Elogio alla gentilezza

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Elogio alla gentilezza
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La gentilezza è una qualità rara, delicata e timida, che però, quando emerge, rende il presente un momento di piacere e comunione. È una forma di intelligenza inclusiva, che include, all'interno del pensiero, anche l'altro.

I miei genitori sono persone gentili e, di rimando, lo sono anche io. Spesso penso all'altro, a come reagirebbe se dicessi questa o quell'altra frase. Spesso taccio se capisco che in quel momento è l'altro ad aver bisogno di essere ascoltato.

Mi chiedo se la gentilezza non nasca da un velato senso di colpa, da un pensiero che di sfuggita ci ricorda che non facciamo abbastanza per gli altri. Forse, ma anche se fosse, non cambierebbe l'effetto benefico che può avere sia sugli altri, ma soprattutto, e qui entra l'artista che c'è in me, su di noi e sulla nostra capacità di crescere e affrontare le crisi.

Essere gentili significa ascoltare. E nella carriera di un artista, l'ascolto è importantissimo. Se in una prima fase, "chiamiamola scolastica", l'artista è costretto ad ascoltare i propri maestri imposti dalla strada che ha scelto, poi dovrà trovare i suoi maestri e sceglierli lui. Questo non è possibile se non vi è un buon grado di ascolto di ciò che ci circonda. È l'allievo che sceglie il maestro e, perché questo succeda, ci deve essere, in entrambi, maestro e allievo, gentilezza.

Badate, in questo caso la gentilezza non significa dolcezza o servizievolezza, al contrario. Un maestro può toccare punte di severità incredibili quando trova un allievo pronto ad assorbire veramente la sua arte, a rinnovarla per la sua generazione. Ma lo fa con gentilezza, ascoltandolo.

Si può dunque essere severi e gentili, duri e gentili, ma non cattivi e gentili. Dove sta la differenza? Nel rispetto della persona. E l'unico modo per rispettare una persona è ascoltarla.

La gentilezza dunque, nell'arte, è ascolto. Questo vale sia per quanto riguarda l'esecuzione, come ad esempio nella recitazione: un fattore fondamentale che determina quanto è bravo un attore a recitare è la sua capacità di ascoltare il proprio partner. Ma vale anche per un'altra forma di gentilezza, spesso sottovalutata o persino ignorata, la gentilezza verso noi stessi.

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Spesso si parla di obiettivi, di raggiungere il successo, che sia ricchezza, fama, una famiglia, non importa. Ogni obiettivo che nasce dalla gentilezza è da rispettare. Ma dobbiamo anche rispettare la persona che siamo. Ascoltarci, ricordare da dove veniamo, cosa ci rende forti, cosa ci mette in difficoltà. Crescere è importante, ma va fatto con amore per se stessi. Con gentilezza.

E questa ultima frase la dedico a me. Purtroppo lì sono abbastanza carente. Penso spesso che il tempo che dedico a tutto ciò che non è "nel mio mirino" sia tempo perso. È un pensiero sbagliato, ne sono ampiamente consapevole, eppure quel senso di colpa che mi attanaglia ogni volta che non "sto sul pezzo" oppure che non "faccio la mia quota" è difficile da debellare.

Insomma, siamo quello che siamo, luci e ombre, forza e difetti.

L'importante, come diceva qualcuno, è essere gentili. Sempre.

Alla prossima pagina.

Articolo scritto da  Flavio Parenti
Sono un attore, scrittore e regista nato a Parigi e cresciuto in Italia. Ho lavorato in film, serie TV e teatro, collaborando con registi di fama internazionale. Sono appassionato di storytelling e amo sperimentare con diverse forme d'arte per raccontare storie.
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