un tempo. Ricordo i primi anni dei miei figli con dolore quasi fisico perché ero il loro unico punto di riferimento . Ora non più( per fortuna , visto che sono diventati autonomi!)
    Ho letto da qualche parte che per essere felici bisogna dimenticare, non ciò che eravamo ,ma ciò che ci aspettavamo di essere.
    Baci

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  14. Non posso fare a meno di essere d'accordo.
    Gli anni 90 sono i ricordi più felici della mia vita. tutto era leggero, ingenuo, felice... il tempo passava lentamente. dall'alba al tramonto, era così magico e allo stesso tempo così semplice. Ricordo, ero adolescente e conservo nel mio cuore momenti e sensazioni che non proverò mai più.
    Oggi il mondo ha fretta. tutti corrono, corrono sempre.
    bellissimo testo, Flavio. mi ha fatto venire nostalgia.
    Un grande abbraccio dal Brasile 😊

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  15. Quando si arriva ad una certa età, la nostalgia è inevitabile. Anche non volendo quel “ Ai miei tempi…” si sottintende anche non dicendolo apertamente. Io ho una mia teoria: ciò che è stato già vissuto è passato e di esso restano in mente le cose migliori, perché eravamo più giovani e persino le cose più brutte le rivestiamo con un abito più tollerabile e non più doloroso. Per te saranno gli anni 90 il non plus ultra della bellezza, per me, che sono più anziana di te, gli anni più belli sono quelli cantati da Baglioni e raccontati così bene da Gabriele Muccino…anni ancora più puri, lontani da superflue frivolezze, anni in cui era ancora credibile sognare, amare ed essere liberi.
    Grazie per queste tue pagine intense e affascinanti come te.

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  16. Il titolo del diario di oggi mi richiama quello della recensione che ho scritto per la Divina avventura proprio lo scorso anno " Un viaggio alla scoperta dei valori della vita " , proprio quelli che non tramontano, quelli universali ,che ritrovo anche nell ' Anello di Saturno ,anticipati nel primo volume ma che esploderanno nel prosieguo della saga .
    Penso che la tua scrittura abbia un grande dono , quello di far riflettere su temi che ognuno sente come propri , il diario, i tuoi libri, riescono a far emergere emozioni e sentimenti , che nel momento in cui li affronti, con la tua grande capacità di rendere semplici anche temi difficili da trattare, si avverte quasi la necessità di comprenderli meglio , di approfondire e perché no anche di scavare nel nostro intimo. Ho scelto e votato un tema forse in linea con la mia età e condivido con un velo di nostalgia la purezza e l 'autenticità di quei valori che hanno caratterizzato quel periodo

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  17. Ma l hai già scritto il secondo volume del libro la saga romance l anello di Saturno Flavio

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  18. Buon giovedi Flavio!
    E' sempre un buon-giorno quando si inizia con le "chicche "di riflessioni che puntualmente attenziona le nostre menti di nuove vibrazioni.
    I valori anni 90 sono relativi a generazioni che sono nate senza l'influenza tecnologica del mondo digitale ,salvi anche gli anni 80(i miei...)dove i giovani si relazionavano nei cortili o nei circoli ,o davanti a un bar nella piazza principale della propria citta' e ben sapevano interagire con sani divertimenti di gruppo.
    Ricordo lo "struscio " che accompagnava le domeniche al corso nella mia citta' di Salerno e i dolci tradizionali che portavamo sulle nostre tavole ogni festa.
    Mi e' piaciuta la tua ovazione al mondo classico,credo non ci sia migliore formazione culturale che ti porta a sensibilizzare l'animo come gli scritti classici e qui includo anche gli studi classici,ovviamente.
    I valori ci sono e ci saranno sempre ,sono " abiti" che indossiamo nella pelle dell'anima e necessitano di tanta cura .
    Se l'uomo e la donna oggi scelgono i disvalori ricorrenti
    (apparire,perfezione,immagine,prestigio,potere,soldi,etc.)mi farei una domanda su come stiamo educando le nuove generazioni,cosa gli stiamo consegnando ,quali valori possono intravedere in un caos sociale in cui "tutto e' il contrario di tutto" ,dove non esiste demarcazione tra cio' che e' bene e cio' che e' male,
    immersi e travolti da una societa' liquida e rapporti fluidi.
    C'e' poco da sperare ,almeno al momento non si vedono spiragli di rinascita.
    Parlerei a lungo su questa tematica ,la sento molto e ti ringrazio per le tue squisite sollecitazioni .
    Alla prossima.

