"La Sindrome dello Scolaretto"
Non penso che esista una sindrome come questa, almeno nei manuali. Tuttavia, l'ho spesso incontrata e agli inizi della mia carriera vi sono caduto più volte dentro. La denomino "la sindrome dello scolaretto" perché, in sostanza, equipara arte e compiti scolastici.
Molti artisti, soprattutto i novizi (e non tecnicamente parlando, s'intende, ma nel percorso di introspezione e ricerca, perchè è questa è la vera strada dell'artista - nessun manuale potrà insegnarvelo.) Insomma, i "novizi" confondono spesso "espressione personale" e "tecnica". Trasformano la tecnica in espressione, proprio come uno studente che affronta il compito non per un processo personale, ma per appagare l'insegnante.
Se questo può funzionare in una dimensione scolastica, nell'arte produce dei mostri. Perchè ciò che conta è il cuore, l'anima, l'amore, il sesso, la morte, la tragedia, la commedia. Bisogna far vibrare le anime! E nessuna tecnica ve lo insegnerà, perché la tecnica non è luce, la tecnica è "pulizia del segnale". Serve a togliere i fruscii, a pulire il messaggio, ma se per essere "giusti e corretti" sacrificate il cuore sull'altare del compito perfetto, ciò che avrete tra le mani alla fine sarà un'opera facilmente dimenticabile, apprezzabile forse solo da altri amanti della tecnica perfetta. E fidatevi, sono pochi. Perché se qualcuno investe tempo, denaro e attenzione nella vostra arte, in cambio cerca solo una cosa: trasformazione. Vuole ridere, piangere, emozionarsi, cambiare punto di vista sul mondo, raccontare agli amici della scoperta. Questo è l'arte.
Quindi fatevi un favore, dimenticate la pila di manuali che avete accumulato per anni, dimenticate ciò che credete sia "giusto". Dimenticate. E lasciatevi guidare dalla necessità, dal desiderio di esprimere ciò che vi sta realmente a cuore, scavate nella vostra anima, trovate un diamante e portatelo fuori. Poi, pulitelo, certo. Rendetelo splendente quanto volete. Ma fidatevi, potete pulire quanto volete un pezzo di chincaglieria da quattro soldi, ma resterà sempre chincaglieria.
Per fare arte bisogna sbagliare, bisogna conquistare territori inesplorati, quindi è inevitabile che vi troviate molto spesso davanti al muro dell'incomprensione dei vostri pari. Perché la maggior parte della gente - anche nell'arte - affronta il processo creativo a livello mimetico. Imita. Qualcosa funziona? Lo copio così funzionerà anche per me. Io sono per il processo mimetico, come diceva R. Girard, è fondamentale sia per la formazione l'individuo che per la stabilità della collettività. Ma il processo mimetico appartiene allo studente, non al maestro. L'artista è colui che trascende i suoi maestri e trova in sé e nel mondo che lo circonda l'ispirazione per rompere que gli argini nei quali è cresciuto. Solo così l'anima creativa si libera, solo così nasce lo stupore.
Siate minatori, cacciatori di nulla, farfalle che si sentono aquile, fragili bolle di sapone nel tornado della vita. E non desistete, perché ricordate, come dice Overton, che "Anche se non le vediamo, le stelle brillano anche di giorno."
Alla prossima pagina.
È proprio così! 👏🏻
La preparazione, lo studio, l' imitazione fanno parte della fase in cui si studia e sviluppa la professionalità, dopo con l'aggiunta dell' esperienza, della passione, del cuore arriva la fase che contraddistingue l'originalità, il timbro solo ed unico dell'artista.
Andare sempre in avanti, per voler fare meglio ed esprimere se stessi, anche se si va oltre gli standard.
Emozionarsi e provocare emozione, questo per me è essere artista.
Ciao Flavio,mi piace molto quello che scrivi.Complimenti!
Ciao Teresa, grazie!
Ciao Flavio, che piacevole lettura!
La tecnica serve solo per esprimere ciò che si immagina e concordo con te sul fatto che debba essere usata solo in un secondo momento, quando si deve limare la prima stesura.
Un maestro è un catalizzatore, qualcuno che mette le sue conoscenze a servizio altrui diminuendo la fatica e accelerando il processo per giungere a un determinato grado di conoscenza. E da lì andare oltre perché si è ricevuta una spinta propulsiva. Ne parlo in una mia newsletter, se sei curioso ti lascio il link https://andeloncurse.substack.com/p/qual-e-il-tuo-superpotere-iii-parte
L’equivalente del voler fare lo scolaretto per uno scrittore è voler scrivere solo ciò che piace agli editori, anche se non si avverte la necessità impellente di metterla su carta (come di solito avviene per i romanzi artistici). Purtroppo, se si desidera scrivere qualcosa fuori moda, si viene rimbrottati e poi, spesso, bisogna autopubblicarsi, ma soprattutto nel tuo caso che hai molte persone che ti stimano, mi pare una scelta vincente che ti ha donato grande libertà. 👏🏻 bravo! Del resto anche Proust dovette pubblicarsi da solo all’inizio….
Per fortuna, verba volant, scripta manent. Io ho fiducia che alla fine, se uno scritto è buono, trova la sua strada.
Lo pensavo anche io… Poi i miei cassetti hanno iniziato ad accogliere storie belle e ben scritte di amici. Mai pubblicate nonostante li abbiano spediti a tutti. L’autopubblicazione senza avere possibilità di investire tempo e denaro è un flop annunciato.
Ho ereditato anche uno scatolone di scritti di mio zio… È vero non sono romanzi, ma alcuni saggi di teologia ed educazione civica , più la seconda parte della biografia di un martire marianista della II guerra mondiale (la prima era stata pubblicata). Io non ho figli e ai miei eredi piacciono altre cose, tutto scomparirà con me anche se preferisco pensare che questi libri andranno nel “cimitero dei libri dimenticati” inventato da Zafón (RIP).
Anche con tempo e denaro è tutt'altro che facile. Quello che conta è la costanza
"Farfalle che si sentono aquile..." un'espressione che mi si addice 🦋
Purtroppo di queste persone ne è pieno il mondo 🤔 ,riflessione molto ma molto vera. Buona serata Flavio
Penso che si una " malattia " molto diffusa
Credo che valga anche per gli insegnanti come me. Quando insegno matematica (in cui sono laureata) e metto in atto i principi di didattica (in cui sono doppiamente laureata) metto il cuore, mi emoziono e cerco di trascinare i miei alunni sull’onda del mio entusiasmo. E tutti i manuali servono solo come sicurezza di avvio.
Su messagger c'è qualcuno che mi scrive al posto tuo, ho fatto tutto, ho segnalato, ho bloccato. Scusami se ti ho disturbata, ho troppo paura