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  19. Oh yes, I am glad too, I caught a bit of the 90s.
    The distant days.. A less unified, less rehearsed sense of life. And then I was always out in nature. Just magical.
    Oh my, I think about that often. Imagine we had no books. No classics. We never would be able to dream up how they wrote. We never could.
    F.I. I recently read a short thing from a philosopher called Salzmann (18. cent) on the difference between desire & passion and real emotion & feeling and benefits and harms of our experience and understanding of them. (What Shakespeare wrote about all the time basically) and it was just amazing and to my mind, would be considered new thinking, or at least a new approach again today. It was more about the vernier adjustment of a desired personality and went beyond just what you were given or identity. You had values to live up to and traditions to test yourself or try to stand up to. I still try to for that reason. There a a lot of old ones in the Bible I try to live up to like Agape, humility, self-control, forgiveness, patience, regret and a good conscience…
    Really does me good, before it does others even.
    It was a hard choice, I picked: disillusionment, because I think it needs much more attention than i gets.

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  20. Questa è una pagina bellissima, credo che poi me la stamperò.
    I valori credo Falavio, non cadono mai di moda o di costume. Sono quel quid che permettono soprattutto ad un ragazzo/ ragazza in crescita di farne riferimento, di farli suoi. Questi valori devono essere trasmessi dai genitori che a sua volta sono stati istruiti dai nonni e i nonni dai bisnonni!

    A questo si dovrebbe affiancare una scuola di trasmissione non solo di saperi istruttivi, ma di apprendimenti educativi.

    Sono valori che possano riguardare l' idea di famiglia, di condivisione, di appartenenza ad un nucleo. Sono valori in cui credere in eterno non scadono con gli anni, ma si fortificano di generazione in generazione.
    Sono questi i punti saldi a cui può far riferimento un giovane di oggi, e ricco di questi valori può far parte di una società che gli chiede spesso ahimè degli standard delle convenzioni a cui deve stare. Il suo essere persona tra le persone lo deve anche ad un' educazione di " valori " trasmessi, la sua struttura motivazionale ad agire bene o male spesso è condizionata dalla presenza di valori o da assenza di valori.

    Ed inoltre cosa più bella accostare i valori alla conoscenza, a quel sapere ricercato non su un telefonino, ma sui libri anche se non più le vecchie enciclopedie del passato. Quella conoscenza frutto di apprendimento personale e dopo scolastico.
    Questo bagaglio di valori trasmassj di conoscenze, di affetti saldi, di azioni giuste, di condivisioni e relazioni in società e gruppi lo instradano alla vita e lo rendeno libero. Libero come padrone di sé, ricco di valori e sicuro di avere in tasca strumenti utili ed importanti per il suo cammino futuro.

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    1. Ciao Sabrina, mi hai fatto venire un'idea: Forse farò fare un pulsante "stampa" che permetta di avere già una pagina stampata e formattata bene. Bella idea!

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  21. Ciao Flavio,
    Gli anni 90 erano magici...
    Grazie x averci fatto votare.
    Alla prossima prossima.

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  22. Hai ragione gli anni 90 erano quelli belli con i valori .ho scelto fratellanza per la prossima saga ma credo che i tempi alternativi potrebbero comunque servirti per libri futuri. Alla prossima Flavio Parenti ci ispira sempre iltuo diario grazie per trovare il tempo per scrivere nonostante il periodo impegnativo

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